L'indignazione di un disabile: siamo un bisiness per la società dei normodotati

Lettera-sfogo di un gravinese. Il sostegno, assegnato senza considerare l'handicap

lunedì 4 ottobre 2010
Ripensare al ruolo del disabile nel contesto scolastico. Parte da queste considerazioni la lettera pervenuta in redazione da parte di un disabile gravinese che si è interrogato sull'integrazione scolastica del disabile e soprattutto sul rapporto tra quest'ultimo e l'insegnante di sostegno. Qui di seguito si propone la lettera integrale.


"Ho appena visto e ascoltato il tema trattato sulla trasmissione condotta da Barbara D'URSO circa il dover essere meglio per un ragazzo disabile non stare in classe con i così detti normodotati. Per me, che sono un disabile, dico che sono indignato. Che ne sa l'assessore che ha reso pubblico questo suo pensiero? Sa, per esempio che io che ho frequentato le classi speciali nella scuola media inferiore e che ero bravo, poi nel primo anno della scuola media superiore frequentata in una scuola per normodotati d'improvviso ero diventato un brocco tanto da essere bocciato e che però dall'anno successivo, dopo essermi ambientato, ero diventato di nuovo bravo? Allora vogliamo dire che gli italiani sono un popolo di cattivi? Si, come si è espresso il sondaggio della stessa trasmissione.

Ma voglio dire di più, per rimanere nel tema su quale tipo di scuola debba frequentare un disabile; non si può non considerare la gravità dell'handicap per assegnare l'insegnante di sostegno, una volta a seconda dell'handicap si aveva il sostegno con un rapporto 1 a 4, 1 a 2 o 1 a 1, oggi il sostegno è assegnato a seconda del numero di alunni disabili esistenti in una scuola ma, l'entità dell'handicap non viene considerata; tutto questo perché dobbiamo tagliare senza pensare se ciò ci rende più civili o meno.

Sull'argomento vorrei aggiungere altre due piccole riflessioni:
1. L'Insegnante di sostegno deve essere specializzato e non preso dalle graduatorie comuni,
2. I Dirigenti Scolastici la smettano di servirsi dell'insegnante di sostegno per sostituire un collega assente.

Se non si applicassero nelle scuole minimo questi due punti si farebbe solo demagogia e, come ho sempre detto, i disabili rappresenterebbero nella società civile dei normodotati solo un business. Voglio approfittare dei mezzi d'informazione web esistenti nella nostra città per divulgare questi miei pensieri e per dire loro di approfondire gli argomenti che ruotano intorno all'universo handicap, che non si esauriscono con la scuola, al fine di non creare una cultura di imbarbarimento.
Grazie per l'attenzione che avete voluto riservare all'argomento".

Vincenzo Varvara