Lega: Gravina città a vocazione archeologica

Alcune motivazioni contro il deposito nazionale nucleare

domenica 31 gennaio 2021 17.34
"A poco più di un mese dalla scadenza del termine per la presentazione di osservazione alla Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), che ha individuazione l'agro di Gravina tra i 67 siti potenzialmente idonei ad ospitare il deposito unico nazionale di stoccaggio di rifiuti radioattivi, il Circolo Territoriale della Lega torna su questa annosa questione, chiedendo al sindaco un maggiore coinvolgimento di tutte quelle personalità del mondo della cultura che possano contribuire fattivamente a scongiurare questa iattura per tutto il territorio".

Questo l'inizio del comunicato con cui il coordinamento cittadino della Lega manifesta la propria contrarietà alla collocazione del deposito unico nazionale di rifiuti radioattivi sul territorio gravinese. il comunicato poi continua:

"Plaudiamo alla convocazione della massima assise rappresentativa della comunità locale, ovvero il Consiglio Comunale da parte della Presidente Digiesi e contestualmente, invitiamo il Sindaco a recepire tutte le osservazioni che saranno presentate, al fine di mettere in evidenza, qualora ve ne fosse ancora bisogno, la netta contrarietà di questa comunità ad una decisione che grida vendetta. In questi giorni, tra le tante voci che si sono levate contro questa ingiustizia verso questa comunità, vi è anche quella del Prof. Alastair M. Small, archeologo di fama mondiale, docente emerito dell'Università del Canada, nonché cittadino onorario della nostra Città.

Al Prof. Small è stato chiesto un parere scientifico sulla valenza archeologica dell'area ritenuta da Sogin (società di gestione degli impianti nucleari) potenzialmente idonea a diventare il sito unico nazionale di rifiuti radioattivi, e le sue considerazioni possono essere particolarmente illuminanti nella redazione delle osservazioni.

Secondo il Prof. Small, si tratta di «due siti indagati da Dennis Aldridge nell'1971-2 in connessione con lo scavo britannico su Botromagno sull'altipiano ad ovest del Torrente Gravina, al sud di Gravina, rientrano nella zona discussa. Belmonte. Villaggio medievale con torre, ben conosciuto e ampiamente illustrato dal nostro storico locale Domenico Nardone, nei pressi della masseria San Donato, esistono rapporti di tombe trovate nei dintorni del sito che si estende su ca. 50,000m2. Alt 445m. Il materiale trovato comprende 82 frammenti antichi, maggiormente con impasto nero e bruno dell'età del ferro; inoltre 2 frammenti di ceramica a vernice nera del IV / inizio III sec. a.C; 2 pezzi di macine antiche, e coppi. Vicino alla Masseria San Domenico esiste un sito peuceta visibile in fotografie aeree, conosciuto dalla Soprintendenza, che giace fuori il limite della nostra ricognizione.

Vicino alla Masseria Zingariello esiste un sito altomedievale, V87a, indagato dal S.P. Vinson all'inizio degli anni '70. Il materiale raccolto sulla superficie comprende: un frammento di terra sigillata chiara, 6 frammenti di ceramica comune, e coppi. Una fibula ad anello altomedievale, iscritta LUPUS BIBAS conservato nella Fondazione Santomasi proveniente dalla località Zingariello: D'Angela, C., 1994. Due nuove fibule altomedievali da Ruvo e Gravina di Puglia, in Scritti vari di antichità in onore di Benita Sciarra Bardaro, eds. C. Marangio & A. Nitti, Fasano, 81-3. La maggior parte della zona in questione non è stata soggetto ad un'esplorazione archeologica intensiva».

Secondo il nostro concittadino onorario, la zona potenzialmente idonea ad ospitare il sito nazionale avrebbe una grande valenza di natura archeologica, argomentazioni adeguatamente sufficienti a sostenere le ragioni del "nostro no" ad ogni ipotesi di preferenza di questo territorio quale sito unico nazionale di stoccaggio di rifiuti radioattivi.

Dunque invitiamo il Sindaco a consultare con la massima sollecitudine lo stesso Prof. Alastair M. Small, al fine di rendere un ulteriore parere, ancora più approfondito ed articolato sulla vocazione archeologica e storica dell'area, da allegare alle osservazioni che gli esperti della Regione vorranno presentare al ministero, in modo da scongiurare questo ulteriore sfregio alla nostra comunità.

Dal canto nostro possiamo dire che continueremo a fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità affinché ciò non avvenga, opponendoci, con tutte forze, ad una ipotesi di ubicazione di tale sito nella nostra Città. Allo stesso tempo, però, proprio per rimarcare la nostra vocazione turistica di questa terra, con un patrimonio storico ed archeologico di altissimo livello, ci consenta il Sindaco di ricordargli che il Centro Operativo per l'Archeologia di Gravina è prossimo alla chiusura o ancor più grave è stato già chiuso; che non è dato sapere cosa ne sarà della convenzione sottoscritta tra Comune e Mibac con la quale il Comune si impegnava a garantire l'uso dei locali ed il pagamento delle utenze ed il Mibac, invece, si impegnava a mettere a disposizione il proprio personale.

Cosa intende fare il Comune di questa convenzione? che fine faranno i reperti custoditi in questa struttura? cosa è stato previsto per scongiurare la creazione dell'ennesimo contenitore vuoto? Domande che poniamo all'Amministrazione Comunale, a cui suggeriamo di continuare ad usarla come Centro Operativo per l'Archeologia o convertirla in museo, dislocando parte del personale impiegato presso la Fondazione Ettore Pomarici Santomasi, , a supporto del personale ministeriale. Riteniamo questa soluzione idonea potenziare l'offerta turistica, creando un ulteriore contenitore all'interno del quale mettere in bella mostra il nostro patrimonio".