Minaccia aggravata dal metodo mafioso ad un imprenditore
A Gravina tre persone sottoposte a misura cautelare.
sabato 16 novembre 2024
14.16
I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito una misura cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di tre persone, indagate - unitamente ad una quarta persona già arrestata - in concorso e a vario titolo, per aver compiuto un tentativo di minaccia continuata ed aggravata dal metodo mafioso, nonché per ricettazione, detenzione e porto di armi da fuoco clandestina, nei confronti di un professionista del luogo.
Secondo l'impostazione accusatoria accolta dal Gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), tra il 6 e il 10 dicembre 2023, un imprenditore di Gravina in Puglia, motivato da un desiderio di rivalsa nei confronti dello zio - ritenuto colpevole di condotte aggressive verso alcuni membri della famiglia nell'ambito di dissidi per motivi ereditari e di vicinato - si è accordato con un esponente di spicco della criminalità organizzata locale, pianificando un'azione intimidatoria mirata a colpire l'auto della vittima con diversi colpi di arma da fuoco.
Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Investigativo di Bari e coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, si sono sviluppate attraverso servizi di osservazione sul campo ed attività di captazione, che hanno permesso di delineare un quadro più completo del contesto indagato. Infatti, sono state monitorate prima le fasi dell'accordo, laddove l'imprenditore - consapevole dello spessore criminale e della forza di intimidazione di un pregiudicato legato alla criminalità organizzata di Gravina in Puglia - ha concordato con quest'ultimo un compenso di 6.500 euro per l'azione delittuosa, versandogli un anticipo di 3.000 euro. Altre due persone sono state poi coinvolte nel piano delittuoso, con l'incarico di procurare e custodire l'arma da fuoco e di eseguire materialmente l'attentato. Contestualmente, è stata documentata la determinazione dell'imprenditore, il quale ha fornito indicazioni dettagliate per individuare con precisione il veicolo della vittima; informazioni utili per i complici, che hanno effettuato numerosi sopralluoghi per identificare accuratamente l'obiettivo. Nonostante la meticolosa preparazione del piano, l'azione è stata sventata dall'intervento tempestivo dei militari operanti, che monitoravano le attività degli indagati, riuscendo, quindi, ad arrestare uno dei partecipanti in flagranza di reato, trovandolo in possesso dell'arma da fuoco. Per tale reato, il responsabile è stato già condannato alla pena di anni due di reclusione. Sostanzialmente, quest'ultimo intervento ha interrotto il progetto criminale prima che potesse concretizzarsi, portando così alla luce il piano illecito e impedendo un possibile atto di violenza.
Il quadro indiziario raccolto dai Carabinieri a carico degli indagati è stato condiviso dalla Procura della Repubblica di Bari che ha avanzato richiesta di emissione di misura cautelare. Il Gip del Tribunale di Bari, accogliendo la richiesta, ha disposto la cattura degli indagati, di cui uno è stato tradotto in carcere, uno posto agli arresti domiciliari e un terzo con l'obbligo di dimora.
È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all'esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l'interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa dell'indagato, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.
Secondo l'impostazione accusatoria accolta dal Gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), tra il 6 e il 10 dicembre 2023, un imprenditore di Gravina in Puglia, motivato da un desiderio di rivalsa nei confronti dello zio - ritenuto colpevole di condotte aggressive verso alcuni membri della famiglia nell'ambito di dissidi per motivi ereditari e di vicinato - si è accordato con un esponente di spicco della criminalità organizzata locale, pianificando un'azione intimidatoria mirata a colpire l'auto della vittima con diversi colpi di arma da fuoco.
Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Investigativo di Bari e coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, si sono sviluppate attraverso servizi di osservazione sul campo ed attività di captazione, che hanno permesso di delineare un quadro più completo del contesto indagato. Infatti, sono state monitorate prima le fasi dell'accordo, laddove l'imprenditore - consapevole dello spessore criminale e della forza di intimidazione di un pregiudicato legato alla criminalità organizzata di Gravina in Puglia - ha concordato con quest'ultimo un compenso di 6.500 euro per l'azione delittuosa, versandogli un anticipo di 3.000 euro. Altre due persone sono state poi coinvolte nel piano delittuoso, con l'incarico di procurare e custodire l'arma da fuoco e di eseguire materialmente l'attentato. Contestualmente, è stata documentata la determinazione dell'imprenditore, il quale ha fornito indicazioni dettagliate per individuare con precisione il veicolo della vittima; informazioni utili per i complici, che hanno effettuato numerosi sopralluoghi per identificare accuratamente l'obiettivo. Nonostante la meticolosa preparazione del piano, l'azione è stata sventata dall'intervento tempestivo dei militari operanti, che monitoravano le attività degli indagati, riuscendo, quindi, ad arrestare uno dei partecipanti in flagranza di reato, trovandolo in possesso dell'arma da fuoco. Per tale reato, il responsabile è stato già condannato alla pena di anni due di reclusione. Sostanzialmente, quest'ultimo intervento ha interrotto il progetto criminale prima che potesse concretizzarsi, portando così alla luce il piano illecito e impedendo un possibile atto di violenza.
Il quadro indiziario raccolto dai Carabinieri a carico degli indagati è stato condiviso dalla Procura della Repubblica di Bari che ha avanzato richiesta di emissione di misura cautelare. Il Gip del Tribunale di Bari, accogliendo la richiesta, ha disposto la cattura degli indagati, di cui uno è stato tradotto in carcere, uno posto agli arresti domiciliari e un terzo con l'obbligo di dimora.
È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all'esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l'interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa dell'indagato, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.