L'opera di Antigone: in scena la compagnia "Istituto salesiano Don Bosco" di Palermo

Autore: Sofocle. Note di regia

mercoledì 12 settembre 2012 10.25
L'Antigone di Sofocle, una delle più note opere della drammaturgia greca, venne definita dal filosofo Hegel "la tragedia sublime per eccellenza e, sotto ogni punto di vista, l'opera più perfetta che lo spirito umano abbia mai prodotto". Rappresentata per la prima volta ad Atene nelle Grandi Dionisie del 442 a.C., fu successivamente ripresa e interpretata anche da numerosi autori della modernità.
L'intuizione fondante della nostra messa in scena è che la storia di Antigone possa essere narrata come una vicenda dell'opera dei pupi, mantenendo lo statuto drammatico dei personaggi e del racconto. Pertanto i protagonisti della scena tebana divengono pupi manovrati da quattro pupari, personaggi la cui identità, così come la lingua che parlano, oscilla fra quella di cuntastorie siciliani e di aedi greci che, di volta in volta, partecipano alle vicende della casa tebana.
La trama è stata contaminata con alcuni episodi tratti dai Sette contro Tebe di Eschilo, dramma che, in qualche modo, rappresenta l'antefatto alle vicende di Antigone: così i due fratelli, Eteocle e Polinice, che nella tragedia di Sofocle non figurano in quanto già morti, ricompaiono qui per narrare la loro storia e le motivazioni che li hanno condotti all'uccisione reciproca.