L’ex sindaco Giovanni Divella rompe il silenzio
“Tradita e mortificata la speranza di rinascita della città”, dice ai microfoni di Gravinalife.
giovedì 20 ottobre 2011
"Gravina città liberata? Il tempo galantuomo e la storia si incaricheranno di scrivere la verità sui due anni di vita ed attività dell'amministrazione comunale da me guidata". - Tono pacato e riflessivo, solo a volte impercettibilmente piegato dalla commozione che per qualche istante prende il sopravvento quando il discorso scivola sui sentimenti, sulle sensazioni vissute in giornate lunghe ed intense, conclusesi con la chiusura anticipata della consiliatura.
Due settimane dopo, Giovanni Divella, il sindaco defenestrato dalla ribellione notarile di parte della sua maggioranza e delle opposizioni di centrosinistra, rompe il silenzio e torna a parlare alla città con un'intervista concessa ai giornalisti di Gravinalife. Una lunga chiacchierata sulle ragioni e sui protagonisti della crisi, lasciando spazio all'autocritica ed ai passi falsi pure commessi ed ammessi. Tra i tanti, concede l'ormai ex sindaco, "quello di aver riposto fiducia in persone sbagliate". E poi l'aver ceduto sulla richiesta, avanzata da diverse forze di maggioranza, di trasferire ad altro incarico dell'architetto Paolucci.
"Il mio errore più grande è aver ceduto su quel punto", confessa Divella. "Pensavo potesse servire a restituire concordia ed armonia alla coalizione, ma mi sbagliavo". Quindi, riconosciuti ed apprezzati il ruolo ed il lavoro del superassessore Giuseppe Prezzano, il già deputato pidiellino racconta dell'amarezza seguita "al tradimento vissuto", nega di aver messo in campo "operazioni clientelari", rivendica con orgoglio "i diversi progetti approntati per il rilancio del centro storico", non nasconde disappunto ed amarezza "per i comportamenti di alcuni consiglieri di maggioranza e per l'operato dell'opposizione", riservando una frecciata anche al suo predecessore Rino Vendola.
Infine, in coda, l'annuncio: "Resto al servizio di Gravina. Il mio impegno civile non verrà meno". E quello politico ed istituzionale?
Le risposte che mancano, e tanto altro ancora, nell'intervista che sarà trasmessa su Gravinalife a partire dalle ore 20.
Due settimane dopo, Giovanni Divella, il sindaco defenestrato dalla ribellione notarile di parte della sua maggioranza e delle opposizioni di centrosinistra, rompe il silenzio e torna a parlare alla città con un'intervista concessa ai giornalisti di Gravinalife. Una lunga chiacchierata sulle ragioni e sui protagonisti della crisi, lasciando spazio all'autocritica ed ai passi falsi pure commessi ed ammessi. Tra i tanti, concede l'ormai ex sindaco, "quello di aver riposto fiducia in persone sbagliate". E poi l'aver ceduto sulla richiesta, avanzata da diverse forze di maggioranza, di trasferire ad altro incarico dell'architetto Paolucci.
"Il mio errore più grande è aver ceduto su quel punto", confessa Divella. "Pensavo potesse servire a restituire concordia ed armonia alla coalizione, ma mi sbagliavo". Quindi, riconosciuti ed apprezzati il ruolo ed il lavoro del superassessore Giuseppe Prezzano, il già deputato pidiellino racconta dell'amarezza seguita "al tradimento vissuto", nega di aver messo in campo "operazioni clientelari", rivendica con orgoglio "i diversi progetti approntati per il rilancio del centro storico", non nasconde disappunto ed amarezza "per i comportamenti di alcuni consiglieri di maggioranza e per l'operato dell'opposizione", riservando una frecciata anche al suo predecessore Rino Vendola.
Infine, in coda, l'annuncio: "Resto al servizio di Gravina. Il mio impegno civile non verrà meno". E quello politico ed istituzionale?
Le risposte che mancano, e tanto altro ancora, nell'intervista che sarà trasmessa su Gravinalife a partire dalle ore 20.