La fame morde anche a Gravina
A tavola con gli ospiti della mensa "Perfetta Letizia". Settanta su 100 sono gravinesi.
venerdì 4 gennaio 2013
08.10
I periodi festivi rappresentano un momento di riunione coi parenti, alcune volte di riconciliazione, di riflessione. Spesso di qui si ricomincia. A Gravina c'è gente bloccata intorno alla solita questione: affettiva ed economica. La prima duole al cuore, senza amore ci si sente soli, dimenticati; la seconda duole alla gestione della vita quotidiana. Ad oggi il problema della povertà economico-sociale è quello maggiormente sentito.
Nella città di Papa Benedetto XIII è nata la struttura "Perfetta Letizia": una mensa esistente da tre anni, in grado di garantire pasti caldi ai suoi ospiti e non solo. A capo della struttura vi è padre Mario Marino, partecipa alle spese anche il Comune, offrendo quello che può, ma la lotta quotidiana rimane. La mensa francescana è sita in larghetto San Francesco. Il frate francescano bitontino vive a Gravina da otto anni e racconta di avere un buon rapporto con la città. "La città è presente, aiuta. La scelta degli ospiti, nella mensa, non avviene in base ad un criterio preciso. Tutti quelli che hanno bisogno bussano e si accomodano", dice padre Marino. Il giorno di Natale hanno pranzato in cento: settanta erano gravinesi. E in genere la media è rispettata.
Tra gli ospiti abbiamo raccolto alcune testimonianze. Hidry D., trentaduenne. E' arrivato a Gravina nel 1990, quando in Albania c'era la guerra, all'età di nove anni. Ha sempre lavorato come carpentiere, successivamente ad un incidente la sua vita è cambiata in peggio, non sta più bene: ha bisogno di sostegni, continui, si aiuta con le visite psichiatriche e con ciò che il Comune e la mensa gli garantiscono quotidianamente. Francesco P., gravinese, celibe, di professione carpentiere, non riesce a trovare lavoro dal 2008. Lamenta la qualità della casa affidatagli dal Comune: troppo umida, senza luce. Il cinquantatreenne ha lavorato molto in Germania e nel Nord Italia. Ha avuto problemi con l'alcool. "Sono stato in comunità ad Alessandria – dichiara – da allora mia madre e le mie due sorelle non mi hanno più rivolto la parola, abbiamo interrotto i rapporti". Ma la più propensa a far sentire la sua voce è Carmela M., foggiana. Ha sposato un gravinese, deceduto, da cui ha avuto una figlia con sindrome di Down. Carmela è in comunità per risolvere i suoi problemi psichiatrici. Non è autosufficiente, quando fa controlli medici si sposta con l'aiuto della vicina di casa. Lamenta la qualità della struttura della casa: "C'è umidità. Da fine gennaio dovrò trovarne un'altra", dice. Rony H., gravinese acquisito da soli due anni, diciannovenne. Lavora nel campo pubblicitario, pare il più sereno emotivamente. Fa la spola tra Gravina e Altamura. Ad Altamura dorme, alla Caritas; a Gravina pranza e trascorre tutta la giornata.
La mensa "Perfetta Letizia" organizzerà una festa per ricordare il terzo anniversario dalla nascita, il 6 gennaio prossimo. I festeggiamenti sono previsti dopo la santa messa.
Nella città di Papa Benedetto XIII è nata la struttura "Perfetta Letizia": una mensa esistente da tre anni, in grado di garantire pasti caldi ai suoi ospiti e non solo. A capo della struttura vi è padre Mario Marino, partecipa alle spese anche il Comune, offrendo quello che può, ma la lotta quotidiana rimane. La mensa francescana è sita in larghetto San Francesco. Il frate francescano bitontino vive a Gravina da otto anni e racconta di avere un buon rapporto con la città. "La città è presente, aiuta. La scelta degli ospiti, nella mensa, non avviene in base ad un criterio preciso. Tutti quelli che hanno bisogno bussano e si accomodano", dice padre Marino. Il giorno di Natale hanno pranzato in cento: settanta erano gravinesi. E in genere la media è rispettata.
Tra gli ospiti abbiamo raccolto alcune testimonianze. Hidry D., trentaduenne. E' arrivato a Gravina nel 1990, quando in Albania c'era la guerra, all'età di nove anni. Ha sempre lavorato come carpentiere, successivamente ad un incidente la sua vita è cambiata in peggio, non sta più bene: ha bisogno di sostegni, continui, si aiuta con le visite psichiatriche e con ciò che il Comune e la mensa gli garantiscono quotidianamente. Francesco P., gravinese, celibe, di professione carpentiere, non riesce a trovare lavoro dal 2008. Lamenta la qualità della casa affidatagli dal Comune: troppo umida, senza luce. Il cinquantatreenne ha lavorato molto in Germania e nel Nord Italia. Ha avuto problemi con l'alcool. "Sono stato in comunità ad Alessandria – dichiara – da allora mia madre e le mie due sorelle non mi hanno più rivolto la parola, abbiamo interrotto i rapporti". Ma la più propensa a far sentire la sua voce è Carmela M., foggiana. Ha sposato un gravinese, deceduto, da cui ha avuto una figlia con sindrome di Down. Carmela è in comunità per risolvere i suoi problemi psichiatrici. Non è autosufficiente, quando fa controlli medici si sposta con l'aiuto della vicina di casa. Lamenta la qualità della struttura della casa: "C'è umidità. Da fine gennaio dovrò trovarne un'altra", dice. Rony H., gravinese acquisito da soli due anni, diciannovenne. Lavora nel campo pubblicitario, pare il più sereno emotivamente. Fa la spola tra Gravina e Altamura. Ad Altamura dorme, alla Caritas; a Gravina pranza e trascorre tutta la giornata.
La mensa "Perfetta Letizia" organizzerà una festa per ricordare il terzo anniversario dalla nascita, il 6 gennaio prossimo. I festeggiamenti sono previsti dopo la santa messa.