"L'attenzione si è spenta. Riaccendiamola"

Centro storico: STT chiama alla mobilitazione, ma la città non risponde. Ieri assemblea pubblica, nei prossimi giorni nuove inziaitive

venerdì 7 ottobre 2011 11.54
Nella sala delle Officine culturali, piena solo per metà, Genny Turturo prova a lanciare la nuova parola d'ordine di Siamo Tutti Tufi, il movimento di cittadinanza attiva che del recupero del centro storico ha fatto una delle sue bandiere. La platea si stringe, applaudie, ma i tempi della grande e colorata assemblea di aprile, quando sull'onda dei crolli STT mostrava i muscoli d'una città vogliosa di riprendere a dettare da sé l'agenda politica, appaiono lontani e distanti più d'un'era geologica.

Sei mesi dopo, quel che resta intatta è l'emergenza. Con via Giudice Montea ancora chiusa per le macerie di una palazzina venuta giù per l'inclemenza del cielo e (soprattutto) l'incuria umana, con tante famiglie sempre sull'orlo d'una possibile evacuazione, altre ancora fuori casa ed una città intera col fiato sospeso, a chiedersi a chi toccherà la prossima volta.
Perché una prossima volta ci sarà. Lo temono tutti, nascondendo dietro gli scongiuri di rito le infauste certezze. L'assessore ai lavori pubblici Luigi Serangelo, ospite della serata, non ne fa mistero.

L'ex sindaco Rino Vendola, tra i pochi rappresentanti istituzionali presenti all'incontro assieme al consigliere Pd Alesio Valente ed all'assessore Giuseppe Prezzano, quasi lo certifica: "Non vorrei essere nei panni del sindaco o di un assessore: come si può chiudere occhio, di notte, con questa spada di Damocle sulla testa?"

Il confronto, che a tratti si trasforma in tutti (il pubblico) contro uno (l'assessore), corre via stanco. "Subito dopo il crollo – spiega Serangelo – abbiamo vestito i panni dell'arbitro, per provare a gestire nel miglior modo possibile una vicenda in cui compiti delicati sono rimessi alle competenze della pubblica amministrazione, ma nella quale grande rilievo hanno pure le responsabilità ed il ruolo dei privati".
Quindi, lo squillo d'orgoglio: "Con la rigenerazione urbana abbiamo avuto il merito di riportare il tema del centro storico in cima all'elenco delle priorità". Tra domande, riflessioni e punture polemiche il discorso s'allarga.
"Nel 2008 – ricorda Vendola – stabilimmo, con la Regione e l'Università, un accordo per procedere al monitoraggio ed alla mappatura dei rischi. Ad oggi, non se ne è fatto nulla. Se non vogliamo commettere l'errore di piangerci addosso, occorre ripartire da lì, ben sapendo, come anche l'assessore regionale all'urbanistica Angela Barbanente sa, che gli interlocutori veri sono proprio la Regione e l'Università".

Poi, mentre Nico Nuzzi chiede conto agli amministratori vecchi e nuovi delle opere di urbanizzazione realizzate negli ultimi anni nel borgo antico, Nico Marvulli punta il dito sull'assenza dei veri protagonisti della serata, gli abitanti di Gravina vecchia: "O non siamo stati bravi a coinvolgerli – dice provocatoriamente – oppure non sono interessati alla questione". "La cosa grave - gli fa eco Mimmo Misciagna – è che dopo sette mesi non siamo neppure riusciti a rimuovere i tufi venuti giù dopo il crollo. Dobbiamo interrogarci sul nostro modo di essere comunità".

La serata scivola lenta sul binario dell'analisi interiore e collettiva, ma dall'introspezione non emergono proposte e linee d'azione, se non il suggerimento di Lino Scarnati di stringere "un patto per la città". Forse un po' poco, per una Gravina che, schiacciata dal peso del presente, rischia di perdere il treno per il suo futuro.
Incontro STT su Via Giudice Montea
Incontro STT su Via Giudice Montea
Incontro STT su Via Giudice Montea
Incontro STT su Via Giudice Montea
Incontro STT su Via Giudice Montea
Incontro STT su Via Giudice Montea
Incontro STT su Via Giudice Montea
Incontro STT su Via Giudice Montea
Incontro STT su Via Giudice Montea
Incontro STT su Via Giudice Montea
Incontro STT su Via Giudice Montea
Incontro STT su Via Giudice Montea
Incontro STT su Via Giudice Montea