Niente palazzoni a Guardialto-Salsa
La Regione approva la variante alla zona B2. Spazzate vie le proposte della giunta Divella.
mercoledì 8 agosto 2012
12.55
La giunta regionale ha approvato la variante al piano regolatore in zona B2 Guardialto-Salsa.
Con delibera n. 1347 del 10 luglio scorso la giunta Vendola ha messo la parola fine su una delle vicende urbanistiche più intricate e complicate della storia gravinese, su cui si sono giocate e vinte (o perse) tante campagne elettorali. A chiudere una partita che si trascinava dal 2001 è stata l'assessore Angela Barbanente, che ha proposto di approvare la variante alla zona B2 sulla scorta di quanto già stabilito nel 2006 dal Servizio urbanistico regionale, secondo cui la variante urbanistica avrebbe dovuto mantenere "il minimo livello di civiltà urbana" per assicurare benessere e servizi ai cittadini.
Il progetto, che in questi 10 anni è stato oggetto di molti andirivieni da e per la Regione, sostanzialmente è stato approvato così come la stessa Regione Puglia aveva disposto già nel 2006 (DGR n.1627) e come la stessa Barbanente aveva ribadito a più riprese nelle sue incursioni gravinesi. In sostanza, sono state riconfermate tutte le prescrizioni regionali con cui si imponeva un unico comparto perequativo, comprendente la zona già B2/3 del PRG, la nuova zona B1 all'interno della stessa e le aree per servizi Fd7 e Fc15. La stessa delibera imponeva che "nell'ambito dello stesso comparto perequativo si conservasse il carico insediativo complessivo di 110.800 mc fissato dal PRG, pari a 1.108 abitanti, da suddividere nell'intera zona", inclusa la volumetria già esistente e utilizzata dai fabbricati realizzati sia legittimamente che quelli abusivi edificati nella zona B1. In altre parole, si tratta di uno stop a eventuali nuove colate di cemento, dal momento che risultano ridimensionate "notevolmente le aspettative edificatorie sulla stessa restante parte B", nella quale i tecnici regionali impongono la realizzazione di tutti i servizi e le opere pubbliche destinate all'intero comparto B2.
Da un punto di vista politico, invece, è evidente che la delibera n. 1347, se formalmente è un'approvazione della variante, difatti è una sonora bocciatura, se solo si considera che appena 2 anni fa l'amministrazione Divella aveva approvato in Consiglio comunale l'esatto contrario di quanto stabilito dalla Regione. In uno dei consigli comunali più accesi della storia gravinese, infatti, si era deliberato di suddividere la zona B2 in due sub comparti, B1 e B2, e di dirottare lo standard imposto dal Prg di 1.108 abitanti solo sulla restante parte B2. La Regione Puglia, invece, ha stroncato i sogni e le aspettative di tanti, ribadendo che il comparto resta uno e indivisibile e che le aree già realizzate vanno sottratte alla complessiva volumetria realizzabile finendo per consigliare "un contenimento dell'altezza prevista di 18 metri (6 piani), sostituendo le previsioni tipologiche del condominio verticale con un tessuto urbano residenziale a bassa densità".
Adesso che il deliberato regionale arriva a Gravina per l'approvazione definitiva in consiglio, sarà interessante capire quali provvedimenti l'amministrazione comunale adotterà per realizzare la perequazione urbanistica, cioè la distribuzione dei diritti edificatori tra quanti hanno già edificato in quel comparto, soprattutto se si considera che il provvedimento regionale è "un nuovo strumento con cui si deve cogliere l'occasione per un miglioramento della qualità e dei requisiti di abitabilità". Anche perchè dove prima qualcuno aveva sognato palazzoni in cemento armato, adesso la Regione ha lasciato spazio solo per villette a due piani, magari con giardino e piste ciclabili, in perfetto stile green.
Molto british, poco gravinese...
Con delibera n. 1347 del 10 luglio scorso la giunta Vendola ha messo la parola fine su una delle vicende urbanistiche più intricate e complicate della storia gravinese, su cui si sono giocate e vinte (o perse) tante campagne elettorali. A chiudere una partita che si trascinava dal 2001 è stata l'assessore Angela Barbanente, che ha proposto di approvare la variante alla zona B2 sulla scorta di quanto già stabilito nel 2006 dal Servizio urbanistico regionale, secondo cui la variante urbanistica avrebbe dovuto mantenere "il minimo livello di civiltà urbana" per assicurare benessere e servizi ai cittadini.
Il progetto, che in questi 10 anni è stato oggetto di molti andirivieni da e per la Regione, sostanzialmente è stato approvato così come la stessa Regione Puglia aveva disposto già nel 2006 (DGR n.1627) e come la stessa Barbanente aveva ribadito a più riprese nelle sue incursioni gravinesi. In sostanza, sono state riconfermate tutte le prescrizioni regionali con cui si imponeva un unico comparto perequativo, comprendente la zona già B2/3 del PRG, la nuova zona B1 all'interno della stessa e le aree per servizi Fd7 e Fc15. La stessa delibera imponeva che "nell'ambito dello stesso comparto perequativo si conservasse il carico insediativo complessivo di 110.800 mc fissato dal PRG, pari a 1.108 abitanti, da suddividere nell'intera zona", inclusa la volumetria già esistente e utilizzata dai fabbricati realizzati sia legittimamente che quelli abusivi edificati nella zona B1. In altre parole, si tratta di uno stop a eventuali nuove colate di cemento, dal momento che risultano ridimensionate "notevolmente le aspettative edificatorie sulla stessa restante parte B", nella quale i tecnici regionali impongono la realizzazione di tutti i servizi e le opere pubbliche destinate all'intero comparto B2.
Da un punto di vista politico, invece, è evidente che la delibera n. 1347, se formalmente è un'approvazione della variante, difatti è una sonora bocciatura, se solo si considera che appena 2 anni fa l'amministrazione Divella aveva approvato in Consiglio comunale l'esatto contrario di quanto stabilito dalla Regione. In uno dei consigli comunali più accesi della storia gravinese, infatti, si era deliberato di suddividere la zona B2 in due sub comparti, B1 e B2, e di dirottare lo standard imposto dal Prg di 1.108 abitanti solo sulla restante parte B2. La Regione Puglia, invece, ha stroncato i sogni e le aspettative di tanti, ribadendo che il comparto resta uno e indivisibile e che le aree già realizzate vanno sottratte alla complessiva volumetria realizzabile finendo per consigliare "un contenimento dell'altezza prevista di 18 metri (6 piani), sostituendo le previsioni tipologiche del condominio verticale con un tessuto urbano residenziale a bassa densità".
Adesso che il deliberato regionale arriva a Gravina per l'approvazione definitiva in consiglio, sarà interessante capire quali provvedimenti l'amministrazione comunale adotterà per realizzare la perequazione urbanistica, cioè la distribuzione dei diritti edificatori tra quanti hanno già edificato in quel comparto, soprattutto se si considera che il provvedimento regionale è "un nuovo strumento con cui si deve cogliere l'occasione per un miglioramento della qualità e dei requisiti di abitabilità". Anche perchè dove prima qualcuno aveva sognato palazzoni in cemento armato, adesso la Regione ha lasciato spazio solo per villette a due piani, magari con giardino e piste ciclabili, in perfetto stile green.
Molto british, poco gravinese...