M5S: “Edificio pericolante in via Montea va messo in sicurezza”
Il Movimento invita il Sindaco Valente ad emettere un’ordinanza
lunedì 1 luglio 2019
11.30
Il gruppo consiliare Movimento Cinque Stelle ha presentato una richiesta di messa in sicurezza dell'edificio pericolante su Via Giudice Montea. Di seguito la nota delle tre consigliere comunali.
Le rappresentanti del gruppo consiliare Movimento Cinque Stelle, Rosa Cataldi, Raffaella Colavito e Ketti Lorusso hanno inviato al sindaco una nota ufficiale, protocollata presso Palazzo di Città, con cui chiedono di provvedere, nell'immediato e con estrema urgenza, ad emettere l'ordinanza di messa in sicurezza dell'edificio pericolante, il cui crollo ha causato la chiusura della storica e panoramica via Giudice Montea.
"Come tutti sappiamo - dichiarano le consigliere di opposizione - l'edificio pericolante di proprietà del sig. Patimo, nel 2011 crollò, comportando la chiusura di via Giudice Montea, al fine di tutelare l'incolumità dei passanti.
L'allora Sindaco Divella, si adoperò fattivamente per arginare la situazione attraverso l'emanazione di diverse Ordinanze, tra cui quella di Messa in Sicurezza, datata 13.05.2011, prot. 15242, rivolta in danno del proprietario.
Peccato, però, che l'iter procedurale, successivo a quella Ordinanza di Messa in Sicurezza, non ha mai avuto luogo, considerata anche la breve durata dell'amministrazione Divella che, di lì a poco, decadde.
Nella nostra nota - sottolineano le pentastellate - abbiamo rinfrescato la memoria a Valente, ricordandogli che in quel periodo, in qualità di consigliere di minoranza, è stato fautore dell'Associazione "Siamo Tutti Tufi" il cui scopo era proprio quello di sollecitare il sindaco Divella a porre in essere tutte le azioni volte ad eliminare i pericoli del palazzo di via Giudice Montea e, conseguentemente, alla rimozione del muro che ne impediva l'accesso.
Dal 2012 di quella associazione ci sono rimasti solo i "tufi"?, visto che i suoi maggiori rappresentanti, in primis Valente, hanno trovato posto al Comune, e, nonostante avessero a disposizione strumenti ed interi uffici comunali, non hanno mai dato seguito alle loro battaglie, tra cui quella di ordinare al proprietario di mettere in sicurezza il suo edificio per restituire via Giudice Montea alla Città.
Della questione - incalzano le consigliere di minoranza - ci siamo interessate più volte, interrogando il sindaco in Consiglio comunale, ma, nonostante ciò, il Primo Cittadino ha continuato ad ignorare le nostre richieste, preferendo non adottare alcun provvedimento e lasciando, di fatto, la situazione di via Giudice Montea abbandonata a sé stessa.
Noi non ci arrendiamo - dicono Cataldi, Colavito e K. Lorusso- e siamo ritornate sull'argomento inviando al sindaco una comunicazione per richiamarlo alle sue responsabilità.
Da Primo Cittadino ha l'obbligo - concludono- di adoperarsi con assoluta immediatezza e priorità, ad adottare gli atti e provvedimenti che rientrano nei suoi poteri, al fine di liberare via Giudice Montea dal muro eretto nel 2011, ordinando al proprietario di mettere in sicurezza il suo edificio pericolante o, in caso di non ottemperanza all'esecuzione dell'ordinanza stessa, il comune di Gravina deve intervenire, eseguendo le opere necessarie per, poi, rivalersi sul proprietario per il legittimo recupero delle spese sostenute".
Le rappresentanti del gruppo consiliare Movimento Cinque Stelle, Rosa Cataldi, Raffaella Colavito e Ketti Lorusso hanno inviato al sindaco una nota ufficiale, protocollata presso Palazzo di Città, con cui chiedono di provvedere, nell'immediato e con estrema urgenza, ad emettere l'ordinanza di messa in sicurezza dell'edificio pericolante, il cui crollo ha causato la chiusura della storica e panoramica via Giudice Montea.
"Come tutti sappiamo - dichiarano le consigliere di opposizione - l'edificio pericolante di proprietà del sig. Patimo, nel 2011 crollò, comportando la chiusura di via Giudice Montea, al fine di tutelare l'incolumità dei passanti.
L'allora Sindaco Divella, si adoperò fattivamente per arginare la situazione attraverso l'emanazione di diverse Ordinanze, tra cui quella di Messa in Sicurezza, datata 13.05.2011, prot. 15242, rivolta in danno del proprietario.
Peccato, però, che l'iter procedurale, successivo a quella Ordinanza di Messa in Sicurezza, non ha mai avuto luogo, considerata anche la breve durata dell'amministrazione Divella che, di lì a poco, decadde.
Nella nostra nota - sottolineano le pentastellate - abbiamo rinfrescato la memoria a Valente, ricordandogli che in quel periodo, in qualità di consigliere di minoranza, è stato fautore dell'Associazione "Siamo Tutti Tufi" il cui scopo era proprio quello di sollecitare il sindaco Divella a porre in essere tutte le azioni volte ad eliminare i pericoli del palazzo di via Giudice Montea e, conseguentemente, alla rimozione del muro che ne impediva l'accesso.
Dal 2012 di quella associazione ci sono rimasti solo i "tufi"?, visto che i suoi maggiori rappresentanti, in primis Valente, hanno trovato posto al Comune, e, nonostante avessero a disposizione strumenti ed interi uffici comunali, non hanno mai dato seguito alle loro battaglie, tra cui quella di ordinare al proprietario di mettere in sicurezza il suo edificio per restituire via Giudice Montea alla Città.
Della questione - incalzano le consigliere di minoranza - ci siamo interessate più volte, interrogando il sindaco in Consiglio comunale, ma, nonostante ciò, il Primo Cittadino ha continuato ad ignorare le nostre richieste, preferendo non adottare alcun provvedimento e lasciando, di fatto, la situazione di via Giudice Montea abbandonata a sé stessa.
Noi non ci arrendiamo - dicono Cataldi, Colavito e K. Lorusso- e siamo ritornate sull'argomento inviando al sindaco una comunicazione per richiamarlo alle sue responsabilità.
Da Primo Cittadino ha l'obbligo - concludono- di adoperarsi con assoluta immediatezza e priorità, ad adottare gli atti e provvedimenti che rientrano nei suoi poteri, al fine di liberare via Giudice Montea dal muro eretto nel 2011, ordinando al proprietario di mettere in sicurezza il suo edificio pericolante o, in caso di non ottemperanza all'esecuzione dell'ordinanza stessa, il comune di Gravina deve intervenire, eseguendo le opere necessarie per, poi, rivalersi sul proprietario per il legittimo recupero delle spese sostenute".