La violenza sulla tredicenne continua a far parlare… ma non a scuola!
Alla "Ingannamorte" si respira aria natalizia. Il dirigente scolastico chiede che l'istituto venga tenuto fuori dalla vicenda
giovedì 23 dicembre 2010
16.11
È sulla bocca di tutti, le testate giornalistiche nazionali ne hanno parlato associando la triste vicenda pre-natalizia a quella dei fratellini Pappalardi (la tragica fine dei fratellini di Gravina nonostante le sue mende, le sue rughe, è sempre attuale), commenti e nomi sono atterrati persino sul social network più in voga del momento: l'ignobile episodio della tredicenne gravinese violentata ripetutamente da un branco di coetanei non ha risparmiato nessun moralista e probabilmente sarà così anche nei prossimi giorni!
E a Gravina il prezzo più caro continuano a pagarlo i più piccoli, i ragazzi!
Nell' istituto scolastico N. Ingannamorte di Gravina, (scuola media inferiore frequentata dalla minorenne violentata e da uno dei minori che ha abusato di lei) tra i ragazzi si respira per fortuna aria natalizia; non è stato difficile ieri mattina avvertire un profumo di serenità tra gli studenti, tra coloro che pure conoscono, che pure ne hanno sentiti di giudizi e di condanne nelle ultime ore, ma che continuano pur sempre ad essere alunni di scuola media. E proprio in quanto studenti appena tredicenni e quattordicenni, gran parte degli stessi non si è sottratta dal partecipare attivamente a recite natalizie nell'ultimo giorno di scuola prima delle lunghe vacanze.
Ma come è possibile che gli "stessi" protagonisti passino da rappresentazioni e recite a scuola ad atti di violenza sessuale? Facile chiedere, difficile dare una risposta!
Tra canti, benedizioni, recitazioni e preghiere siamo riusciti ad intercettare il preside dell'istituto scolastico Ingannamorte, il prof. Guglielmi il quale ha precisato che preferisce non rilasciare dichiarazioni, perchè la scuola deve essere tenuta fuori dalla vicenda. Ci sarebbe piaciuto capire se episodi del genere, ancora sorprendono o se in un degrado sociale avvertito da più parti, in un decadimento patito anche dalla scuola, c'era "da aspettarselo", tutto diventa in un certo senso prevedibile; avremmo voluto capire come la scuola intenda muoversi di fronte ad un caso del genere che inevitabilmente ha ripercussioni anche dal punto di vista scolastico e prima ancora aggregativo della ragazza. Ma trattasi di una scelta del dirigente che non possiamo che rispettare.
In assenza però di fonti ufficiali pronte a lanciare messaggi educativi, a scongiurare la presenza di casi simili, a suggerire modelli formativi ai genitori delle baby gang di stupratori, la risposta al tutto sembra riposi nella "vox populi"! Forse non è questo il caso di parlare anche di "vox dei", non sempre le voci sono vere quando il popolo è concorde nell'affermarle. In questo caso un'altalena di voci così contraddittoria, così "ansiogena" si sta muovendo nell'aria, in più occasioni i giudizi sono negativi, tendenziosi, parziali. Tra il delirio collettivo e gli slanci giustizialisti, si invita il lettore ad una riflessione: Gravina non deve essere vista come terra di minori violentate, ragazzini aguzzini, connivenza e disattenzione da parte delle famiglie; ci si preoccupi invece del dilagare di un fenomeno sociale che accomuna paesi e città, nord e sud! Per questo ha poco senso continuare nel solco dell'equazione vittime-ragazzi, carnefice-cultura gravinese!
Esprimiamo invece piena solidarietà alla tredicenne coinvolta nella turpe vicenda, costretta a subire un mese e mezzo di continue violenze, fisiche e soprattutto psicologiche, e ne esaltiamo il coraggio che la ragazza ha avuto nel denunciare il tutto ai genitori prima, alle autorità poi.
E a Gravina il prezzo più caro continuano a pagarlo i più piccoli, i ragazzi!
Nell' istituto scolastico N. Ingannamorte di Gravina, (scuola media inferiore frequentata dalla minorenne violentata e da uno dei minori che ha abusato di lei) tra i ragazzi si respira per fortuna aria natalizia; non è stato difficile ieri mattina avvertire un profumo di serenità tra gli studenti, tra coloro che pure conoscono, che pure ne hanno sentiti di giudizi e di condanne nelle ultime ore, ma che continuano pur sempre ad essere alunni di scuola media. E proprio in quanto studenti appena tredicenni e quattordicenni, gran parte degli stessi non si è sottratta dal partecipare attivamente a recite natalizie nell'ultimo giorno di scuola prima delle lunghe vacanze.
Ma come è possibile che gli "stessi" protagonisti passino da rappresentazioni e recite a scuola ad atti di violenza sessuale? Facile chiedere, difficile dare una risposta!
Tra canti, benedizioni, recitazioni e preghiere siamo riusciti ad intercettare il preside dell'istituto scolastico Ingannamorte, il prof. Guglielmi il quale ha precisato che preferisce non rilasciare dichiarazioni, perchè la scuola deve essere tenuta fuori dalla vicenda. Ci sarebbe piaciuto capire se episodi del genere, ancora sorprendono o se in un degrado sociale avvertito da più parti, in un decadimento patito anche dalla scuola, c'era "da aspettarselo", tutto diventa in un certo senso prevedibile; avremmo voluto capire come la scuola intenda muoversi di fronte ad un caso del genere che inevitabilmente ha ripercussioni anche dal punto di vista scolastico e prima ancora aggregativo della ragazza. Ma trattasi di una scelta del dirigente che non possiamo che rispettare.
In assenza però di fonti ufficiali pronte a lanciare messaggi educativi, a scongiurare la presenza di casi simili, a suggerire modelli formativi ai genitori delle baby gang di stupratori, la risposta al tutto sembra riposi nella "vox populi"! Forse non è questo il caso di parlare anche di "vox dei", non sempre le voci sono vere quando il popolo è concorde nell'affermarle. In questo caso un'altalena di voci così contraddittoria, così "ansiogena" si sta muovendo nell'aria, in più occasioni i giudizi sono negativi, tendenziosi, parziali. Tra il delirio collettivo e gli slanci giustizialisti, si invita il lettore ad una riflessione: Gravina non deve essere vista come terra di minori violentate, ragazzini aguzzini, connivenza e disattenzione da parte delle famiglie; ci si preoccupi invece del dilagare di un fenomeno sociale che accomuna paesi e città, nord e sud! Per questo ha poco senso continuare nel solco dell'equazione vittime-ragazzi, carnefice-cultura gravinese!
Esprimiamo invece piena solidarietà alla tredicenne coinvolta nella turpe vicenda, costretta a subire un mese e mezzo di continue violenze, fisiche e soprattutto psicologiche, e ne esaltiamo il coraggio che la ragazza ha avuto nel denunciare il tutto ai genitori prima, alle autorità poi.