"Non siamo mucche da mungere"
Imprenditori contro l'amministrazione comunale. Malcontento per gli accertamenti Tarsu.
sabato 18 maggio 2013
09.20
Sembrava pace fatte tra gli imprenditori della zona pip e l'amministrazione comunale. E invece, ora che la Andreani tributi sta notificando gli avvisi di pagamento della Tarsu, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, gli imprenditori sono nuovamente sul piede di guerra e i vecchi malumori tornano a riempire la quotidianità.
Giovedì sera, alla fine di una lunga giornata di lavoro, una cinquantina di titolari di azienda appartenenti all'Associazione imprese murgiane (AIM) si sono ritrovati per discutere sul come intervenire e come far capire all'amministrazione comunale che, hanno ribadito testualmente, "qui non sono mucche da mungere". "Siamo i sopravvissuti di un sistema produttivo oramai morto, combattiamo quotidianamente contro la crisi, sperando di restare sul mercato e di non mandare gente a casa, e questi che fanno? Continuano a mandare cartelle esattoriali", ha sbottato qualcuno.
Pochi mesi fa l'amministrazione comunale sembrava aver risolto il problema Tarsu concedendo una sorta di sconto, previsto per legge per "tutti quelli che subiscono dei disservizi dall'amministrazione comunale che possono pagare solo il 40% degli importi dovuti", aveva spiegato allora l'assessore al bilancio Nicola Lagreca. Inoltre per quanto riguardava gli imprenditori che non avevano provveduto a saldare le pendenze arretrate, s'era stabilito il pagamento delle diverse annualità a partire dal 2007, ossia dall'ultimo anno accertabile. Mentre chi aveva pagato meno del dovuto avrebbe dovuto mettersi in regola con i pagamenti a partire dal 2008.
Ma ora che la cartelle sono arrivate, è scoppiata la polemica. E tra chi suggerisce di "andare a gridare al comune" e chi invece chiede di opporsi al provvedimento, l'unica certezza è che gli accertamenti tributari inviati ad ogni singolo imprenditore dalla Andreani saranno esaminati singolarmente, caso per caso. Intanto, però, la questione Tarsu, ha riportato a galla vecchie diatribe, tra cui la possibilità di adibire delle aree degli opifici a zona commerciale al fine di consentire ai produttori locali di vendere i propri prodotti svincolandosi così dal "grande mercato". Questioni che si intrecciano con la mancanza di infrastrutture e una lunga serie di disservizi di "cui tutte le amministrazioni comunali si dimenticano il minuto dopo aver ottenuto i nostri voti", destinate a finire in un documento congiunto che sarà presentato a Palazzo di città con una richiesta urgente di interventi. L'ennesima.
Giovedì sera, alla fine di una lunga giornata di lavoro, una cinquantina di titolari di azienda appartenenti all'Associazione imprese murgiane (AIM) si sono ritrovati per discutere sul come intervenire e come far capire all'amministrazione comunale che, hanno ribadito testualmente, "qui non sono mucche da mungere". "Siamo i sopravvissuti di un sistema produttivo oramai morto, combattiamo quotidianamente contro la crisi, sperando di restare sul mercato e di non mandare gente a casa, e questi che fanno? Continuano a mandare cartelle esattoriali", ha sbottato qualcuno.
Pochi mesi fa l'amministrazione comunale sembrava aver risolto il problema Tarsu concedendo una sorta di sconto, previsto per legge per "tutti quelli che subiscono dei disservizi dall'amministrazione comunale che possono pagare solo il 40% degli importi dovuti", aveva spiegato allora l'assessore al bilancio Nicola Lagreca. Inoltre per quanto riguardava gli imprenditori che non avevano provveduto a saldare le pendenze arretrate, s'era stabilito il pagamento delle diverse annualità a partire dal 2007, ossia dall'ultimo anno accertabile. Mentre chi aveva pagato meno del dovuto avrebbe dovuto mettersi in regola con i pagamenti a partire dal 2008.
Ma ora che la cartelle sono arrivate, è scoppiata la polemica. E tra chi suggerisce di "andare a gridare al comune" e chi invece chiede di opporsi al provvedimento, l'unica certezza è che gli accertamenti tributari inviati ad ogni singolo imprenditore dalla Andreani saranno esaminati singolarmente, caso per caso. Intanto, però, la questione Tarsu, ha riportato a galla vecchie diatribe, tra cui la possibilità di adibire delle aree degli opifici a zona commerciale al fine di consentire ai produttori locali di vendere i propri prodotti svincolandosi così dal "grande mercato". Questioni che si intrecciano con la mancanza di infrastrutture e una lunga serie di disservizi di "cui tutte le amministrazioni comunali si dimenticano il minuto dopo aver ottenuto i nostri voti", destinate a finire in un documento congiunto che sarà presentato a Palazzo di città con una richiesta urgente di interventi. L'ennesima.