La tardiva risposta di Divella
Il sindaco difende la comunità ma non chiarisce la sua posizione
sabato 30 aprile 2011
Non si placano le polemiche dopo i gravi episodi accaduti in città che hanno coinvolto i sanitari della Asl e i volontari della Lega del cane. Centinaia di italiani hanno letteralmente inondato di messaggi la posta elettronica del comune così come quella della nostra redazione, per esprimere dissenso e rammarico per l'episodio accaduto. Toni duri e parole spesso spropositate che hanno fatto del sindaco Divella il bersaglio preferito. Messaggi a cui egli stesso ha voluto rispondere ricordando innanzitutto che: "Se ci sono state inadempienze o violazioni della legge saranno gli organi preposti a stabilire la verità dei fatti. Fino ad allora, a nessuno è permesso gettare fango o emettere sentenze"
Dopo giorni di silenzio, dunque, Divella ha affidato ad una missiva la sua posizione ufficiale in merito alle vicende appena raccontate per esprimere disappunto contro la "campagna denigratoria e diffamatoria che sta colpendo l'intera città di Gravina in Puglia…Un fatto episodico e non giustificabile che non riguarda l'Amministrazione Comunale e non appartiene alla comunità gravinese".
Una difesa accorata quella di Divella che ricorda di aver incontrato i volontari della Lega e di aver accettato un, non meglio precisato invito della Asl, ma che di fatto, non specifica ne modi ne tempi di intervento per risolvere la grave questione del randagismo.
Vorremmo ricordare che la nostra redazione, che ogni giorno puntualmente cerca di informare la cittadinanza dando voce a tutti i protagonisti delle vicende che raccontiamo, è ancora in attesa di poter porre delle domande al sindaco a cominciare dalla ordinanza n. 43 sino a chiarire quali sono i rapporti tra Lega del cane e Asl e in che modo l'amministrazione comunale intende favorire una serena e proficua collaborazione. Punti ancora tutti da chiarire.
Sebbene sia condivisibile la posizione del primo cittadino che minaccia di prendere provvedimenti contro questa "campagna denigratoria" ci chiediamo se sia ancora il caso di parlare attraverso messaggi che non aggiungono nulla di nuovo alla sostanza. Insomma la riposta di Divella giunge tardiva e soprattutto troppo generica. A quindici giorni dall'accaduto, durante il quale i comunicati giunti da Palazzo di città, a parte elargire "fiducia e stima", non hanno mai lasciato trapelare una posizione chiara e decisa dell'amministrazione comunale, sorprendono i toni del primo cittadino soprattutto perché non chiariscono ne quali sono i provvedimenti presi in merito al canile sanitario, su cui tante parole sono state spese nel corso del 2010, ne tanto meno chiarisce chi è il reale destinatario del suo messaggio.
Fa bene il sindaco a ricordare che è suo dovere tutelare la comunità gravinese ma Divella dovrebbe tener presente che nascondersi dietro la "cordialità e il silenzio" spesso rischia di lasciare irrisolte intere questioni causando tanti problemi a quella comunità che dice di voler difendere.
Dopo giorni di silenzio, dunque, Divella ha affidato ad una missiva la sua posizione ufficiale in merito alle vicende appena raccontate per esprimere disappunto contro la "campagna denigratoria e diffamatoria che sta colpendo l'intera città di Gravina in Puglia…Un fatto episodico e non giustificabile che non riguarda l'Amministrazione Comunale e non appartiene alla comunità gravinese".
Una difesa accorata quella di Divella che ricorda di aver incontrato i volontari della Lega e di aver accettato un, non meglio precisato invito della Asl, ma che di fatto, non specifica ne modi ne tempi di intervento per risolvere la grave questione del randagismo.
Vorremmo ricordare che la nostra redazione, che ogni giorno puntualmente cerca di informare la cittadinanza dando voce a tutti i protagonisti delle vicende che raccontiamo, è ancora in attesa di poter porre delle domande al sindaco a cominciare dalla ordinanza n. 43 sino a chiarire quali sono i rapporti tra Lega del cane e Asl e in che modo l'amministrazione comunale intende favorire una serena e proficua collaborazione. Punti ancora tutti da chiarire.
Sebbene sia condivisibile la posizione del primo cittadino che minaccia di prendere provvedimenti contro questa "campagna denigratoria" ci chiediamo se sia ancora il caso di parlare attraverso messaggi che non aggiungono nulla di nuovo alla sostanza. Insomma la riposta di Divella giunge tardiva e soprattutto troppo generica. A quindici giorni dall'accaduto, durante il quale i comunicati giunti da Palazzo di città, a parte elargire "fiducia e stima", non hanno mai lasciato trapelare una posizione chiara e decisa dell'amministrazione comunale, sorprendono i toni del primo cittadino soprattutto perché non chiariscono ne quali sono i provvedimenti presi in merito al canile sanitario, su cui tante parole sono state spese nel corso del 2010, ne tanto meno chiarisce chi è il reale destinatario del suo messaggio.
Fa bene il sindaco a ricordare che è suo dovere tutelare la comunità gravinese ma Divella dovrebbe tener presente che nascondersi dietro la "cordialità e il silenzio" spesso rischia di lasciare irrisolte intere questioni causando tanti problemi a quella comunità che dice di voler difendere.