Occhi da orientale a Gravina
L’ospitalità gravinese accoglie un team di studiosi giapponesi. Uno studio sulla conservazione delle pitture murali nelle chiese rupestri
venerdì 9 settembre 2011
12.39
Non hanno certo fatto tappa casualmente a Gravina… un gruppo di giapponesi qualche giorno fa è approdato nel nostro paese e si tratterrà ancora qualche giorno.
L'equipe di studiosi formata da Takaraharu Miryashita, direttore del centro di ricerca sulle pitture murarie presso l'Università di Kanazawa, Cecilia Frosinini, direttrice del settore restauro dell'Opificio delle Pietre dure di Firenze, Fabrizio Brandini membro del cento del restauro fiorentino, Alessio Monciatti docente di storia medievale nell'Università del Molise, ha chiesto di effettuare dei rilievi nelle chiese rupestri tutte gravinesi. Oggetto di studio la tipologia della pittura murale dell'era bizantina medio-orientale e lo stato di conservazione della stessa. A far loro da guida nei meandri del rupestre, l'associazione Benedetto XIII di Gravina.
Una ricerca che coinvolge Gravina e altre zone della Puglia, e che costituirà un punto di riferimento per acquisizioni future sul grande patrimonio di chiese rupestri del bacino Mediterraneo.
Una settimana insomma da dedicare all'intera disponibilità rupestre tutta gravinese… e questo nonostante ci si ostini a lasciare abbandonate a sé molte di quelle aree, tra cui calata San Michele, una zona questa che ha vissuto momenti d'oro nel maggio scorso, quando il "volontariato gravinese" provvide a ripulirla e imbiancarla, e che poi è stata nuovamente "liquidata".
Quasi contemporaneamente l'indiscrezione circa la possibilità che nei prossimi giorni si girino proprio in quella calata, scene di un film dalla regia e dalla location tutta "paesana".
Insomma una considerazione nazionale e internazionale per l'area rupestre locale forse improvvisa, forse tardiva, carovanate di turisti che chiedono di poter accedere e visitare… motivi questi certamente di orgoglio; solo che, per evitare che anche in Giappone conoscano quanto noi gravinesi siamo sozzi e incivili, una bella "ramazzata" alla zona, cara amministrazione, non la si può non dare; l'ideale sarebbe con cadenza periodica!
L'equipe di studiosi formata da Takaraharu Miryashita, direttore del centro di ricerca sulle pitture murarie presso l'Università di Kanazawa, Cecilia Frosinini, direttrice del settore restauro dell'Opificio delle Pietre dure di Firenze, Fabrizio Brandini membro del cento del restauro fiorentino, Alessio Monciatti docente di storia medievale nell'Università del Molise, ha chiesto di effettuare dei rilievi nelle chiese rupestri tutte gravinesi. Oggetto di studio la tipologia della pittura murale dell'era bizantina medio-orientale e lo stato di conservazione della stessa. A far loro da guida nei meandri del rupestre, l'associazione Benedetto XIII di Gravina.
Una ricerca che coinvolge Gravina e altre zone della Puglia, e che costituirà un punto di riferimento per acquisizioni future sul grande patrimonio di chiese rupestri del bacino Mediterraneo.
Una settimana insomma da dedicare all'intera disponibilità rupestre tutta gravinese… e questo nonostante ci si ostini a lasciare abbandonate a sé molte di quelle aree, tra cui calata San Michele, una zona questa che ha vissuto momenti d'oro nel maggio scorso, quando il "volontariato gravinese" provvide a ripulirla e imbiancarla, e che poi è stata nuovamente "liquidata".
Quasi contemporaneamente l'indiscrezione circa la possibilità che nei prossimi giorni si girino proprio in quella calata, scene di un film dalla regia e dalla location tutta "paesana".
Insomma una considerazione nazionale e internazionale per l'area rupestre locale forse improvvisa, forse tardiva, carovanate di turisti che chiedono di poter accedere e visitare… motivi questi certamente di orgoglio; solo che, per evitare che anche in Giappone conoscano quanto noi gravinesi siamo sozzi e incivili, una bella "ramazzata" alla zona, cara amministrazione, non la si può non dare; l'ideale sarebbe con cadenza periodica!