L’imprenditoria gravinese subisce una grave perdita
Una morte improvvisa quella che ha colto di sorpresa Filippo Schinco. Sabato avrebbe dovuto compiere 51 anni
lunedì 1 agosto 2011
La città piange la perdita di un uomo che poteva darle ancora molto. Tante le azioni svolte dall'imprenditore Filippo Schinco per fare crescere Gravina.
In più di trent'anni di attività, Schinco, insieme ai fratelli, aveva fatto conoscere, a pugliesi e lucani, le comodità del parquet facendo nascere due generazioni di parquettisti che partendo da Gravina avevano conquistato commesse in tutto il mondo. La stessa azienda Schinco, fra i suoi lavori annovera le referenze di teatri come il Petruzzelli, il San Carlo di Napoli, la Fenice di Venezia nonché il palazzo del Cremlino a Mosca e il centro turistico di Castellaneta.
In veste di industriale alla Olivetti per i suoi interessi culturali e sociali si era impegnato ad invogliare la gente a mettere a disposizione la propria intelligenza per il bene collettivo. Per questo era stato fra i promotori di una associazione tesa all'affermazione della buona politica ed aveva invitato altri colleghi ad investire in attività culturali e politico-sociali.
Proprio in tal senso, trasferita la produzione della sua azienda nel moderno stabilimento della zona industriale dal laboratorio ubicato nel centro cittadino, invece di mettere a rendita questo ampio locale, aveva preferito "regalarlo" a due amici, attori nel tempo libero, per dotare la città di un teatro, il Vida. Uno spazio culturale che in due anni di attività ha appassionato molta gente per l'arte teatrale ed ha ospitato compagnie provenienti da tutta Italia tanto da fare di Gravina una delle mete ambite dagli appassionati di recitazione.
In più di trent'anni di attività, Schinco, insieme ai fratelli, aveva fatto conoscere, a pugliesi e lucani, le comodità del parquet facendo nascere due generazioni di parquettisti che partendo da Gravina avevano conquistato commesse in tutto il mondo. La stessa azienda Schinco, fra i suoi lavori annovera le referenze di teatri come il Petruzzelli, il San Carlo di Napoli, la Fenice di Venezia nonché il palazzo del Cremlino a Mosca e il centro turistico di Castellaneta.
In veste di industriale alla Olivetti per i suoi interessi culturali e sociali si era impegnato ad invogliare la gente a mettere a disposizione la propria intelligenza per il bene collettivo. Per questo era stato fra i promotori di una associazione tesa all'affermazione della buona politica ed aveva invitato altri colleghi ad investire in attività culturali e politico-sociali.
Proprio in tal senso, trasferita la produzione della sua azienda nel moderno stabilimento della zona industriale dal laboratorio ubicato nel centro cittadino, invece di mettere a rendita questo ampio locale, aveva preferito "regalarlo" a due amici, attori nel tempo libero, per dotare la città di un teatro, il Vida. Uno spazio culturale che in due anni di attività ha appassionato molta gente per l'arte teatrale ed ha ospitato compagnie provenienti da tutta Italia tanto da fare di Gravina una delle mete ambite dagli appassionati di recitazione.