Lebrosario di Acquaviva, a giudizio don Mimmo Laddaga
L'accusa per il sacerdote e altre 8 persone è di truffa ai danni della Regione Puglia
venerdì 30 gennaio 2015
18.46
Rinvio a giudizio per don Mimmo Laddaga e Saverio Vavalle, amministratori della Colonia Hanseniana di Gioia del Colle, la società gestita dall'ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, e altre otto persone tra fornitori e dipendenti della struttura.
Per tutti l'accusa è di truffa ai danni della Regione Puglia per oltre 2 milioni di euro. Secondo la Procura di Bari gli imputati avrebbero dichiarando spese non sostenute e lavori di ristrutturazione mai eseguiti mentre avrebbero acquistato quantità esagerate di generi alimentari facendosi rimborsare tutti i costi, compresi quelli per l'acquisto del materiale medico, dall'ente regionale.
La prima udienza del processo è fissata per il 9 aprile davanti al tribunale monocratico di Bari. A giudizio anche l'Ente Ecclesiastico Miulli e la società Edilsan & Global Service srl di Acquaviva.
Stando alla tesi del pubblico ministero Renato Nitti, gli indagati avrebbero ottenuto un ingiusto profitto per oltre 1 milione di euro, rimborsati dalla Regione Puglia, tra il 2004 e il 2010, mettendo in bilancio spese non sostenute.
Nell'ambito dell'indagine don Laddaga e Vavalle furono arrestati nel settembre 2012 e successivamente scarcerati.
Per tutti l'accusa è di truffa ai danni della Regione Puglia per oltre 2 milioni di euro. Secondo la Procura di Bari gli imputati avrebbero dichiarando spese non sostenute e lavori di ristrutturazione mai eseguiti mentre avrebbero acquistato quantità esagerate di generi alimentari facendosi rimborsare tutti i costi, compresi quelli per l'acquisto del materiale medico, dall'ente regionale.
La prima udienza del processo è fissata per il 9 aprile davanti al tribunale monocratico di Bari. A giudizio anche l'Ente Ecclesiastico Miulli e la società Edilsan & Global Service srl di Acquaviva.
Stando alla tesi del pubblico ministero Renato Nitti, gli indagati avrebbero ottenuto un ingiusto profitto per oltre 1 milione di euro, rimborsati dalla Regione Puglia, tra il 2004 e il 2010, mettendo in bilancio spese non sostenute.
Nell'ambito dell'indagine don Laddaga e Vavalle furono arrestati nel settembre 2012 e successivamente scarcerati.