Omicidio Capone, tre ore di interrogatorio per l'imprenditore sospettato
Dalle telecamere di sorveglianza immagini preziose per incastrare il responsabile
venerdì 23 maggio 2014
10.19
Sotto torchio per tre ore, alla ricerca di conferme e di elementi sufficienti a mettere la parola fine al caso sull'omicidio di Pietro Capone.
Mercoledì pomeriggio, il pm titolare dell'inchiesta, Fabio Buquicchio, e il dirigente della Squadra Mobile, Luigi Rinella, hanno interrogato a lungo Gaetano Scalese, l'imprenditore edile con cui in passato Capone aveva avuto dei contrasti, alcuni dei quali finiti nelle aule di Tribunale.
All'imprenditore, formalmente indagato per l'omicidio, è stato chiesto di riferire sui suoi spostamenti la sera del 10 marzo scorso, quando Pietro Capone fu freddato con due colpi di pistola alla nuca, in via La Spezia, a pochi passi da casa.
In particolare gli inquirenti stanno cercando di capire se la Punto bianca, ripresa dalle telecamere di sorveglianza di via Casale, che segue a distanza ravvicinata Capone mentre, a piedi, si dirige verso la sua abitazione, sia o meno la macchina di proprietà dello stesso Scalese, che già da un mese gli inquirenti hanno posto sotto sequestrato. L'orario riportato dai fotogrammi delle telecamere, secondo gli accertamenti eseguiti sul corpo di Capone, corrisponderebbero all'ora dell'omicidio.
L'imprenditore gravinese per tutta la durata dell'interrogatorio, sebbene abbia confermato di aver utilizzato l'auto quella sera, ha negato ripetutamente di essere l'autore dell'omicidio fornendo la sua versione dei fatti e giustificando la sua presenza in via Casale.
Intanto, si aspettano i risultati degli esami balistici che un perito ingaggiato dal Tribunale sta effettuando sulla vettura posta sotto sequestro dove potrebbero esserci tracce di polvere da sparo.
Mercoledì pomeriggio, il pm titolare dell'inchiesta, Fabio Buquicchio, e il dirigente della Squadra Mobile, Luigi Rinella, hanno interrogato a lungo Gaetano Scalese, l'imprenditore edile con cui in passato Capone aveva avuto dei contrasti, alcuni dei quali finiti nelle aule di Tribunale.
All'imprenditore, formalmente indagato per l'omicidio, è stato chiesto di riferire sui suoi spostamenti la sera del 10 marzo scorso, quando Pietro Capone fu freddato con due colpi di pistola alla nuca, in via La Spezia, a pochi passi da casa.
In particolare gli inquirenti stanno cercando di capire se la Punto bianca, ripresa dalle telecamere di sorveglianza di via Casale, che segue a distanza ravvicinata Capone mentre, a piedi, si dirige verso la sua abitazione, sia o meno la macchina di proprietà dello stesso Scalese, che già da un mese gli inquirenti hanno posto sotto sequestrato. L'orario riportato dai fotogrammi delle telecamere, secondo gli accertamenti eseguiti sul corpo di Capone, corrisponderebbero all'ora dell'omicidio.
L'imprenditore gravinese per tutta la durata dell'interrogatorio, sebbene abbia confermato di aver utilizzato l'auto quella sera, ha negato ripetutamente di essere l'autore dell'omicidio fornendo la sua versione dei fatti e giustificando la sua presenza in via Casale.
Intanto, si aspettano i risultati degli esami balistici che un perito ingaggiato dal Tribunale sta effettuando sulla vettura posta sotto sequestro dove potrebbero esserci tracce di polvere da sparo.