Parco eolico: Comune e società vicine ad un accordo?

L'assessore Lagreca: "Stiamo lottando per avere il massimo". Nessuna risposta dalla Soprintendenza. E il 26 giugno consiglio.

sabato 15 giugno 2013 09.25
A cura di Antonella Testini
Il prossimo 26 giugno si incontreranno nella sala consiliare e lì proveranno a fare chiarezza sulla affaire eolico. Maggioranza e opposizione, ossia coloro che nel 2007, all'epoca ancora una cosa sola, hanno dato l'avvio all'iter per la costruzione del parco eolico tra i comuni di Gravina e Poggiorsini. Di mezzo un'altra amministrazione, quella Divella, che non ha provveduto a firmare la convenzione tra Comune e la società "Nuova Energia", attraverso la quale Gravina avrebbe potuto godere almeno di una qualche forma di ristoro per il danno ambientale. Tutt'attorno, sempre più silenti, i tanti che si dicevano preoccupati dell'impatto archeologico dell'opera.

Intanto, c'è chi alla questione lavora nel silenzio, da una postazione chiave: condurre in porto le trattative per chiudere presto e bene la partita del ristoro ambientale: gli assessori Maddalena Grillo e Nicola Lagreca. Ed è proprio Lagreca (nella foto, ndr), titolare della delega alle finanze, ad accettare l'incontro con i cronisti, per provare a sbrogliare, davanti agli occhi dell'opinione pubblica, l'ingarbugliata matassa.

Da dove cominciamo, assessore?
"Dal nostro ultimo ufficiale: tre giorni fa abbiamo approvato la delibera di giunta con cui raccontiamo ciò che è successo in questi anni. Delibera che si concludeva spiegando che la nostra azione è finalizzata a ad ottenere il massimo possibile del ristoro ambientale che questa città non ha ancora ottenuto".

Entriamo nei dettagli?
"Il ristoro che viene definito dalle convenzioni tra imprese e Comuni, con il decreto ministeriale del 2010 è stato fissato ad un massimo del 3% del fatturato. Ristoro che dovrebbe essere dapprima accordato in sede di conferenza di servizi e dopo nella convenzione. Ebbene: né nella conferenza di servizi nè nell'autorizzazione unica il Comune ha mai chiesto nulla. Per distrazione o per motivi che non mi è dato conoscere, questa compensazione non è stata riconosciuta".

Cosa ha fatto la vostra amministrazione per ovviare a queste presunte mancanze altrui?
"Agli inizi del luglio 2012 abbiamo incontrato l'ingegner Terenzini, amministratore della Nuova Energia, il quale si è reso disponibile a collaborare portandoci anche altri documenti e ricordando che a novembre del 2011 la società era tornata a scrivere all'amministrazione comunale per chiedere la sottoscrizione della convenzione, come già fatto con Poggiorsini. Anche in questo caso, però, da Palazzo di città non è arrivata nessuna risposta. Da allora abbiamo avuto altri due incontri, mai segreti. Anzi, ci siamo sempre fatti accompagnare dagli avvocati comunali, sino a quando la trattativa con Terenzini si è interrotta perché stava cambiando la compagine sociale della Nuova Energia, poi acquisita totalmente dalla Fri- El Green Power".

A che punto è il confronto con i nuovi azionisti del parco gravinese?
"Anche con questa nuova società ci stiamo battendo perché riteniamo non decoroso che al Comune di Gravina venga riconosciuto lo stesso ristoro stabilito per il Comune di Poggiorsini del 3% al lordo delle imposte da versare al Comune. Difatti, sottraendo la Cosap che ammonta a circa 165.000 euro annui per la costruzione dei cavidotti e sottraendo il totale Imu, non appena i pali saranno impiantati, per un importo pari ad altri 350.000 euro, alla fine se si fosse decurtato il 3% lordo di questi due valori al Comune rimarrebbe ben poca cosa. Considerando che si tratta di un impianto di 21 pali, tenendo presente il valore paesaggistico della zona, e tenuto conto che questo provvedimento è stato da noi ereditato, stiamo tentando di recuperare il massimo possibile per approntare la nuova bozza di convenzione".

Che prevede…
"Le proposte iniziali erano praticamente agli antipodi: noi chiedevamo il 3% netto. Loro volevano riconoscerci il 3% lordo. Nell'ultima riunione la società ha presentato una proposta migliorativa che comunque dovrà ancora essere definita e poi sottoposta alla verifica del consiglio comunale".

Facciamo un passo indietro e torniamo a parlare di beni archeologici. Nei giorni scorsi il sindaco ha scritto alla Soprintendenza. Avete ricevuto risposte?
"Il 4 giugno il sindaco ha inviato una nota per chiedere ulteriori verifiche in quella zona, al fine di predisporre ogni necessaria ed opportuna azione in ragione di un più penetrante controllo delle operazioni in essere, alla stregua dei titoli concessori e delle relative modalità realizzative, in modo da scongiurare ogni ipotesi di compromissione di un sì rilevante patrimonio". Al momento, però, non abbiamo ricevuto risposte. Voglio tuttavia ribadire che ci stiamo battendo per avere tutte le rassicurazioni del caso dalla Soprintendenza proprio per le pale 30 e 31. Inoltre stiamo anche effettuando delle visite di cortesia al cantiere, sempre accompagnati dai vigili e dagli avvocati, per verificare il regolare svolgimento delle operazioni. Pochi giorni fa, infatti, dopo una segnalazione secondo in quella zona ci sarebbero dei reperti archeologici, ci siamo recati sul posto e abbiamo trovato gli operai con gli archeologi, ma nessun reperto in vista".

Altra questione. Da più parti, anche dall'interno della maggioranza, viene chiesto al sindaco di ordinare cautelativamente la sospensione dei lavori. E' una strada percorribile?
"La sospensione sarebbe una cosa pesantissima, ma è opportuno che questa domanda venga posta al sindaco. Da assessore posso dire che bloccare i lavori ad un'azienda che gode di tutti i permessi per un'opera da un valore colossale ci esporrebbe, in caso di soccombenza in un eventuale giudizio, a conseguenze penali e soprattutto patrimoniali enormi, col rischio di ingessare le casse comunali per decenni".

Concludendo, è chiaro che, almeno sotto il profilo del ristoro ambientale, il problema sia tutto legato alla mancata sottoscrizione della relativa convenzione da parte dell'amministrazione Divella, nella quale sedeva, come assessore all'ambiente, uno degli attuali consiglieri di maggioranza, Michele Lamuraglia. Qualcuno di voi gli ha chiesto conto delle motivazioni della mancata firma?
"Lamuraglia si è riservato di riferire durante il prossimo consiglio comunale ciò che ha vissuto e fatto in prima persona. Abbiamo fiducia di quello che ci dirà".