Ospedale Gravina: Zazzera critico

“È un altro presidio da chiudere. Ma con che i criteri?". Il deputato di IDV ha anche visitato l'Ospedale della Murgia

venerdì 16 luglio 2010
A cura di Domingo Mastromatteo
"Anche a Gravina in Puglia ho avuto modo di fare la conoscenza diretta con un presidio ospedaliero di frontiera, i cui conti sono in ordine e soprattutto con costi di gestione ben al di sotto della media regionale. Un ospedale che insiste su una utenza di 45mila persone e che, nel piano di riordino, rischia un brusco ridimensionamento. Per questo chiediamo di comprendere quali criteri sono stati usati? Quali le modalità di scelta". A dichiararlo l'on. Pierfelice Zazzera, coordinatore regionale dell'Italia dei Valori Puglia che venerdì mattina ha visitato il "Santa Maria del Piede", proseguendo il suo giro di contatto sul territorio nelle realtà locali.

"Il nostro intento è quello di suggerire un criterio di razionalizzazione di costi e strutture non solo ragionieristico, ma improntato ad un dialogo col territorio: qui a Gravina ad esempio la comunità cittadina attende da 15 anni il completamento della nuova struttura ospedaliera, il cui terzo lotto di edificazione dovrebbe essere consegnato il prossimo febbraio. Una struttura che è in piedi da anni e che, pur non aperta e non funzionante, mostra i segni del tempo, oltre a rappresentare un monumento allo spreco del denaro pubblico"

Uscendo dalla struttura in fase di realizzazione Zazzera ha aggiunto quanto segue. "Come possiamo spiegare ai cittadini un investimento multimilionario destinato a non vedere mai la luce a causa dei tagli che di anno in anno si susseguono nella sanità? La verità è che le bozze di piano devono confrontarsi col territorio, devono esaminare le situazione. Credo che la storia recente della nostra regione debba insegnarci qualcosa. In tema di Sanità dobbiamo confrontarci con gli utenti, con i cittadini, dobbiamo avere il coraggio di condividere le scelte e gli ob iettivi con chi, suo malgrado, subirà gli effetti dei tagli. I piani sanitari imposti per esigenze finanziarie o per scadenze formali cui si deve far fronte non portano bene: dalle imposizioni è uscito sconfitto Raffaele Fitto e allo stesso modo potremmo uscirne noi, se non abbiamo il coraggio di parlare al territorio".