Olio "made in Puglia", crolla la produzione

Per quest'anno si prevede un calo drastico del 58%

domenica 7 ottobre 2018
Crollo del 58% nel 2018 della produzione di olio "made in Puglia", al minimo storico di 86.513 tonnellate. Lo ha reso noto Coldiretti Puglia, in occasione della Giornata nazionale dell'extravergine italiano al "Villaggio contadino" al Circo Massimo a Roma.

La Puglia si conferma la principale regione di produzione, nonostante il calo del 58%, secondo le previsioni di Ismea (istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare). Le cause del calo risiedono soprattutto nell'ondata di maltempo dell'inverno e dell'estate e degli effetti delle gelate di febbraio e marzo che hanno arrecato danni ingenti nella fase della fioritura. In Salento, invece, si pagano gli effetti della "xylella".

"Siamo fortemente preoccupati che la brusca diminuzione di olio extravergine pugliese - lancia l'allarme il presidente di Coldiretti Puglia Gianni Cantele - faccia crescere ancora le importazioni di olio dall'estero, perché al danno si aggiungerebbe la beffa di sofisticazioni e contraffazioni. Se si vuole acquistare un 'vero' extravergine 'made in Italy' bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione. I 3 elementi da tenere sempre d'occhio sono prezzo, anno di produzione e scadenza".

"Nel primo trimestre 2018 la Puglia ha importato 43,3 milioni di euro di olio extravergine da Grecia e Tunisia - denuncia il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - e per questo serve una stretta sui controlli perché sia accertato il pieno rispetto della Legge Mongiello, ribattezzata Legge "Salva olio italiano", la n. 9 del 2013 che impone la tracciabilità in etichetta dell'olio extravergine di oliva e di accelerare il percorso del disegno di legge sui reati agroalimentari, elaborato dalla commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, magistrato e presidente del comitato scientifico dell'osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare".

Per l'export, invece, a preoccupare Coldiretti sono i sistemi di etichettatura nutrizionale "a semaforo" come quella adottata in Gran Bretagna che promuove con il semaforo verde cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e boccia con il rosso elisir di lunga vita come l'olio extravergine di oliva.