Museo dell’acqua e della pietra: finalmente una realtà?
La Provincia stanzia 500 mila euro. E il Comune cambia location
lunedì 11 luglio 2011
Se ne parlava da diversi anni del progetto per l'istituzione del Museo dell'Acqua e della Pietra. Un creatura dell'ex amministrazione Vendola soffocata ancor prima di aver visto la luce per "problemi burocratici", recitavano le cronache ufficiali. Per "antipatie istituzionali" invece, sostenevano le male lingue.
Finalmente però dopo anni di buio l'amministrazione comunale ha rispolverato il progetto con l'intento di valorizzare tutta l'area naturalistica della gravina partendo dal complesso ipogeo di San Michele delle Grotte sino a riscoprire e promuovere la storia e le tradizioni del nostro territorio al fine di incrementare i flussi turistici in un ambiente autentico qual è l'habitat rupestre.
Il museo mira al recupero e alla valorizzazione dello straordinario complesso naturalistico rupestre del nostro territorio, oltre a voler realizzare quelle iniziative utili per creare uno spazio fruibile per diverse finalità quali, ad esempio, quelle didattiche avviando collaborazioni direttamente con il mondo scolastico.
La scorsa settimana la Provincia di Bari ha stanziato per questo progetto una somma pari a 500 mila euro nell'ambito del Programma Regionale per la Tutela dell'Ambiente, che, considerata l'approvazione del progetto complessivo, dovrebbero essere immediatamente disponibili.
L'amministrazione comunale, invece, vista l'indisponibilità delle sale dell'ex convento di Santa Maria, ha deciso di allocare il Museo dell'Acqua e della Pietra in alcuni locali di proprietà comunale nei pressi del ponte di via Fontana la Stella, ossia a ridosso della gravina.
Entro la fine dell'anno il museo, primo esempio in terra di Bari, dovrebbe essere completato. Un progetto importante non solo per la nostra città ma per l'intero territorio barese visto che rientra nel piano di rilancio dell'area murgiana con l'obiettivo di creare un reale sviluppo culturale e turistico e, quindi, nuove opportunità di lavoro per i giovani.
Finalmente però dopo anni di buio l'amministrazione comunale ha rispolverato il progetto con l'intento di valorizzare tutta l'area naturalistica della gravina partendo dal complesso ipogeo di San Michele delle Grotte sino a riscoprire e promuovere la storia e le tradizioni del nostro territorio al fine di incrementare i flussi turistici in un ambiente autentico qual è l'habitat rupestre.
Il museo mira al recupero e alla valorizzazione dello straordinario complesso naturalistico rupestre del nostro territorio, oltre a voler realizzare quelle iniziative utili per creare uno spazio fruibile per diverse finalità quali, ad esempio, quelle didattiche avviando collaborazioni direttamente con il mondo scolastico.
La scorsa settimana la Provincia di Bari ha stanziato per questo progetto una somma pari a 500 mila euro nell'ambito del Programma Regionale per la Tutela dell'Ambiente, che, considerata l'approvazione del progetto complessivo, dovrebbero essere immediatamente disponibili.
L'amministrazione comunale, invece, vista l'indisponibilità delle sale dell'ex convento di Santa Maria, ha deciso di allocare il Museo dell'Acqua e della Pietra in alcuni locali di proprietà comunale nei pressi del ponte di via Fontana la Stella, ossia a ridosso della gravina.
Entro la fine dell'anno il museo, primo esempio in terra di Bari, dovrebbe essere completato. Un progetto importante non solo per la nostra città ma per l'intero territorio barese visto che rientra nel piano di rilancio dell'area murgiana con l'obiettivo di creare un reale sviluppo culturale e turistico e, quindi, nuove opportunità di lavoro per i giovani.