La Chiesa di Gravina nella storia del Concilio Vaticano II
Presentato il libro di don Vito Cassese. Monsignor Luigi Negri: "Il vescovo Vairo, un gigante della fede".
sabato 29 dicembre 2012
11.55
La storia della Chiesa gravinese, partendo da figure luminose come Benedetto XIII, e passando per altre meno conosciute, ma altrettanto nobili, come quella del vescovo Giuseppe Vairo, protagonista del Concilio Vaticano II, fino ad arrivare al presente, può ancora dare un contributo di risorse e di speranze.
E' questo il messaggio lanciato dal libro di don Vito Cassese (nella foto), "Recezione del Concilio Vaticano II", presentato alla presenza di un numeroso pubblico presso il salone dell'episcopio "Giovanni Paolo II", e introdotto dal saluto del vescovo Mario Paciello. Ospite d'eccezione monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e insigne teologo e saggista, che ha ripercorso il cammino della Chiesa locale, a partire dalla storica assise conciliare di 50 anni fa, sotto la guida episcopale di monsignor Vairo, un "gigante della fede", come ebbe a definirlo il cardinal Biffi, che ne apprezzò gli interventi; un pastore che secondo Negri seppe cogliere l'essenza del Vaticano II: riavvicinare a Dio e alla Chiesa l'uomo contemporaneo, attraverso una intelligenza più coerente della fede, in continuità – come ha ribadito Benedetto XVI – con la dottrina di sempre e la Tradizione.
Una Chiesa, quella di Vairo, non solo gerarchica, ha ricordato il presule milanese, ma anche sociale, in quanto popolo di Dio, mettendo la preghiera, nella dimensione comunitaria della liturgia, al centro della propria esperienza di fede, e la cultura in quanto devozione popolare, la carità concepita in senso profondamente spirituale.
L'ultimo passaggio, che secondo don Cassese ha visto protagonista il vescovo Paciello, è quello dalla comunione alla missione. La realtà ecclesiale odierna è invitata a leggere i segni dei tempi, per affrontare le sfide del dialogo ecumenico partendo dalla riscoperta della propria identità: il futuro sarà umano solo se sarà autenticamente cristiano.
E' questo il messaggio lanciato dal libro di don Vito Cassese (nella foto), "Recezione del Concilio Vaticano II", presentato alla presenza di un numeroso pubblico presso il salone dell'episcopio "Giovanni Paolo II", e introdotto dal saluto del vescovo Mario Paciello. Ospite d'eccezione monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e insigne teologo e saggista, che ha ripercorso il cammino della Chiesa locale, a partire dalla storica assise conciliare di 50 anni fa, sotto la guida episcopale di monsignor Vairo, un "gigante della fede", come ebbe a definirlo il cardinal Biffi, che ne apprezzò gli interventi; un pastore che secondo Negri seppe cogliere l'essenza del Vaticano II: riavvicinare a Dio e alla Chiesa l'uomo contemporaneo, attraverso una intelligenza più coerente della fede, in continuità – come ha ribadito Benedetto XVI – con la dottrina di sempre e la Tradizione.
Una Chiesa, quella di Vairo, non solo gerarchica, ha ricordato il presule milanese, ma anche sociale, in quanto popolo di Dio, mettendo la preghiera, nella dimensione comunitaria della liturgia, al centro della propria esperienza di fede, e la cultura in quanto devozione popolare, la carità concepita in senso profondamente spirituale.
L'ultimo passaggio, che secondo don Cassese ha visto protagonista il vescovo Paciello, è quello dalla comunione alla missione. La realtà ecclesiale odierna è invitata a leggere i segni dei tempi, per affrontare le sfide del dialogo ecumenico partendo dalla riscoperta della propria identità: il futuro sarà umano solo se sarà autenticamente cristiano.