Migranti in rivolta: in serata torna la calma
Si chiude una giornata di forti tensioni. Le forze dell'ordine continuano a presidiare il centro "Benedetto XIII".
giovedì 6 dicembre 2012
14.55
Momenti di tensione, per le vie della città ed al seminario diocesano, per la protesta inscenata dai circa 60 immigrati nordafricani ospiti della struttura, che da questa mattina stanno manifestando contro la Protezione Civile ed i responsabili del centro "Benedetto XIII".
La rabbia è esplosa dopo giorni di trattative tra i responsabili del centro, che hanno fornito nuovi indumenti ai loro ospiti, e questi ultimi che avrebbero fatto esplicita richiesta di denaro in cambio dell'abbigliamento invernale. Istanza che il responsabile del centro, Gino Dinicolamaria, avrebbe girato ai dirigenti della Protezione Civile da cui sarebbe arrivato il no categorico. "E noi - spiega Dinicolamaria - per convenzione dobbiamo offrire assistenza e servizi, non possiamo dare soldi". Un rifiuto che però i sessanta nordafricani non avrebero accettato. Così stamattina si sono diretti a Palazzo di città, dove hanno incontrato il sindaco Alesio Valente per chiedere il suo intervento. In Municipio è arrivato poco dopo anche Dinicolamaria, per i chiarimenti del caso. Ed una volta concluso l'incontro, mentre la questione sembrava risolta, inattesa è arrivata la reazione: al momento di lasciare il Comune, il referente del "Benedetto XIII", a bordo della sua auto, è stato accerchiato dai manifestanti, che hanno circondato la vettura, iniziando ad inveire e ad urlare. Una volante della Polizia ha tentato di inserirsi tra l'auto e gli immigrati, ma invano, anche se alla fine Dinicolamaria è riuscito ad imboccare corso Di Vittorio e ad allontanarsi. Ma una volta giunto al seminario, è stato invitato dalla Polizia, intervenuta in assetto antisommossa, a rifugiarsi all'interno del centro, ai cui cancelli intanto cominciavano ad affluire nuovi gruppi di migranti, pronti a riprendere la protesta. E barricato nel suo ufficio, Dinicolamaria ha accettato di scambiare qualche battuta coi cronisti, raccontando le difficoltà di una convinvenza lunga e "per molti aspetti forzata", iniziata nei giorni della primavera araba e dei massicci sbarchi di nordafricani sulle coste siciliane. "Quando abbiamo iniziato questo percorso - dice amareggiato - il vescovo ci ha spiegato che era una missione e io così l'ho vissuta. Mi sono dedicato completamente a loro e adesso, dopo due anni di assistenza, mi ritrovo barricato in ufficio".
Sul posto, intanto, oltre a Polizia e Carabinieri, sono arrivati anche i rappresentanti dell'associazione internazionale "Micaela", ossi l'ente di tutela che sta assistendo i manifestanti ospitati presso il centro "Benedetto XIII". Al momento è in corso di svolgimento un incontro con i manifestanti per provare a rasserenare gli animi.
Seguono aggiornamenti.
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Aggiornamento delle 18.10
E' tornata la calma al centro "Benedetto XIII", dove sono ospitati circa 60 giovani provenienti dal nord Africa. Nel pomeriggio si è svolto un incontro tra i giovani, i responsabili della struttura e gli operatori dell'associazione "Micaela". Durante il faccia a faccia è stata ribadita l'impossibilità, da parte del centro, di elargire agli ospiti somme di denaro. Sia pur nella cornice di una situazione notevolmente più tranquilla rispetto alle ore precedenti, le posizioni restano però lontane. "Siamo in una situazione di calma apparente", si fa sapere dal "Benedetto XIII".
Anche per questo le forze dell'ordine restano in allerta, pronte ad intervenire in caso di disordini.
La rabbia è esplosa dopo giorni di trattative tra i responsabili del centro, che hanno fornito nuovi indumenti ai loro ospiti, e questi ultimi che avrebbero fatto esplicita richiesta di denaro in cambio dell'abbigliamento invernale. Istanza che il responsabile del centro, Gino Dinicolamaria, avrebbe girato ai dirigenti della Protezione Civile da cui sarebbe arrivato il no categorico. "E noi - spiega Dinicolamaria - per convenzione dobbiamo offrire assistenza e servizi, non possiamo dare soldi". Un rifiuto che però i sessanta nordafricani non avrebero accettato. Così stamattina si sono diretti a Palazzo di città, dove hanno incontrato il sindaco Alesio Valente per chiedere il suo intervento. In Municipio è arrivato poco dopo anche Dinicolamaria, per i chiarimenti del caso. Ed una volta concluso l'incontro, mentre la questione sembrava risolta, inattesa è arrivata la reazione: al momento di lasciare il Comune, il referente del "Benedetto XIII", a bordo della sua auto, è stato accerchiato dai manifestanti, che hanno circondato la vettura, iniziando ad inveire e ad urlare. Una volante della Polizia ha tentato di inserirsi tra l'auto e gli immigrati, ma invano, anche se alla fine Dinicolamaria è riuscito ad imboccare corso Di Vittorio e ad allontanarsi. Ma una volta giunto al seminario, è stato invitato dalla Polizia, intervenuta in assetto antisommossa, a rifugiarsi all'interno del centro, ai cui cancelli intanto cominciavano ad affluire nuovi gruppi di migranti, pronti a riprendere la protesta. E barricato nel suo ufficio, Dinicolamaria ha accettato di scambiare qualche battuta coi cronisti, raccontando le difficoltà di una convinvenza lunga e "per molti aspetti forzata", iniziata nei giorni della primavera araba e dei massicci sbarchi di nordafricani sulle coste siciliane. "Quando abbiamo iniziato questo percorso - dice amareggiato - il vescovo ci ha spiegato che era una missione e io così l'ho vissuta. Mi sono dedicato completamente a loro e adesso, dopo due anni di assistenza, mi ritrovo barricato in ufficio".
Sul posto, intanto, oltre a Polizia e Carabinieri, sono arrivati anche i rappresentanti dell'associazione internazionale "Micaela", ossi l'ente di tutela che sta assistendo i manifestanti ospitati presso il centro "Benedetto XIII". Al momento è in corso di svolgimento un incontro con i manifestanti per provare a rasserenare gli animi.
Seguono aggiornamenti.
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Aggiornamento delle 18.10
E' tornata la calma al centro "Benedetto XIII", dove sono ospitati circa 60 giovani provenienti dal nord Africa. Nel pomeriggio si è svolto un incontro tra i giovani, i responsabili della struttura e gli operatori dell'associazione "Micaela". Durante il faccia a faccia è stata ribadita l'impossibilità, da parte del centro, di elargire agli ospiti somme di denaro. Sia pur nella cornice di una situazione notevolmente più tranquilla rispetto alle ore precedenti, le posizioni restano però lontane. "Siamo in una situazione di calma apparente", si fa sapere dal "Benedetto XIII".
Anche per questo le forze dell'ordine restano in allerta, pronte ad intervenire in caso di disordini.