L’UPC dalla parte della protesta studentesca
Apprezzamenti per la manifestazione di mercoledì scorso. Raguso: "Una lezione di civiltà"
giovedì 23 dicembre 2010
Gli studenti italiani sono tornati in piazza mercoledì 22 dicembre scorso, dopo le tensioni e scontri delle precedenti manifestazioni. I cortei si sono tenuti senza incidenti, proprio come avevano promesso. La politica e la società gravinese hanno osservato attenti lo svolgersi degli eventi e fornito personali valutazioni della vicenda che ha riportato nuovamente nelle piazze italiane migliaia di universitari per protestare contro il DDL Gelmini. Sul tema ha scritto alla redazione il prof. Vito Raguso, responsabile per la comunicazione dell'Unione Popolare Cristiana di Gravina, il cui pensiero viene di seguito integralmente riportato.
"La loro protesta è stata ironica, fantasiosa. Hanno lasciato i "palazzi del potere nella solitudine della loro miseria" e sono andati altrove, andando a cercare la gente comune, i lavoratori, gli abitanti di quartieri periferici, dove sono stati applauditi dalla gente alle finestre. Una delegazione di universitari è stata ricevuta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Finalmente un interlocutore serio ci ha ascoltato", hanno commentato al termine dell'incontro i giovani studenti. Una bella manifestazione di civiltà, niente scontri né tentativi di entrare in zona rossa che proteggeva i palazzi della politica, il triangolo del potere.
Per gli studenti, "si è trattato di un buon risultato", il segnale che il movimento studentesco è intelligente e sa interloquire con le istituzioni. Uno dei delegati ha lanciato un appello: "Adesso il governo apra un confronto con noi perché non è possibile chiudersi dentro le zone rosse e blindarsi nei palazzi". Tema dominante della protesta e del dialogo con Napolitano è stato il Diritto allo Studio, uno dei diritti fondamentali della Costituzione intesa come patto fondante della nostra società, che garantisce equità e democrazia. Il presidente della Repubblica ha apprezzato lo stile della protesta: Cappelli da Babbo Natale, cartelli con scritte "Padre e Figlia", uno striscione sottolineava Dante: "Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza". Imponente lo schieramento di forze dell'Ordine con camionette della Polizia che presidiavano fin dall'alba i varchi d'accesso alla piazza. Ma a prevalere è stata la goliardia. In tanti si sono presentati Costituzione alla mano. Moltissimi i giornalisti e operatori della comunicazione.
Ecco la lezione di civiltà e di vera politica che è arrivata puntuale dai nostri giovani studenti. Che i giovani non hanno il senso del rispetto delle regole è una comoda affermazione di chi non vuole intendere la voce pulita e sincera delle nuove generazioni, per troppo tempo abbandonate e preoccupate da una caduta di speranza per il futuro. Ecco la lezione di civiltà che deve far riflettere quanti operano in politica, a tutti i livelli. Anche da noi, non appare, ma i giovani studenti e i tanti lavoratori onesti, in silenzio, aborriscono le frequentazioni della politica malsana, fatta di intrallazzi, di favoritismi. Riappropriamoci della nostra dignità, ignorando uomini falliti e stanze del potere fine a se stesso, proprio come fanno i nostri giovani. Tanto si sa il tempo è galantuomo".
prof. Vito Raguso
"La loro protesta è stata ironica, fantasiosa. Hanno lasciato i "palazzi del potere nella solitudine della loro miseria" e sono andati altrove, andando a cercare la gente comune, i lavoratori, gli abitanti di quartieri periferici, dove sono stati applauditi dalla gente alle finestre. Una delegazione di universitari è stata ricevuta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Finalmente un interlocutore serio ci ha ascoltato", hanno commentato al termine dell'incontro i giovani studenti. Una bella manifestazione di civiltà, niente scontri né tentativi di entrare in zona rossa che proteggeva i palazzi della politica, il triangolo del potere.
Per gli studenti, "si è trattato di un buon risultato", il segnale che il movimento studentesco è intelligente e sa interloquire con le istituzioni. Uno dei delegati ha lanciato un appello: "Adesso il governo apra un confronto con noi perché non è possibile chiudersi dentro le zone rosse e blindarsi nei palazzi". Tema dominante della protesta e del dialogo con Napolitano è stato il Diritto allo Studio, uno dei diritti fondamentali della Costituzione intesa come patto fondante della nostra società, che garantisce equità e democrazia. Il presidente della Repubblica ha apprezzato lo stile della protesta: Cappelli da Babbo Natale, cartelli con scritte "Padre e Figlia", uno striscione sottolineava Dante: "Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza". Imponente lo schieramento di forze dell'Ordine con camionette della Polizia che presidiavano fin dall'alba i varchi d'accesso alla piazza. Ma a prevalere è stata la goliardia. In tanti si sono presentati Costituzione alla mano. Moltissimi i giornalisti e operatori della comunicazione.
Ecco la lezione di civiltà e di vera politica che è arrivata puntuale dai nostri giovani studenti. Che i giovani non hanno il senso del rispetto delle regole è una comoda affermazione di chi non vuole intendere la voce pulita e sincera delle nuove generazioni, per troppo tempo abbandonate e preoccupate da una caduta di speranza per il futuro. Ecco la lezione di civiltà che deve far riflettere quanti operano in politica, a tutti i livelli. Anche da noi, non appare, ma i giovani studenti e i tanti lavoratori onesti, in silenzio, aborriscono le frequentazioni della politica malsana, fatta di intrallazzi, di favoritismi. Riappropriamoci della nostra dignità, ignorando uomini falliti e stanze del potere fine a se stesso, proprio come fanno i nostri giovani. Tanto si sa il tempo è galantuomo".
prof. Vito Raguso