Parla il gestore di Villa del Sol, Pietro Solfrizzo

"Non mi aspettavo un comportamento del genere da ragazzi che mi considerano il loro fratello maggiore". Questa mattina incontro pacifico tra sindaco e immigrati

mercoledì 7 settembre 2011 16.40
Era luglio, quando nei nostri studi invitavamo Pietro Solfrizzo, gestore della struttura di accoglienza Villa del Sol, accompagnato da Marc Antony, uno dei 27 immigrati che alloggiano proprio in quello stabile; testimoni entrambi di una amicizia e collaborazione tra giovani appartenenti pure a nazionalità differenti, ma con in comune la voglia di divertirsi e di trascorrere serenamente una situazione di emergenza.

È proprio Pietro Solfrizzo il più sconcertato dall'accaduto di qualche giorno fa, quando uno dei suoi amici di colore ha minacciato i gestori dell'albergo Villa del Sol, in questo caso i genitori di Pietro, di dare fuoco alla struttura.
"Mai mi sarei aspettato un comportamento del genere. E poi proprio da lui…" ci ha confessato Pietro, che anche se non era presente la mattinata dell'accaduto, conosce bene ognuno di quei ragazzi, e si è permesso di definire il colpevole del gesto, "una persona assolutamente tranquilla".
"Da gente che si rivolge ai miei genitori chiamandoli mamma e papà, che vede in me un fratello maggiore, un atteggiamento del genere è quanto mai inaspettato". Delusione e perché no paura, nelle parole di Pietro, che vede come causa scatenante e non per questo giustificativa dell'accaduto, quel numeroso tempo a disposizione degli immigrati, un tempo forse speso male, un tempo in cui scarseggiano le attività da fare. Una noia galeotta insomma.

"Non è possibile pensare del resto che la causa scatenante possa essere stato un mal di denti non adeguatamente curato; i miei genitori avevano somministrato al ragazzo della novalgina e il giorno successivo lo avrebbero accompagnato dal dentista", questa la smentita di Pietro alle numerose voci venute fuori dopo la vicenda. "Dopo quello che è accaduto è però difficile tornare ad avere un rapporto amichevole con tutti loro...", così ha concluso Pietro.

Proprio a seguito dell'accaduto, questa mattinata una delegazione di migranti ha chiesto ed ottenuto di incontrare il Sindaco. "Motivo dell'incontro informale sottoporre al Primo Cittadino le problematiche per una situazione di difficoltosa integrazione che riguarda non solo gli stranieri con regolare permesso di soggiorno che da anni lavorano e vivono a Gravina, ma anche e soprattutto per denunciare le gravi carenze strutturali ed organizzative dei migranti in attesa dello status di rifugiati politici presenti nelle strutture di accoglienza cittadina. Disagi quotidiani che ledono non solo la dignità della persona ma che rischiano di esasperare una già difficile situazione di chi è costretto a vivere in una continua situazione di attesa. Uno stato delle cose che si chiede di poter cambiare al fine di diventare parte attiva e produttiva di una comunità e non solo un peso e costo per la collettività", questo quello che si legge nel comunicato a firma dell'amministrazione comunale.
Tra le richieste fatte, una migliore assistenza sanitaria, una maggiore attenzione nutrizionale e di dotazione personale sia dei minori che degli adulti presenti nei centri di accoglienza, lezioni di lingua italiana, corsi di formazione professionale, collegamenti da e per il centro abitato.

Il Sindaco si è impegnato ad organizzare un nuovo incontro con i migranti e con tutte le Istituzioni interessate alla problematica, visto che la maggior parte delle tematiche sollevate non sono di competenza comunale, ma sono di esclusiva competenza della Protezione Civile e delle strutture cittadine ospitanti, queste le conclusioni dell'incontro tenutosi al Palazzo di Città.