Nessuno stop ai lavori della Cattedrale
Il sindaco: "E' tutto in regola". Ma dal Pd Cardascia insiste e chiede verifiche.
mercoledì 19 settembre 2012
15.45
"Non ci sarà nessuna sospensione dei lavori. Non ne vedo il motivo: le opere per la realizzazione della rampa d'accesso dei disabili alla Cattedrale sono munite di tutti i pareri e le autorizzazioni necessarie".
Alesio Valente taglia corto. Per lui, da cento e poco più giorni sindaco di Gravina, non è neppure ipotizzabile che "un sindaco possa avere una visione politica diversa da quella che il rispetto delle regole e della legge impongono". Lo dice, il primo cittadino, in risposta ai 40 tra professionisti, esponenti dell'associazionismo e del mondo politico, culturale e produttivo gravinese che appena il giorno prima, con una nota trasformata in lettera aperta alla città, lo avevano invitato "a voler sospendere urgentemente, in via cautelativa, i lavori di realizzazione della rampa, al puro fine di poter valutare compiutamente la portata e l'impatto di tale costruzione, oltre che la sua effettiva funzionalità". Alla base della richiesta, le perplessità sui materiali usati, "costituiti, oltre che dal locale tufo calcarenitico, da pignatte, travetti e armatura metallica, del tipo utilizzato per la realizzazione di manufatti in calcestruzzo armato"; il notevole impatto del manufatto "con il contesto circostante della Basilica Cattedrale e del vicino habitat rupestre"; i dubbi sulla effettiva utilità della struttura, che non garantirebbe "la funzionalità per un agevole accesso ai soggetti con limitate capacità motorie", la possibilità "di effettuare differenti interventi di realizzazione di strutture per il superamento delle barriere architettoniche presenti per l'accesso alla Cattedrale, mediante l'uso di materiali e congegni meno impattanti sotto l'aspetto ambientale e planovolumetrico, che inoltre garantiscano una migliore funzionalità".
La sospensione, però, non sarà disposta. "Abbiamo controllato: la pratica è completa di pareri ed autorizzazioni", spiega il primo cittadino, precisando: "Il suolo su cui si sta realizzando la rampa è di proprietà del committente, i materiali usati sono quelli consentiti dalla legge ed assentiti dalla Soprintendenza. Non credo di dover aggiungere altro".
Per il sindaco, dunque, caso chiuso. O quasi: perchè tra i firmatari dell'istanza di sospensione figura anche il vicecapogruppo consiliare del Pd, Mimmo Cardascia. "In consiglio si è legati dal vincolo di maggioranza e dal patto sottoscritto con gli elettori. Da cittadino ciascuno è libero di determinarsi come meglio crede", puntualizza Valente, provando a disinnescare la mina di una polemica anche politica tutta interna al suo centrosinistra e destinata ad esplodere comunque, dal momento che in mattinata l'Ufficio tecnico del Comune ed il Comando di Polizia Municipale hanno ricevuto una lettera con la quale, "premesso che sono in corso lavori di realizzazione di una rampa di accesso per disabili presso la Basilica Cattedrale e che la stessa viene realizzata su una parte della piazza di proprietà del Comune", si chiede "se il soggetto che sta eseguendo l'opera proponente aveva titolo per chiedere ed effettuare l'intervento o se lo stesso viene realizzato su un suolo pubblico non di proprietà dell'ente ecclesiastico" e, ancora, "se le opere eseguite risultano compatibili con quelle precedentemente realizzate dall'ente pubblico".
Firmato: "Domenico Cardascia, consigliere comunale".
Alesio Valente taglia corto. Per lui, da cento e poco più giorni sindaco di Gravina, non è neppure ipotizzabile che "un sindaco possa avere una visione politica diversa da quella che il rispetto delle regole e della legge impongono". Lo dice, il primo cittadino, in risposta ai 40 tra professionisti, esponenti dell'associazionismo e del mondo politico, culturale e produttivo gravinese che appena il giorno prima, con una nota trasformata in lettera aperta alla città, lo avevano invitato "a voler sospendere urgentemente, in via cautelativa, i lavori di realizzazione della rampa, al puro fine di poter valutare compiutamente la portata e l'impatto di tale costruzione, oltre che la sua effettiva funzionalità". Alla base della richiesta, le perplessità sui materiali usati, "costituiti, oltre che dal locale tufo calcarenitico, da pignatte, travetti e armatura metallica, del tipo utilizzato per la realizzazione di manufatti in calcestruzzo armato"; il notevole impatto del manufatto "con il contesto circostante della Basilica Cattedrale e del vicino habitat rupestre"; i dubbi sulla effettiva utilità della struttura, che non garantirebbe "la funzionalità per un agevole accesso ai soggetti con limitate capacità motorie", la possibilità "di effettuare differenti interventi di realizzazione di strutture per il superamento delle barriere architettoniche presenti per l'accesso alla Cattedrale, mediante l'uso di materiali e congegni meno impattanti sotto l'aspetto ambientale e planovolumetrico, che inoltre garantiscano una migliore funzionalità".
La sospensione, però, non sarà disposta. "Abbiamo controllato: la pratica è completa di pareri ed autorizzazioni", spiega il primo cittadino, precisando: "Il suolo su cui si sta realizzando la rampa è di proprietà del committente, i materiali usati sono quelli consentiti dalla legge ed assentiti dalla Soprintendenza. Non credo di dover aggiungere altro".
Per il sindaco, dunque, caso chiuso. O quasi: perchè tra i firmatari dell'istanza di sospensione figura anche il vicecapogruppo consiliare del Pd, Mimmo Cardascia. "In consiglio si è legati dal vincolo di maggioranza e dal patto sottoscritto con gli elettori. Da cittadino ciascuno è libero di determinarsi come meglio crede", puntualizza Valente, provando a disinnescare la mina di una polemica anche politica tutta interna al suo centrosinistra e destinata ad esplodere comunque, dal momento che in mattinata l'Ufficio tecnico del Comune ed il Comando di Polizia Municipale hanno ricevuto una lettera con la quale, "premesso che sono in corso lavori di realizzazione di una rampa di accesso per disabili presso la Basilica Cattedrale e che la stessa viene realizzata su una parte della piazza di proprietà del Comune", si chiede "se il soggetto che sta eseguendo l'opera proponente aveva titolo per chiedere ed effettuare l'intervento o se lo stesso viene realizzato su un suolo pubblico non di proprietà dell'ente ecclesiastico" e, ancora, "se le opere eseguite risultano compatibili con quelle precedentemente realizzate dall'ente pubblico".
Firmato: "Domenico Cardascia, consigliere comunale".