Partiti uniti contro il deposito nucleare
Documento congiunto di Pd, Art.1, SI, M5S
venerdì 5 febbraio 2021
17.00
I circoli gravinesi del Partito Democratico, di Articolo Uno, Sinistra Italiana e Movimento 5 Stelle hanno voluto scrivere assieme questo documento politico a seguito della decisione della SOGIN di inserire, nella lista dei siti idonei per ospitare il deposito italiano di scorie radioattive degli impianti di energia nucleare dismessi dal 1987, diverse aree della nostra zona, tra le quali anche un'area specifica ricadente nel nostro territorio comunale.
Con questo documento le forze politiche vogliono rivendicare la loro tradizione progressista e le loro battaglie anche sulle tematiche ambientali: fin dagli anni '60 le forze di sinistra di questa città, infatti, hanno lottato contro la presenza di ordigni nucleari posizionati all'interno del nostro bosco, hanno fatto le marce Gravina-Altamura negli anni 80 e Duemila per la pace e per la difesa della nostra murgia, dimostrando una grande sensibilità nei confronti delle politiche ambientali e paesaggistiche.
Gli scriventi hanno, senz'altro, una visione "diversa" del territorio e dell'ambiente che, in realtà, è già oggetto di politiche regionali e locali in contrasto con la scelta ricaduta sul territorio e che potrebbe essere compromesso dall'allocazione di un deposito di scorie nucleari. Contestabile dal punto di vista politico è l'individuazione dell'area ricadente nel nostro comune: una fortissima vicinanza con il Bosco Difesa Grande, un'area per la quale sempre maggiore è l'attenzione posta da tantissimi concittadini che hanno imparato a godere delle sue meraviglie naturali, dei suoi sentieri e della sua aria pulita e rigenerante.
Per questo le forze politiche scriventi sostengono incondizionatamente la posizione assunta dall'Ente Parco Nazionale dell'Alta Murgia e dal suo Presidente Tarantini, in quanto il posizionamento delle aree ritenute idonee ad ospitare il deposito è attiguo a siti protette proprio come il Parco, la cui morfologia del paesaggio è ritenuta una peculiarità unica in Italia e in Europa. Le aree interne del nostro territorio possono e devono, invece, rappresentare un nuovo esempio di sviluppo sostenibile: la loro valorizzazione è una delle sfide del nostro immediato futuro.
Infatti, questo tema era già oggetto di discussione pubblica nazionale prima della pandemia, ma i lockdown e le zone colorate imposte dai vari DPCM non hanno agevolato la discussione. E', quindi, necessario che questi territori e le loro città possano svilupparsi attorno al turismo - possibilmente responsabile e integrato con i territori- alla cultura - attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale, all'agricoltura – con la possibilità di creare filiere di raccolta e produzione responsabili, alla valorizzazione delle produzioni enogastronomiche – grazie alle aziende del territorio che producono e commercializzano in Italia e nel mondo le nostre eccellenze.
Inoltre, è importante anche la questione generazionale: soltanto un territorio così fatto, integrato con la digitalizzazione, potrà restituire la possibilità ai tanti giovani di tornare a vivere "bene" nelle nostre città, anziché emigrare altrove verso le grandi città italiane ed europee.
Per questo, alla luce del dibattito sulla contrarietà ad ospitare il deposito unico, è necessario ribadire la nostra richiesta di maggiore attenzione delle politiche nazionali verso le aree interne: il Recovery Fund é l'occasione per ribaltare il "paradigma della marginalità".
Le politiche infrastrutturali delle strade, dei trasporti e della connessione veloce devono riguardare soprattutto questi territori, per renderli maggiormente visibili e conosciuti agli occhi del resto d'Italia e dell'Europa. Come si può notare, tutte quelle elencate, sono caratteristiche e richieste di un territorio vasto, proprio come quello delle aree interne della Puglia e Basilicata, che può annoverare una storia millenaria fatta di grandi civiltà: per questo le scriventi forze politiche sostengono l'azione di tutti i comuni della Puglia e Basilicata che hanno deciso di unire i propri sforzi per scongiurare l'ipotesi secondo cui, anche solo un'area di questi territori, possa ospitare il deposito nucleare.
Ricordiamo la contrarietà della nostra città già manifestata nel novembre 2015 con un Consiglio Comunale nel quale fu espressa «la totale contrarietà all'eventuale individuazione della Murgia come sede di deposito nazionale unico per i rifiuti radioattivi» e poi ribadita il 14 gennaio 2016 in un Consiglio congiunto svoltosi ad Altamura tra i sette comuni murgiani.
Alla luce di ciò si ritiene senz'altro positivo l'approccio e la sinergia suggellata tra il Comitato di Consultazione Popolare, un movimento creato dal basso in cui si rivedono numerose associazioni e gruppi locali, e l'Amministrazione Comunale. Tutti gli scriventi partiti sono al fianco del Sindaco Alesio Valente nell'azione d'individuazione e stesura delle osservazioni tecniche richieste dalla SOGIN e nell'azione di unione e sinergia avviata con gli altri Comuni direttamente coinvolti e le Regioni Puglia e Basilicata. Si ritiene giusta, quindi, la richiesta del Sindaco e dei Comuni di prorogare di ulteriori 60 giorni il tempo di stesura ed invio delle osservazioni tecniche alla SOGIN, vista anche la pandemia in atto, che, inevitabilmente, rallenta tutte le possibili azioni.
Ad ogni modo, le forze politiche, che sottoscrivono il presente documento, sono impegnate con i loro rappresentanti in Consiglio e in Giunta Regionale nel sostenere e nel coadiuvare la Cabina di Regia regionale e, al contempo, ringraziano la Regione per aver messo a disposizione tutti i suoi tecnici per le osservazioni da inviare.
