Museo civico, la Regione chiama a rapporto il Comune
L'ente convocato per spiegare il perché della chiusura
venerdì 21 giugno 2019
15.49
"Al fine di consentire la chiusura del programma FESR2007-2013, l'intervento deve risultare concluso entro il 31- 12- 2016 ed è consentito svolgere solo interventi amministrativi entro il 31-01- 2017. L'intervento pertanto deve essere fruibile, ovvero aperto al pubblico, entro il 31-03- 2017". Questa la tempistica imposta dalla Regione Puglia con il finanziamento destinato alla ristrutturazione del museo civico e alla creazione della rete museale gravinese. Pena la perdita dei finanziamenti.
Una tempistica ribadita in più occasioni dall'ente regionale e a cui l'amministrazione comunale ha ottemperato riaprendo il palazzo dell'ex seminario il 30 marzo 2017, praticamente nell'ultimo giorno utile, assicurando l'allestimento delle sale e la fruizione del palazzo entro i mesi successive al marzo 2017. Da allora di mesi ne sono passati tanti e a parte alcune conferenze pubbliche svolte al piano terra della struttura, solo di recente è partita la gara per affidare il servizio di allestimento delle sale.
La vicenda è finita nuovamente all'attenzione della Regione Puglia dopo una serie di interrogazioni del consigliere Mario Conca che chiedeva conto sulla mancata "reale" apertura del museo. Dopo numerosi rinvii e richiesta di documentazione, nei giorni scorsi la dirigente regionale del servizio cultura ha convocato per il prossimo 25 giugno il primo cittadino chiedendo lumi sullo stop imposto alla fruizione dell'antico palazzo.
"La mia non è una battaglia politica ma una reale preoccupazione", spiega il consigliere regionale che aggiunge: Innanzitutto rischiamo di perdere per sempre importanti reperti che al momento sono custoditi in altri musei regionali, tipo Gioia e Taranto, e non c'è da stare tranquilli per quelli depositati negli scatoloni. In secondo luogo, e non è cosa di poco conto, poiché entro il 2017 l'amministrazione avrebbe dovuto assicurare la "fruizione" del palazzo e non la riapertura del portone, rischiamo seriamente che la Regione chieda la restituzione dei fondi. Chi pagherà questi danni?"
A Palazzo di città il compito di spiegare, giustificare e rassicurare.
Antonella Testini
Una tempistica ribadita in più occasioni dall'ente regionale e a cui l'amministrazione comunale ha ottemperato riaprendo il palazzo dell'ex seminario il 30 marzo 2017, praticamente nell'ultimo giorno utile, assicurando l'allestimento delle sale e la fruizione del palazzo entro i mesi successive al marzo 2017. Da allora di mesi ne sono passati tanti e a parte alcune conferenze pubbliche svolte al piano terra della struttura, solo di recente è partita la gara per affidare il servizio di allestimento delle sale.
La vicenda è finita nuovamente all'attenzione della Regione Puglia dopo una serie di interrogazioni del consigliere Mario Conca che chiedeva conto sulla mancata "reale" apertura del museo. Dopo numerosi rinvii e richiesta di documentazione, nei giorni scorsi la dirigente regionale del servizio cultura ha convocato per il prossimo 25 giugno il primo cittadino chiedendo lumi sullo stop imposto alla fruizione dell'antico palazzo.
"La mia non è una battaglia politica ma una reale preoccupazione", spiega il consigliere regionale che aggiunge: Innanzitutto rischiamo di perdere per sempre importanti reperti che al momento sono custoditi in altri musei regionali, tipo Gioia e Taranto, e non c'è da stare tranquilli per quelli depositati negli scatoloni. In secondo luogo, e non è cosa di poco conto, poiché entro il 2017 l'amministrazione avrebbe dovuto assicurare la "fruizione" del palazzo e non la riapertura del portone, rischiamo seriamente che la Regione chieda la restituzione dei fondi. Chi pagherà questi danni?"
A Palazzo di città il compito di spiegare, giustificare e rassicurare.
Antonella Testini