Maggioranza sull'orlo del baratro

La coalizione rompe col "Centro Democratico". Galtieri: "Mancano i presupposti per un cammino comune".

sabato 12 gennaio 2013 11.00
A cura di Gianpaolo Iacobini
La maggioranza uscita dalle urne di maggio non c'è più. Nè politicamente, nè numericamente. Si tratta ancora, dietro le quinte, per provare a riannodare i fili del dialogo, ma lo strappo consumatosi è di quelli che appaiono difficili da ricucire.

Venerdì sera le forze alleate del Valente I si sono riunite per fare il punto della situazione e fare sintesi, ma il miracolo della quadratura del cerchio non è riuscito. E ben presto sono emerse le distanze. Che al momento appaiono incolmabili, poi si vedrà.

Il faccia a faccia, protrattosi per ore e scandito da scontri verbali al calor bianco, avrebbe infine portato al cristallizzarsi d'una divaricazione netta: da una parte, Pd, Udc e forze minori. Dall'altra, il "Centro Democratico", che forte dei suoi quattro consiglieri è divenuto determinante per la tenuta politica ed algebrica del governo civico. Ma le scintille dei giorni scorsi sono presto divampate in incendio: Pd e soci hanno chiuso le porte al riconoscimento pieno e formale della nuova aggregazione, offrendo la disponibilità a ragionare al più sul possibile ingresso in giunta di un assessore gradito al gruppo, ma da pescare tra i consiglieri eletti. Ipotesi seccamente respinta dai neocentristi, rimbeccati tuttavia anche da Fli, che sebbene ormai priva di rappresentanti in consiglio s'è spinta a mettere in discussione il ruolo ricoperto da Giacinto Lupoli (ex futurista transitato armi e bagagli, sulle orme dei colleghi Ariani e Santomasi, nel centro tabacciano, cui è molto vicino anche Giuseppe Mazzilli) quale presidente dell'assemblea. "Non è più un presidente di garanzia, e di questo problema deve essere chiamato ad occuparsi l'assemblea consiliare", hanno tuonato i finiani, spargendo altra benzina sulle fiamme, col "Centro Democratico" che non s'è fatto pregare per offrire una risposta per le rime: "Parlate proprio voi: Fini è stato eletto col Pdl ed ha continuato ad occupare la presidenza della Camera anche quando ha fondato Fli".

Insomma, stracci al vento e re nudo, con fumata nera. Nerissima. Tanto che di buon'ora, al sabato, in città prende a girare con insistenza la voce delle imminenti dimissioni del primo cittadino. "Non esiste: è una bufala inventata di sana pianta", fanno sapere a stretto giro di telefono ambienti democratici, sottolineando che il partito ha dato mandato al primo cittadino già da giorni di non arretrare di un millimetro. "Se vogliono sfiduciarci, vengano a dirlo in consiglio, oppure vadano dal notaio: la città saprà giudicare", sbottano dai democrats, tradendo tuttavia la tensione che inarrestabile serpeggia tra le fila della coalizione. E dal notaio forse non si arriverà (anche se l'esperienza insegna: mai dire mai), ma l'approdo in consiglio e l'ufficializzazione della crisi, fin qui rinviati, sembra ora inevitabile. "Oggi ci riuniremo e decideremo cosa fare. Sul tavolo c'è pure l'ipotesi di chiedere la convocazione urgente del consiglio per discutere della situazione venuta a determinarsi", rilancia dal "Centro Democratico" Antonello Galtieri. "Confidiamo ancora nella possibilità di un'intesa, per il bene della città, e per questo lavoreremo, ma gli ostacoli sono tanti", aggiunge, lanciando il guanto di sfida: "Il sindaco è molto bravo a far sentire la sua voce in modo unilaterale, a giocare col web. Vogliono far credere che noi stiamo portando avanti una battaglia di poltrone, perchè gli fa comodo, ma non è così. Noi parlavamo di pineta, di parco, di programmazione urbanistica, e loro ci rispondevano dicendo che lunedì mettono la prima pietra dell'Ipsia, che però è opera della Provincia. Non si può far finta di niente: invito il primo cittadino ad un confronto pubblico. Spero accetti".

Un incontro chiarificatore? Piuttosto, una resa dei conti. "Mancano i presupposti per un cammino comune. Qualche dinosauro della politica, anche azzoppato", rincara la dose Galtieri, "ci ha detto chiaramente che noi dovessimo rifiutarci di rimanere in maggioranza, loro potrebbero tranquillamente pescare consensi tra le fila dell'opposizione. Dove sono finiti l'etica e la dignità? I consiglieri comunali, e prima di loro i cittadini, non sono animali da circo, da tener buoni dispensando qualche zuccherino ogni tanto".

S'erano tanto amati. Era di maggio. Poi è arrivato l'inverno, ed al settimo mese è scoppiata la crisi. Sarà divorzio?