Parco eolico: "Il sindaco ordini la sospensione dei lavori"
Il centrodestra contesta i silenzi dell'amministrazione comunale. "Valente eserciti i suoi poteri ed emani un'ordinanza".
sabato 8 giugno 2013
15.50
"La legge assegna al Comune, e dunque al sindaco, i poteri di controllo. Se Valente davvero nutre dubbi, non ha da fare che una cosa: ordinare la sospensione dei lavori".
Leo Vicino, dirigente provinciale del Pdl, picchia forte. "Su questa battaglia", dice, "non intendo mollare: troppe cose non sono chiare". E con lui, adesso, scendono in campo anche Michele Lorusso, voce del Pdl gravinese, ed il consigliere provinciale Mimmo Romita, colonna del Movimento Schittulli. I tre sono i firmatari di una lettera, protocollata ieri in Comune, con la quale si reclamano lumi sul parco eolico in fase di realizzazione al confine tra Gravina e Poggiorsini. La presa di posizione del laboratorio Syssitia e l'intervento (di segno contrario) di una delle archeologhe che hanno condotto una campagna di scavi sul posto, raccolti e rilanciati da Gravinalife nei giorni scorsi, diventano la trama del racconto. "Di recente - scrivono Vicino, Lorusso e Romita - sono apparse in cronaca le dichiarazioni del laboratorio Syssitia, secondo il quale nella zona interessata dal parco insiste un'importantissima area archeologica con strutture abitative risalenti già al VII secolo a. C., fra cui una domus imperiale. Per questo si chiedeva che le autorità politiche preposte intervenissero per bloccare e rivedere il procedimento di autorizzazione all'impianto in questione". L'indomani, però, ad offrire un'altra versione dei fatti è intervenuta Annalisa Melillo, una delle archeologhe che ha operato in una zona che, ha ricordato la stessa Melillo, "la Soprintendenza archeologica tarantina negli atti aveva indicato come di scarso valore archeologico". "A detta della professionista - ricordano i tre del centrodestra - i resti rinvenuti in prossimità di due pale sarebbero stati raccolti e trasferiti presso il centro operativo della Soprintendenza archeologica di Gravina, mentre le strutture murarie databili attorno al XIII secolo d. C. sarebbero state preservate e ricoperte con geotessuto e poi interrate. Inoltre, la società titolare dell'opera, dopo i ritrovamenti, avrebbe acconsentito a spostare di alcuni metri la zona di impianto degli aereogeneratori".
Verità contrastanti, che portano Vicino, Lorusso e Romita a chiedere al sindaco "di verificare se la Regione e gli enti preposti abbiano autorizzato lo spostamento delle pale e se siano state comunicate le nuove coordinate geografiche, in ossequio alle norme vigenti". Quindi, l'invito: "Si proceda alla sospensione dei lavori ed a convocare gli enti preposti per riesaminare la valenza archeologica dell'area interessata, per evitare, così come sostenuto nell'appello firmato dai professionisti di Syssitia, di intaccare il paesaggio culturale della fossa Bradanica, precludendo un'eventuale candidatura di Gravina a sito Unesco ed impedendole ogni altra attrattiva turistica".
Aggiunge Vicino, contattato telefonicamente: "Ci sembra curioso che il sindaco, che dice di essere preoccupato per il patrimonio archeologico dell'area, si limiti a sollecitare altri enti ad intervenire: il potere di controllo è nelle mani del Comune. Dunque, lui può fare subito quello che chiede agli altri, anche sospendere i lavori in via cautelativa. Perchè non lo fa?"
Leo Vicino, dirigente provinciale del Pdl, picchia forte. "Su questa battaglia", dice, "non intendo mollare: troppe cose non sono chiare". E con lui, adesso, scendono in campo anche Michele Lorusso, voce del Pdl gravinese, ed il consigliere provinciale Mimmo Romita, colonna del Movimento Schittulli. I tre sono i firmatari di una lettera, protocollata ieri in Comune, con la quale si reclamano lumi sul parco eolico in fase di realizzazione al confine tra Gravina e Poggiorsini. La presa di posizione del laboratorio Syssitia e l'intervento (di segno contrario) di una delle archeologhe che hanno condotto una campagna di scavi sul posto, raccolti e rilanciati da Gravinalife nei giorni scorsi, diventano la trama del racconto. "Di recente - scrivono Vicino, Lorusso e Romita - sono apparse in cronaca le dichiarazioni del laboratorio Syssitia, secondo il quale nella zona interessata dal parco insiste un'importantissima area archeologica con strutture abitative risalenti già al VII secolo a. C., fra cui una domus imperiale. Per questo si chiedeva che le autorità politiche preposte intervenissero per bloccare e rivedere il procedimento di autorizzazione all'impianto in questione". L'indomani, però, ad offrire un'altra versione dei fatti è intervenuta Annalisa Melillo, una delle archeologhe che ha operato in una zona che, ha ricordato la stessa Melillo, "la Soprintendenza archeologica tarantina negli atti aveva indicato come di scarso valore archeologico". "A detta della professionista - ricordano i tre del centrodestra - i resti rinvenuti in prossimità di due pale sarebbero stati raccolti e trasferiti presso il centro operativo della Soprintendenza archeologica di Gravina, mentre le strutture murarie databili attorno al XIII secolo d. C. sarebbero state preservate e ricoperte con geotessuto e poi interrate. Inoltre, la società titolare dell'opera, dopo i ritrovamenti, avrebbe acconsentito a spostare di alcuni metri la zona di impianto degli aereogeneratori".
Verità contrastanti, che portano Vicino, Lorusso e Romita a chiedere al sindaco "di verificare se la Regione e gli enti preposti abbiano autorizzato lo spostamento delle pale e se siano state comunicate le nuove coordinate geografiche, in ossequio alle norme vigenti". Quindi, l'invito: "Si proceda alla sospensione dei lavori ed a convocare gli enti preposti per riesaminare la valenza archeologica dell'area interessata, per evitare, così come sostenuto nell'appello firmato dai professionisti di Syssitia, di intaccare il paesaggio culturale della fossa Bradanica, precludendo un'eventuale candidatura di Gravina a sito Unesco ed impedendole ogni altra attrattiva turistica".
Aggiunge Vicino, contattato telefonicamente: "Ci sembra curioso che il sindaco, che dice di essere preoccupato per il patrimonio archeologico dell'area, si limiti a sollecitare altri enti ad intervenire: il potere di controllo è nelle mani del Comune. Dunque, lui può fare subito quello che chiede agli altri, anche sospendere i lavori in via cautelativa. Perchè non lo fa?"