Matera adotta il bosco “Difesa Grande”
A settembre la creazione di un organo comunale congiunto. Collaborazione tra Matera e Gravina
lunedì 30 luglio 2012
12.44
Gravina e Matera a braccetto per aiutare il bosco "Difesa Grande".
Dopo il parco Nazionale dell'Alta Murgia, la disponibilità a collaborare arriva da Matera. Non di una cifra di denaro si parla al momento, ma dell'"avvio delle pratiche" per una "adozione a distanza" del bosco da parte della città dei sassi.
Si è tenuto, infatti, qualche giorno fa un incontro tra Salvatore Adduce, sindaco di Matera, e il sindaco di Gravina Alesio Valente, alla presenza anche di un responsabile di Legambiente. La sinergia tra i due paesi nasce dal fatto che il bosco si sviluppa in parallelo alla strada di collegamento Matera – Gravina e ricopre parte della dorsale che divide il bacino idrografico del Basentello da quello della Gravina di Picciano.
"Tutto è nato da un incontro a Santeramo, in cui con il sindaco Adduce abbiamo parlato di una collaborazione a 360 gradi. E abbiamo pensato di cominciare proprio dal bosco. È solo l'inizio di una costante collaborazione tra due città vicine non solo territorialmente ma soprattutto per cultura. Quanto al bosco la prima cosa da fare sarebbe quella di creare un organo comunale congiunto. Ma ne riparleremo a settembre", ha spiegato Valente.
Intanto, non è ancora tempo di interventi di piantumazione al bosco. Per il terreno non sarebbe certo un toccasana procedere in questo periodo di riposo vegetativo, sostengono gli esperti.
Proseguono, invece, le indagini per verificare le responsabilità del disastro ambientale e per iscrivere nel catasto forestale la zona interessata dall'incendio. Quella stessa zona che secondo la legge n. 353 del 2000, per i prossimi 15 anni non potrà assumere una destinazione diversa da quella preesistente all'incendio, e non potrà essere interessata, per scongiurare evidentemente il rischio di speculazioni edilizie, dalla "realizzazione, per i successivi 10 anni, di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui per detta realizzazione sia stata già rilasciata, in data precedente l'incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione".
Dopo il parco Nazionale dell'Alta Murgia, la disponibilità a collaborare arriva da Matera. Non di una cifra di denaro si parla al momento, ma dell'"avvio delle pratiche" per una "adozione a distanza" del bosco da parte della città dei sassi.
Si è tenuto, infatti, qualche giorno fa un incontro tra Salvatore Adduce, sindaco di Matera, e il sindaco di Gravina Alesio Valente, alla presenza anche di un responsabile di Legambiente. La sinergia tra i due paesi nasce dal fatto che il bosco si sviluppa in parallelo alla strada di collegamento Matera – Gravina e ricopre parte della dorsale che divide il bacino idrografico del Basentello da quello della Gravina di Picciano.
"Tutto è nato da un incontro a Santeramo, in cui con il sindaco Adduce abbiamo parlato di una collaborazione a 360 gradi. E abbiamo pensato di cominciare proprio dal bosco. È solo l'inizio di una costante collaborazione tra due città vicine non solo territorialmente ma soprattutto per cultura. Quanto al bosco la prima cosa da fare sarebbe quella di creare un organo comunale congiunto. Ma ne riparleremo a settembre", ha spiegato Valente.
Intanto, non è ancora tempo di interventi di piantumazione al bosco. Per il terreno non sarebbe certo un toccasana procedere in questo periodo di riposo vegetativo, sostengono gli esperti.
Proseguono, invece, le indagini per verificare le responsabilità del disastro ambientale e per iscrivere nel catasto forestale la zona interessata dall'incendio. Quella stessa zona che secondo la legge n. 353 del 2000, per i prossimi 15 anni non potrà assumere una destinazione diversa da quella preesistente all'incendio, e non potrà essere interessata, per scongiurare evidentemente il rischio di speculazioni edilizie, dalla "realizzazione, per i successivi 10 anni, di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui per detta realizzazione sia stata già rilasciata, in data precedente l'incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione".