La Fiera di Gravina ottiene il riconoscimento regionale
Scoppiato il caso, il Comune corre ai ripari. E la Regione fa uno strappo alla regola...
venerdì 22 febbraio 2013
14.45
Chi l'ha detto che i giornalisti sono buoni solo a criticare senza costruire?
A Gravina, ad esempio, hanno consentito alla fiera di san Giorgio di potersi finalmente fregiare, ufficialmente, del riconoscimento di manifestazione di interesse e rilievo regionale.
La verità è nelle carte. E nelle date. Si comincia dalla fine, o quasi: l'11 febbraio, di buon mattino, Gravinalife coi suoi cronisti toglie un pò di polvere da sotto il tappeto della memoria collettiva, ricordando quanto evidenziato a dire il vero (ma invano) già in autunno. Ovvero che la storica fiera gravinese non potesse vantarsi del riconoscimento regionale perchè mai richiesto, fino a quel momento, dal Municipio alla Regione.
Un passo indietro. E' il 12 ottobre del 2012: la giunta Vendola si riunisce e su proposta del vicepresidente Loredana Capone, titolare della delega allo sviluppo economico, approva il "calendario fieristico delle manifestazioni regionali per l'anno 2013 in Puglia". Nella delibera, che reca il progressivo 1950 e che diventerà cruciale in tutta la vicenda, Gravina non c'è. Il perchè lo spiegano a stretto giro di telefono i funzionari dell'ufficio artigianato, fiere e mercati: "Non abbiamo mai ricevuto nessuna richiesta in tal senso. Si pensa che una volta ottenuto il riconoscimento questo possa valere per sempre, ma non è così: va richiesto ogni anno. E dal Comune di Gravina non abbiamo ricevuto alcuna istanza in tal senso".
Passano i mesi, inizia l'anno nuovo: a fine gennaio l'amministrazione comunale delibera in ordine all'edizione 2013 della fiera di san Giorgio. I giornalisti tornano a denunciare l'anomalia di una manifestazione regionale che la Regione non censisce tra le sue fiere. E' l'11 febbraio, di buon mattino: il caso riesplode in cronaca. Nel corso della stessa mattinata, da Palazzo di città parte la richiesta alla Regione di concedere a san Giorgio la possibilità di potersi fregiare del titolo regionale. Lo attesta la determina con cui il successivo 14 di febbraio, l'ufficio artigianato, fiere e mercati si esprime infine favorevolmente in merito, notificando la propria decisione quattro giorni più tardi.
Nel giro di una settimana, dunque, vengono recuperati i ritardi di mesi e Gravina con la sua fiera riconquista il meritato vessillo. Un rush che ha dell'incredibile: la delibera 1950, sempre lei, stabilisce espressamente che le richieste per l'ottenimento del riconoscimento regionale "debbano pervenire entro il 30 giugno dell'anno precedente a quello di svolgimento della manifestazione fieristica. Entro il successivo 30 settembre si conclude il processo di formazione del calendario". Eccezioni alla regola? Una sola, ma relativa non al rilascio di nuovi riconoscimenti fuori tempo massimo, cui la delibera neppure accenna, bensì alla possibilità di rettificare o variare il periodo di svolgimento delle manifestazioni già inserite in calendario.
Eppure, nonostante ciò, Gravina ha vinto ugualmente la sua battaglia: san Giorgio ha fatto il miracolo. E i miracoli, per definizione, non si spiegano...
A Gravina, ad esempio, hanno consentito alla fiera di san Giorgio di potersi finalmente fregiare, ufficialmente, del riconoscimento di manifestazione di interesse e rilievo regionale.
La verità è nelle carte. E nelle date. Si comincia dalla fine, o quasi: l'11 febbraio, di buon mattino, Gravinalife coi suoi cronisti toglie un pò di polvere da sotto il tappeto della memoria collettiva, ricordando quanto evidenziato a dire il vero (ma invano) già in autunno. Ovvero che la storica fiera gravinese non potesse vantarsi del riconoscimento regionale perchè mai richiesto, fino a quel momento, dal Municipio alla Regione.
Un passo indietro. E' il 12 ottobre del 2012: la giunta Vendola si riunisce e su proposta del vicepresidente Loredana Capone, titolare della delega allo sviluppo economico, approva il "calendario fieristico delle manifestazioni regionali per l'anno 2013 in Puglia". Nella delibera, che reca il progressivo 1950 e che diventerà cruciale in tutta la vicenda, Gravina non c'è. Il perchè lo spiegano a stretto giro di telefono i funzionari dell'ufficio artigianato, fiere e mercati: "Non abbiamo mai ricevuto nessuna richiesta in tal senso. Si pensa che una volta ottenuto il riconoscimento questo possa valere per sempre, ma non è così: va richiesto ogni anno. E dal Comune di Gravina non abbiamo ricevuto alcuna istanza in tal senso".
Passano i mesi, inizia l'anno nuovo: a fine gennaio l'amministrazione comunale delibera in ordine all'edizione 2013 della fiera di san Giorgio. I giornalisti tornano a denunciare l'anomalia di una manifestazione regionale che la Regione non censisce tra le sue fiere. E' l'11 febbraio, di buon mattino: il caso riesplode in cronaca. Nel corso della stessa mattinata, da Palazzo di città parte la richiesta alla Regione di concedere a san Giorgio la possibilità di potersi fregiare del titolo regionale. Lo attesta la determina con cui il successivo 14 di febbraio, l'ufficio artigianato, fiere e mercati si esprime infine favorevolmente in merito, notificando la propria decisione quattro giorni più tardi.
Nel giro di una settimana, dunque, vengono recuperati i ritardi di mesi e Gravina con la sua fiera riconquista il meritato vessillo. Un rush che ha dell'incredibile: la delibera 1950, sempre lei, stabilisce espressamente che le richieste per l'ottenimento del riconoscimento regionale "debbano pervenire entro il 30 giugno dell'anno precedente a quello di svolgimento della manifestazione fieristica. Entro il successivo 30 settembre si conclude il processo di formazione del calendario". Eccezioni alla regola? Una sola, ma relativa non al rilascio di nuovi riconoscimenti fuori tempo massimo, cui la delibera neppure accenna, bensì alla possibilità di rettificare o variare il periodo di svolgimento delle manifestazioni già inserite in calendario.
Eppure, nonostante ciò, Gravina ha vinto ugualmente la sua battaglia: san Giorgio ha fatto il miracolo. E i miracoli, per definizione, non si spiegano...