Lupi e cinghiali nel Parco, Coldiretti chiede interventi a tutela di agricoltori e allevatori
Incontro con il nuovo presidente Tarantini
venerdì 13 settembre 2019
09.00
Il Parco nazionale dell'Alta Murgia non può prescindere da un confronto ed una continua collaborazione con il sistema produttivo agricolo. E' quanto è emerso in un incontro tra il nuovo presidente dell'ente, Francesco Tarantini e una delegazione dei presidenti di Coldiretti di Altamura, Gravina, Spinazzola, Minervino, Poggiorsini, Santeramo e Corato.
Sul tavolo della discussione le linee guida della nuova governance del Parco che intende focalizzare l'attenzione sulle principali emergenze dell'area protetta che riguardano i rifiuti e la presenza sempre più pericolosa di lupi e cinghiali.
E non potrebbe essere altrimenti in un'area dove le attività agroalimentari sono uno dei punti di forza economica e produttiva del territorio a cavallo tra le regioni Puglia e Basilicata.
Sono, infatti, 6.298 le imprese agricole che operano nella filiera agroalimentare all'interno del Parco, con 127 imprese dedite alla trasformazione e con un numero di addetti che sfiora le 5000 unità: numeri che danno ad intendere come il comparto ha bisogno di essere adeguatamente rappresentata e promossa dal Parco.
"Il confronto molto proficuo si è concentrato sulla necessità che il Parco diventi un laboratorio di sviluppo della multifunzionalità agricola, riconoscendo un grande protagonismo alle collettività residenti, un patrimonio produttivo da tutelare contro gli attacchi di lupi e cinghiali che distruggono le produzioni agricole nei campi e feriscono a morte gli animali nei pascoli e dai rifiuti, divenuti una emergenza ambientale e di immagine per le aziende agricole"- ha sottolineato il presidente di Coldiretti Bari BAT, Savino Muraglia.
Dal Parco stanno valutando nuovi metodi per contrastare i fenomeni dell'abbandono dei rifiuti e della presenza di animali selvatici che danneggiano le colture e rappresentano un pericolo per gli abitanti del Parco. Per i primi, verrà usato un sistema di controllo con telecamere ed intensificazione della guardiania; mentre per contrastare il fenomeno della fauna selvatica si vorrebbe rinunciare al sistema delle gabbie, risultato al quanto inefficace, per sostituirlo con il selecontrollo.
"Sono passati 25 anni da quando si iniziò a parlare dell'istituzione del Parco dell'Alta Murgia e sin da subito Coldiretti chiese con forza che fosse creato uno strumento in equilibrio costruttivo con il mondo economico e sociale dell'area, in grado di migliorare realmente la salubrità della vita e dell'ambiente e promuovere, al contempo, le pratiche agrarie caratteristiche della zona"- ha detto in chiusura il presidente Muraglia.
Sul tavolo della discussione le linee guida della nuova governance del Parco che intende focalizzare l'attenzione sulle principali emergenze dell'area protetta che riguardano i rifiuti e la presenza sempre più pericolosa di lupi e cinghiali.
E non potrebbe essere altrimenti in un'area dove le attività agroalimentari sono uno dei punti di forza economica e produttiva del territorio a cavallo tra le regioni Puglia e Basilicata.
Sono, infatti, 6.298 le imprese agricole che operano nella filiera agroalimentare all'interno del Parco, con 127 imprese dedite alla trasformazione e con un numero di addetti che sfiora le 5000 unità: numeri che danno ad intendere come il comparto ha bisogno di essere adeguatamente rappresentata e promossa dal Parco.
"Il confronto molto proficuo si è concentrato sulla necessità che il Parco diventi un laboratorio di sviluppo della multifunzionalità agricola, riconoscendo un grande protagonismo alle collettività residenti, un patrimonio produttivo da tutelare contro gli attacchi di lupi e cinghiali che distruggono le produzioni agricole nei campi e feriscono a morte gli animali nei pascoli e dai rifiuti, divenuti una emergenza ambientale e di immagine per le aziende agricole"- ha sottolineato il presidente di Coldiretti Bari BAT, Savino Muraglia.
Dal Parco stanno valutando nuovi metodi per contrastare i fenomeni dell'abbandono dei rifiuti e della presenza di animali selvatici che danneggiano le colture e rappresentano un pericolo per gli abitanti del Parco. Per i primi, verrà usato un sistema di controllo con telecamere ed intensificazione della guardiania; mentre per contrastare il fenomeno della fauna selvatica si vorrebbe rinunciare al sistema delle gabbie, risultato al quanto inefficace, per sostituirlo con il selecontrollo.
"Sono passati 25 anni da quando si iniziò a parlare dell'istituzione del Parco dell'Alta Murgia e sin da subito Coldiretti chiese con forza che fosse creato uno strumento in equilibrio costruttivo con il mondo economico e sociale dell'area, in grado di migliorare realmente la salubrità della vita e dell'ambiente e promuovere, al contempo, le pratiche agrarie caratteristiche della zona"- ha detto in chiusura il presidente Muraglia.