La primavera è arrivata. Ma dove sono le rondini?
La loro presenza è indice di qualità ambientale. Meno pesticidi nelle nostre campagne per salvaguardare la specie.
venerdì 19 aprile 2013
14.35
Una rondine non fa primavera, recita il proverbio, eppure parecchi giorni sono passati dall'inizio della bella stagione e queste tardano ad arrivare.
Le rondini, negli ultimi anni, hanno allungato la loro rotta migratoria. Per questo solo il 10% ha già raggiunto la nostra penisola, mentre la maggior parte si sta affacciando ora sulle coste del nord Africa. Grazie ad una ricerca in corso, finanziata anche dalla Lipu (Lega italiana protezione uccelli), oggi conosciamo anche l'itinerario che le rondini percorreranno per venire a riprodursi nel nostro Paese. Un percorso di ben 7.000 chilometri che tocca le coste africane dell'Atlantico fino allo stretto di Gibilterra, che passa per la penisola iberica e attraversa la Francia meridionale, per poi concludersi in Italia.
Una necessità per questi uccelli migratori è quella di incontrare condizioni ambientali favorevoli durante il loro viaggio; per questo, a causa del cambiamento climatico e delle trasformazioni nelle pratiche agricole, sono costretti ad allungare la loro rotta. Le rondini sono un eccellente indicatore biologico di qualità ambientale: più le tecniche agronomiche sono ecosostenibili, più numerose saranno le rondini. Ma cosa potremmo fare per non rompere l'ecosistema? "Importante è ridurre al minimo indispensabile, nelle nostre campagne, l'utilizzo di pesticidi che tolgono quotidianamente cibo a questi animali insettivori - afferma Giuseppe Giglio, responsabile della sezione Lipu di Gravina - una buona e sana agricoltura che rispetti gli ecosistemi, oltre a far bene alla salute aiuta il ritorno della natura". E aggiunge: "Questa specie si annida solitamente sotto tetti di fienili e stalle, vivendo così a stretto contatto con l'uomo, che non dovrebbe distruggere la dimora in cui esse faranno ritorno l'anno seguente. Prima di distruggere dobbiamo pensare".
La nostra, al momento, è una campagna in buone condizioni. Le rondini, anche se poche, vi fanno ritorno. Ma per quanto tempo ancora?
Le rondini, negli ultimi anni, hanno allungato la loro rotta migratoria. Per questo solo il 10% ha già raggiunto la nostra penisola, mentre la maggior parte si sta affacciando ora sulle coste del nord Africa. Grazie ad una ricerca in corso, finanziata anche dalla Lipu (Lega italiana protezione uccelli), oggi conosciamo anche l'itinerario che le rondini percorreranno per venire a riprodursi nel nostro Paese. Un percorso di ben 7.000 chilometri che tocca le coste africane dell'Atlantico fino allo stretto di Gibilterra, che passa per la penisola iberica e attraversa la Francia meridionale, per poi concludersi in Italia.
Una necessità per questi uccelli migratori è quella di incontrare condizioni ambientali favorevoli durante il loro viaggio; per questo, a causa del cambiamento climatico e delle trasformazioni nelle pratiche agricole, sono costretti ad allungare la loro rotta. Le rondini sono un eccellente indicatore biologico di qualità ambientale: più le tecniche agronomiche sono ecosostenibili, più numerose saranno le rondini. Ma cosa potremmo fare per non rompere l'ecosistema? "Importante è ridurre al minimo indispensabile, nelle nostre campagne, l'utilizzo di pesticidi che tolgono quotidianamente cibo a questi animali insettivori - afferma Giuseppe Giglio, responsabile della sezione Lipu di Gravina - una buona e sana agricoltura che rispetti gli ecosistemi, oltre a far bene alla salute aiuta il ritorno della natura". E aggiunge: "Questa specie si annida solitamente sotto tetti di fienili e stalle, vivendo così a stretto contatto con l'uomo, che non dovrebbe distruggere la dimora in cui esse faranno ritorno l'anno seguente. Prima di distruggere dobbiamo pensare".
La nostra, al momento, è una campagna in buone condizioni. Le rondini, anche se poche, vi fanno ritorno. Ma per quanto tempo ancora?