La Proloco della discordia
Nuove divisioni in vista delle elezioni. Il presidente Raguso sul voto: "Non ci sono le condizioni".
giovedì 12 settembre 2013
08.55
La Pro Loco di Gravina brama la nuova presidenza. Le date sono stabilite: 14 e 15 settembre.
Secondo l'attuale presidente Fedele Raguso, però, non si tratterebbe della situazione migliore in cui andare al voto, dal momento che non ci sarebbero le condizioni per procedere a "votazioni unitarie e amichevoli". Raguso era divenuto presidente a settembre dello scorso anno in qualità di rappresentate dell'amministrazione comunale per gestire il difficile compito di amalgamare le due anime della Pro Loco, "per un tempo massimo di un anno con il compito di gestire l'associazione e di portarla, entro il termine massimo di un anno, a libere votazioni ai sensi dello statuto vigente", si legge nel verbale di nomina del settembre 2012. Compito a cui il professore ha assolto nonostante in quest'anno di lavoro non sarebbe prevalsa un'atmosfera serena. "Ho perso entusiasmo e grinta di continuare, sono stato oggetto di vessazioni, prevaricazioni, offese, ostruzionismi", conferma lui stesso, aggiungendo: "Gravina avrebbe bisogno di uomini colti e veramente sensibili al suo risveglio e alla sollevazione dalla palude in cui si trova. Prima di tutto di giovani svegli che non aspettino l'obolo dei politici".
A sostegno delle sue tesi il presidente evidenzia le molteplici attività svolte durante l'anno tra cui i "gemellaggi con la città di Recanati in nome della poesia; il gemellaggio con la cittadina di Laurenzana, nel potentino, in nome di una storia comune in quanto città dipendente dai feudatari di Gravina, sino al 1808". Mentre svariate altre attività non sarebbero state realizzate "anche a causa dei tempi, troppo striminziti".
Quello che andrebbe anteposto, alle elezioni, al fine di migliorare il lavoro della Pro Loco, sostiene il professore "sarebbe il rapporto con la città". Ad oggi ci sono poco più di 120 iscritti, che rispetto ad una città popolata da oltre quarantamila cittadini è poca cosa. Bisognerebbe migliorare il rapporto col passato, dal momento che non appare del tutto passato. La città interagisce con la Pro Loco, "con molta diffidenza e distacco per le guerre interne che l'hanno sempre contraddistinta, ieri Schinco, Schiavulli, Cornacchia", dettaglia Raguso.
Sarebbe questo il punto da chiarire, attraverso una pacifica forma di mediazione, alla presenza della giunta comunale che si è occupata di designare Raguso presidente commissario. Il primo punto di cui preoccuparsi è il bene e la bellezza di una città che deve brillare per quello che è, lontana da individualismi distruttivi o da un passato eccessivamente burrascoso, che stenta ad andar via. Solo col dialogo costruttivo e un pensiero al bene comune si può.
Le elezioni, dunque, possono aspettare?
Secondo l'attuale presidente Fedele Raguso, però, non si tratterebbe della situazione migliore in cui andare al voto, dal momento che non ci sarebbero le condizioni per procedere a "votazioni unitarie e amichevoli". Raguso era divenuto presidente a settembre dello scorso anno in qualità di rappresentate dell'amministrazione comunale per gestire il difficile compito di amalgamare le due anime della Pro Loco, "per un tempo massimo di un anno con il compito di gestire l'associazione e di portarla, entro il termine massimo di un anno, a libere votazioni ai sensi dello statuto vigente", si legge nel verbale di nomina del settembre 2012. Compito a cui il professore ha assolto nonostante in quest'anno di lavoro non sarebbe prevalsa un'atmosfera serena. "Ho perso entusiasmo e grinta di continuare, sono stato oggetto di vessazioni, prevaricazioni, offese, ostruzionismi", conferma lui stesso, aggiungendo: "Gravina avrebbe bisogno di uomini colti e veramente sensibili al suo risveglio e alla sollevazione dalla palude in cui si trova. Prima di tutto di giovani svegli che non aspettino l'obolo dei politici".
A sostegno delle sue tesi il presidente evidenzia le molteplici attività svolte durante l'anno tra cui i "gemellaggi con la città di Recanati in nome della poesia; il gemellaggio con la cittadina di Laurenzana, nel potentino, in nome di una storia comune in quanto città dipendente dai feudatari di Gravina, sino al 1808". Mentre svariate altre attività non sarebbero state realizzate "anche a causa dei tempi, troppo striminziti".
Quello che andrebbe anteposto, alle elezioni, al fine di migliorare il lavoro della Pro Loco, sostiene il professore "sarebbe il rapporto con la città". Ad oggi ci sono poco più di 120 iscritti, che rispetto ad una città popolata da oltre quarantamila cittadini è poca cosa. Bisognerebbe migliorare il rapporto col passato, dal momento che non appare del tutto passato. La città interagisce con la Pro Loco, "con molta diffidenza e distacco per le guerre interne che l'hanno sempre contraddistinta, ieri Schinco, Schiavulli, Cornacchia", dettaglia Raguso.
Sarebbe questo il punto da chiarire, attraverso una pacifica forma di mediazione, alla presenza della giunta comunale che si è occupata di designare Raguso presidente commissario. Il primo punto di cui preoccuparsi è il bene e la bellezza di una città che deve brillare per quello che è, lontana da individualismi distruttivi o da un passato eccessivamente burrascoso, che stenta ad andar via. Solo col dialogo costruttivo e un pensiero al bene comune si può.
Le elezioni, dunque, possono aspettare?