Lavori al museo, dopo 12 anni il Tribunale condanna il Comune
Finisce con un risarcimento il processo avviato nel 2002 tra la la Fondazione Santomasi e il Comune di Gravina
lunedì 12 gennaio 2015
9.03
E' finita dopo dodici anni con una condanna per il municipio gravinese il processo tra lo stesso Comune e la Fondazione Santomasi. Una controversia tra i due Enti, "nell'ambito della quale il Comune ha tentato di addebitare alla Fondazione, ovvero agli organi e al personale che per la stessa hanno operato, inadempienze e ritardi nell'espletamento delle incombenze amministrative, che di fatto erano imputabili ai funzionari comunali" racconta l'avvocato Antonia D'Ecclesiis, legale di parte della Fondazione.
La vicenda invece riguarda un finanziamento pubblico per il recupero del Museo Santomasi. I lavori erano stati affidati ad un'impresa altamurana che dopo qualche tempo aveva lamentato danni e disagi dovuti ai ritardi nei pagamenti dei lavori. Chiamato in giudizio il Comune di Gravina, nel 2002, l'Ente si era difeso sostenendo la propria estraneità ai fatti e addebitando alla Fondazione, poi chiamata in causa dal Comune stesso, la responsabilità di quanto accaduto. "Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, all'epoca presieduto dal professor Mario Terlizzi, espresse grande indignazione per la superficialità e forse "mala fede" con cui gli organi comunali avevano gestito la vicenda" scrive oggi l'avvocato D'Ecclesiis, chiamata a "sostenere in giudizio le ragioni della Fondazione e smascherare la condotta antigiuridica dei funzionari del Comune e la illegittimità della chiamata in causa".
Dopo anni di carte bollate e dopo i ripetuti cambi ai vertici tanto a palazzo di città quanto alla guida della Fondazione, i giudici del Tribunale civile di Bari hanno messo la parola fine su questa diatriba.
"La sentenza del Tribunale ha scagionato da ogni responsabilità gli organi della Fondazione – afferma deciso il legale - ed anzi ha posto in rilievo gravi deficienze nell'operato di alcuni funzionari del Comune che con gravi ed ingiustificabili ritardi nello svolgimento dei loro compiti, hanno determinato l'insorgere del contenzioso".
Il Comune, a cui nei prossimi giorni sarà chiesto di fornire la sua versione dei fatti per completezza di informazione, è stato condannato al pagamento delle spese processuali.
"Il che significa danno erariale del quale qualcuno sarà tenuto a rispondere. Infine, onore alla memoria di coloro i quali (purtroppo oggi non più tra noi), ingiustamente coinvolti, hanno servito con abnegazione gli interessi della Fondazione, ovvero gli interessi della collettività" conclude l'avvocato.
La vicenda invece riguarda un finanziamento pubblico per il recupero del Museo Santomasi. I lavori erano stati affidati ad un'impresa altamurana che dopo qualche tempo aveva lamentato danni e disagi dovuti ai ritardi nei pagamenti dei lavori. Chiamato in giudizio il Comune di Gravina, nel 2002, l'Ente si era difeso sostenendo la propria estraneità ai fatti e addebitando alla Fondazione, poi chiamata in causa dal Comune stesso, la responsabilità di quanto accaduto. "Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, all'epoca presieduto dal professor Mario Terlizzi, espresse grande indignazione per la superficialità e forse "mala fede" con cui gli organi comunali avevano gestito la vicenda" scrive oggi l'avvocato D'Ecclesiis, chiamata a "sostenere in giudizio le ragioni della Fondazione e smascherare la condotta antigiuridica dei funzionari del Comune e la illegittimità della chiamata in causa".
Dopo anni di carte bollate e dopo i ripetuti cambi ai vertici tanto a palazzo di città quanto alla guida della Fondazione, i giudici del Tribunale civile di Bari hanno messo la parola fine su questa diatriba.
"La sentenza del Tribunale ha scagionato da ogni responsabilità gli organi della Fondazione – afferma deciso il legale - ed anzi ha posto in rilievo gravi deficienze nell'operato di alcuni funzionari del Comune che con gravi ed ingiustificabili ritardi nello svolgimento dei loro compiti, hanno determinato l'insorgere del contenzioso".
Il Comune, a cui nei prossimi giorni sarà chiesto di fornire la sua versione dei fatti per completezza di informazione, è stato condannato al pagamento delle spese processuali.
"Il che significa danno erariale del quale qualcuno sarà tenuto a rispondere. Infine, onore alla memoria di coloro i quali (purtroppo oggi non più tra noi), ingiustamente coinvolti, hanno servito con abnegazione gli interessi della Fondazione, ovvero gli interessi della collettività" conclude l'avvocato.