Manca l’autenticazione del funzionario, aspiranti consiglieri fuori dalle liste

Fioccano i ricorsi al Tar. La legge parla chiaro

sabato 7 aprile 2012 12.26
A cura di Marina Dimattia
Pullulano di aspiranti consiglieri comunali le liste presentate martedì scorso. Una corsa alla conquista dello scalpo del Palazzo di Città.

Ma se tutti i salmi finiscono in gloria, tutte le elezioni finiscono al Tar! E' quanto sta accadendo proprio in queste ore.
Secondo indiscrezioni non meglio precisate dal Palazzo di Città, sarebbero quattro i candidati al consiglio comunale che hanno dovuto rinunciare malvolentieri alla candidatura, a causa di problemi di "forma".
I ricorsi sarebbero stati già presentati.

Ma cosa è accaduto?
La legge parla chiaro: le firme dei sottoscrittori devono essere autenticate "da uno dei pubblici ufficiali indicati nell'articolo 14 della legge 21 marzo 1990, n. 53 e nell'articolo 4 bis della legge regionale 15 marzo 2001, n. 9 nell'ambito del territorio di competenza dell'ufficio di cui sono titolari, (con le modalità di cui all'articolo 21, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445)".
L'autenticazione della firma consiste semplicemente nell'attestazione da parte del funzionario autenticante, che la sottoscrizione è stata apposta in sua presenza previo accertamento dell'identità del firmatario a mezzo di documento di riconoscimento "nel caso in cui l'istanza sia presentata a soggetti diversi dalla Pubblica Amministrazioni e gestori dipubblici servizi".
Cosìcchè la mancanza o la irregolarità dell'autenticazione delle firme dei sottoscrittori comporta la nullità insanabile dell'atto di presentazione.

Secondo i più, pare che nella foga e nella concitazione del momento l'autenticazione da parte del funzionario addetto non sia pervenuta. E così quei nomi sono stati esclusi immediatamente dal gioco, con buona pace dei candidati sindaci delle rispettive liste.

Per i responsi sui ricorsi è d'obbligo riparlarne dopo Pasquetta.