L’opera di Bergman al Teatro Vida

“Dopo la prova”: un testo complesso per una platea non ancora abituata. Tre i protagonisti della scena

martedì 17 aprile 2012 12.23
A cura di Marina Dimattia
Il teatro nel teatro, lo spettacolo nelle spettacolo, la realtà e la finzione. Un attore e due attrici, tanto sulla scena quanto nei personaggi interpretati. Questi i protagonisti dello spettacolo dal titolo "Dopo la prova", di I. Bergman, messo in scena lo scorso weekend al Teatro Vida, da La compagnia del teatro Universitario.

Una storia che si snoda proprio intorno ad un dopo-prova di uno spettacolo teatrale dal titolo "Sogno", quando il palcoscenico è ormai sgombro.
Mentre le due figure femminili si muovono sul palco in maniera "diacronica", l'uomo, regista nella parte, non abbandona mai la scena, quasi a testimoniare la devozione per il palcoscenico e per il teatro, nonchè ad evidenziare il filo che lo lega ad entrambe le donne: il presente ed il passato.

Due mondi opposti quello di Henrik (interpretato da Alberto Rubini) e di Anna (interpretata da Alessandra Costantiello) che pure tenderanno ad avvicinarsi grazie all'amore che i due attori si dichiareranno; due mondi distanti, molto ben interpretati: la pacatezza dell'uno contro la veemenza dell'altra, la maturità e la giovinezza, le risposte prontamente fornite ai numerosi questiti rivolti.

Quasi in versione onirica comparirà a metà spettacolo l'altra donna, Rakel (interpretata da Rosalia Paternoster), la figura forse più complessa tra le tre.
È nel dialogo tra Henrik e Rakel che i toni si faranno più forti. Tra amore, passione e tensioni psicologiche, al di là di ogni censura lo spettatore diventerà testimone di una storia segreta, violenta e disperata.

Non è un caso che il pubblico abbia preso consapevolezza di un testo a tratti involuto, dove non è difficile riscontrare i segni della lotta dell'artista (Bergman) con il suo mondo interiore; e non è un caso che a differenza del solito, lo spettatore presente in sala non abbia familiarizzato con i personaggi.
Inutile dire che dal Bergman c'era da aspettarselo!
Ma è utile, invece, ringraziare il prof. Ugo Rubini, regista della rappresentazione, per la scelta del testo. "Il pubblico va abituato", come lo stesso ha precisato sabato scorso, a conclusione dello spettacolo.
Che questo "esperimento" diventi il primo di una lunga serie...di applausi e consensi.