La Natuzzi chiede ancora cassa integrazione

Rifondazione Comunista Puglia e Basilicata propone una mobilitazione. Urge difendere i livelli occupazionali

giovedì 23 settembre 2010
Il gruppo Natuzzi, leader mondiale nella produzione e commercializzazione del salotto in pelle, conseguendo un risultato pressoché rivoluzionario, l'industrializzazione di un prodotto artigianale quale il salotto, continua a far parlare di sé. Certo nessuna falsa speranza in vista. Per la prima volta nella sua storia, la Natuzzi nel 2005 chiudeva l'anno in perdita. È così che cominciava l'incubo della Natuzzi e dei suoi operai costretti oramai da anni a vagare per strada a rigirarsi i pollici.
È di ieri la notizia diffusa dalla Natuzzi spa agli organi d'informazione circa l'esigenza di chiedere al Ministero del lavoro altra Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per quasi 3000 lavoratori: "ciò oltre a destare serie preoccupazioni per i livelli occupazionali del territorio, dimostra l'estrema pertinenza delle critiche avanzate da Rifondazione Comunista in merito ai provvedimenti adottati in materia di lavoro nella zona murgiana", questo si legge nel comunicato dello stesso partito, Federazione della sinistra Puglia E Basilicata.


Il PRC, a dire infatti, ha già in passato chiesto alle Istituzioni interessate di elaborare una politica economica di diversificazione produttiva per superare la monocultura del mobile imbottito, anziché usare la morfina dei finanziamenti pubblici come unico strumento per rianimare un settore agonizzante.
"I Partiti della Rifondazione Comunista di Puglia e Basilicata, pertanto, fanno appello alla responsabilità sociale che i vertici della Natuzzi spa ricoprono nel territorio delle Murgie e chiedono agli stessi di elaborare un Piano industriale degno di questo nome e all'altezza delle sfide che il nuovo millennio pone, quindi, corrispondente ai nuovi prodotti che il commercio internazionale richiede e capace di valorizzare quel Marchio che tutti i lavoratori hanno contribuito a rendere prestigioso". Infine, i PRC Puglia e Basilicata propongono a tutti i lavoratori e Organizzazioni sindacali una mobilitazione generale per difendere i livelli occupazionali e vigilare che l'occasione della crisi non sia colta, come i molteplici contesti ci insegnano, per fare della macelleria sociale ed accrescere a dismisura i profitti", così si conclude il comunicato.