Michele Fazio raccontato da suo padre Pinuccio: una storia che invita a credere nell’onestà
Presso la cooperativa sociale "Nuovi Orizzonti” si è parlato di legalità, ricordando una giovane vittima innocente della criminalità.
giovedì 11 aprile 2024
Le parole di Pinuccio Fazio hanno un'intensità che invita a riflettere. Si può constatarne la vitalità, la decisione, l'energia che riesce a trasformare in insegnamento un dolore profondo, un dramma condiviso con sua moglie Lella e la sua famiglia.
Nell'incontro organizzato presso il Centro di Formazione Professionale della cooperativa sociale "Nuovi Orizzonti", davanti a una platea di giovani studenti, il padre di Michele Fazio assieme ai suoi ricordi sottolinea la bellezza di essere liberi e vivere onestamente.
Michele Fazio, ucciso a Bari il 12 luglio 2001 sotto la propria abitazione, è una vittima innocente della criminalità che i genitori continuano a far conoscere a tanti giovani, trasmettendo assieme un messaggio di fiducia e di amore per la legalità.
In occasione dell'incontro presso "Nuovi Orizzonti", Pinuccio Fazio è stato affiancato dal prof. Francesco Minervini, autore del libro "Il grido e l'impegno. La storia spezzata di Michele Fazio". Gli interventi dei due ospiti, introdotti dalla dott.ssa Antonella Bitetti e dalla prof.ssa Domenica Mastrogiacomo, hanno rievocato il contesto storico e sottolineato la determinazione dei genitori di Michele Fazio. Il prof. Minervini ha ripercorso la vicenda, ha scandito le tappe e sottolineato ai ragazzi la forza espressa dai genitori di Michele che, nonostante il dolore e le difficoltà, hanno urlato la loro onestà (da qui il riferimento al grido nel titolo del libro), testimoniata anche come esempio di libertà.
Pinuccio Fazio ha raccontato quanto accaduto in passato, in particolare si è soffermato sul momento dell'archiviazione delle indagini sul caso di omicidio del figlio. Un fatto che non ha frenato lui e la moglie. Senza perdere la speranza, chiamò e parlò con la stampa e in seguito ricevette la solidarietà delle Forze dell'Ordine.
La sollecitata riapertura del caso culminò a maggio del 2005, quando giunse la notizia dell'arresto di chi aveva assassinato Michele. Da allora è avvenuto un cambiamento riscontrabile ancora oggi a Bari Vecchia.
"In voi ragazzi ho rivisto gli occhi di Michele", ha aggiunto poi Pinuccio Fazio a conclusione del suo intervento, fissando la platea dei ragazzi presenti che hanno ascoltato con attenzione tutti i passaggi dell'incontro. Un altro momento toccante è stata la lettura di una lettera in ricordo di Michele e consegnata a Pinuccio Fazio.
Dopo averlo avvicinato al termine dell'evento, il padre di Michele Fazio ci ha detto: "Io, girando tutta l'Italia, quando incontro i giovani dico sempre che dovunque andiate, con chi ci andiate, chiunque frequentiate; state bene attenti e segnalate qualsiasi cosa, collaborate con le Forze dell'Ordine e della Magistratura. Cercate di non entrare nelle mani delle mafie, perché chi entra non ha via di uscita: o il carcere, o il cimitero. Cercate di non fare i bulli nelle scuole, perché chi fa il bullo comincia ad essere un piccolo mafioso."
Poi il prof. Minervini, interpellato sempre nell'occasione, ci ha riferito: "Noi come Puglia abbiamo un bel primato, perché abbiamo cominciato a raccontarci queste storie narrandoci con la verità del nostro tessuto mafioso. Altrove questa cosa non è stata così scontata e così facile. Il fatto di narrarci le storie drammatiche che abbiamo vissuto, di raccontarci le vicende delle nostre vittime innocenti, di guardarci un po' allo specchio attraverso questi strumenti culturali; è un segno, non so se di maturità, ma sicuramente di presa di coscienza. Ed è su questo che bisogna battere il tasto, proprio per creare quella maturità che molto spesso è più presente nei giovani, che negli adulti."
Nell'incontro organizzato presso il Centro di Formazione Professionale della cooperativa sociale "Nuovi Orizzonti", davanti a una platea di giovani studenti, il padre di Michele Fazio assieme ai suoi ricordi sottolinea la bellezza di essere liberi e vivere onestamente.
Michele Fazio, ucciso a Bari il 12 luglio 2001 sotto la propria abitazione, è una vittima innocente della criminalità che i genitori continuano a far conoscere a tanti giovani, trasmettendo assieme un messaggio di fiducia e di amore per la legalità.
In occasione dell'incontro presso "Nuovi Orizzonti", Pinuccio Fazio è stato affiancato dal prof. Francesco Minervini, autore del libro "Il grido e l'impegno. La storia spezzata di Michele Fazio". Gli interventi dei due ospiti, introdotti dalla dott.ssa Antonella Bitetti e dalla prof.ssa Domenica Mastrogiacomo, hanno rievocato il contesto storico e sottolineato la determinazione dei genitori di Michele Fazio. Il prof. Minervini ha ripercorso la vicenda, ha scandito le tappe e sottolineato ai ragazzi la forza espressa dai genitori di Michele che, nonostante il dolore e le difficoltà, hanno urlato la loro onestà (da qui il riferimento al grido nel titolo del libro), testimoniata anche come esempio di libertà.
Pinuccio Fazio ha raccontato quanto accaduto in passato, in particolare si è soffermato sul momento dell'archiviazione delle indagini sul caso di omicidio del figlio. Un fatto che non ha frenato lui e la moglie. Senza perdere la speranza, chiamò e parlò con la stampa e in seguito ricevette la solidarietà delle Forze dell'Ordine.
La sollecitata riapertura del caso culminò a maggio del 2005, quando giunse la notizia dell'arresto di chi aveva assassinato Michele. Da allora è avvenuto un cambiamento riscontrabile ancora oggi a Bari Vecchia.
"In voi ragazzi ho rivisto gli occhi di Michele", ha aggiunto poi Pinuccio Fazio a conclusione del suo intervento, fissando la platea dei ragazzi presenti che hanno ascoltato con attenzione tutti i passaggi dell'incontro. Un altro momento toccante è stata la lettura di una lettera in ricordo di Michele e consegnata a Pinuccio Fazio.
Dopo averlo avvicinato al termine dell'evento, il padre di Michele Fazio ci ha detto: "Io, girando tutta l'Italia, quando incontro i giovani dico sempre che dovunque andiate, con chi ci andiate, chiunque frequentiate; state bene attenti e segnalate qualsiasi cosa, collaborate con le Forze dell'Ordine e della Magistratura. Cercate di non entrare nelle mani delle mafie, perché chi entra non ha via di uscita: o il carcere, o il cimitero. Cercate di non fare i bulli nelle scuole, perché chi fa il bullo comincia ad essere un piccolo mafioso."
Poi il prof. Minervini, interpellato sempre nell'occasione, ci ha riferito: "Noi come Puglia abbiamo un bel primato, perché abbiamo cominciato a raccontarci queste storie narrandoci con la verità del nostro tessuto mafioso. Altrove questa cosa non è stata così scontata e così facile. Il fatto di narrarci le storie drammatiche che abbiamo vissuto, di raccontarci le vicende delle nostre vittime innocenti, di guardarci un po' allo specchio attraverso questi strumenti culturali; è un segno, non so se di maturità, ma sicuramente di presa di coscienza. Ed è su questo che bisogna battere il tasto, proprio per creare quella maturità che molto spesso è più presente nei giovani, che negli adulti."