Questo documento politico, condiviso dalle forze firmatarie, è soltanto l'inizio di un'attività su questa vicenda: a partire dall'ultimo Consiglio monotematico convocato per discutere sul tema, si invitano tutti i partiti, gruppi e movimenti politici della città alla creazione di un movimento popolare al fine di partecipare attivamente al lungo percorso che la SOGIN ha predisposto per la scelta definitiva del sito nazionale.
Con questo documento le forze politiche vogliono rivendicare la loro tradizione progressista e le loro battaglie anche sulle tematiche ambientali: fin dagli anni '60 le forze di sinistra di questa città, infatti, hanno lottato contro la presenza di ordigni nucleari posizionati all'interno del nostro bosco, hanno fatto le marce Gravina-Altamura negli anni 80 e Duemila per la pace e per la difesa della nostra murgia, dimostrando una grande sensibilità nei confronti delle politiche ambientali e paesaggistiche.
Gli scriventi hanno, senz'altro, una visione "diversa" del territorio e dell'ambiente che, in realtà, è già oggetto di politiche regionali e locali in contrasto con la scelta ricaduta sul territorio e che potrebbe essere compromesso dall'allocazione di un deposito di scorie nucleari. Contestabile dal punto di vista politico è l'individuazione dell'area ricadente nel nostro comune: una fortissima vicinanza con il Bosco Difesa Grande, un'area per la quale sempre maggiore è l'attenzione posta da tantissimi concittadini che hanno imparato a godere delle sue meraviglie naturali, dei suoi sentieri e della sua aria pulita e rigenerante.
Per questo le forze politiche scriventi sostengono incondizionatamente la posizione assunta dall'Ente Parco Nazionale dell'Alta Murgia e dal suo Presidente Tarantini, in quanto il posizionamento delle aree ritenute idonee ad ospitare il deposito è attiguo a siti protette proprio come il Parco, la cui morfologia del paesaggio è ritenuta una peculiarità unica in Italia e in Europa. Le aree interne del nostro territorio possono e devono, invece, rappresentare un nuovo esempio di sviluppo sostenibile: la loro valorizzazione è una delle sfide del nostro immediato futuro.
Infatti, questo tema era già oggetto di discussione pubblica nazionale prima della pandemia, ma i lockdown e le zone colorate imposte dai vari DPCM non hanno agevolato la discussione. E', quindi, necessario che questi territori e le loro città possano svilupparsi attorno al turismo - possibilmente responsabile e integrato con i territori- alla cultura - attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale, all'agricoltura – con la possibilità di creare filiere di raccolta e produzione responsabili, alla valorizzazione delle produzioni enogastronomiche – grazie alle aziende del territorio che producono e commercializzano in Italia e nel mondo le nostre eccellenze.
Inoltre, è importante anche la questione generazionale: soltanto un territorio così fatto, integrato con la digitalizzazione, potrà restituire la possibilità ai tanti giovani di tornare a vivere "bene" nelle nostre città, anziché emigrare altrove verso le grandi città italiane ed europee.
Per questo, alla luce del dibattito sulla contrarietà ad ospitare il deposito unico, è necessario ribadire la nostra richiesta di maggiore attenzione delle politiche nazionali verso le aree interne: il Recovery Fund é l'occasione per ribaltare il "paradigma della marginalità".
Le politiche infrastrutturali delle strade, dei trasporti e della connessione veloce devono riguardare soprattutto questi territori, per renderli maggiormente visibili e conosciuti agli occhi del resto d'Italia e dell'Europa. Come si può notare, tutte quelle elencate, sono caratteristiche e richieste di un territorio vasto, proprio come quello delle aree interne della Puglia e Basilicata, che può annoverare una storia millenaria fatta di grandi civiltà: per questo le scriventi forze politiche sostengono l'azione di tutti i comuni della Puglia e Basilicata che hanno deciso di unire i propri sforzi per scongiurare l'ipotesi secondo cui, anche solo un'area di questi territori, possa ospitare il deposito nucleare.
Ricordiamo la contrarietà della nostra città già manifestata nel novembre 2015 con un Consiglio Comunale nel quale fu espressa «la totale contrarietà all'eventuale individuazione della Murgia come sede di deposito nazionale unico per i rifiuti radioattivi» e poi ribadita il 14 gennaio 2016 in un Consiglio congiunto svoltosi ad Altamura tra i sette comuni murgiani.
Alla luce di ciò si ritiene senz'altro positivo l'approccio e la sinergia suggellata tra il Comitato di Consultazione Popolare, un movimento creato dal basso in cui si rivedono numerose associazioni e gruppi locali, e l'Amministrazione Comunale. Tutti gli scriventi partiti sono al fianco del Sindaco Alesio Valente nell'azione d'individuazione e stesura delle osservazioni tecniche richieste dalla SOGIN e nell'azione di unione e sinergia avviata con gli altri Comuni direttamente coinvolti e le Regioni Puglia e Basilicata. Si ritiene giusta, quindi, la richiesta del Sindaco e dei Comuni di prorogare di ulteriori 60 giorni il tempo di stesura ed invio delle osservazioni tecniche alla SOGIN, vista anche la pandemia in atto, che, inevitabilmente, rallenta tutte le possibili azioni.
Ad ogni modo, le forze politiche, che sottoscrivono il presente documento, sono impegnate con i loro rappresentanti in Consiglio e in Giunta Regionale nel sostenere e nel coadiuvare la Cabina di Regia regionale e, al contempo, ringraziano la Regione per aver messo a disposizione tutti i suoi tecnici per le osservazioni da inviare.
Questo documento politico, condiviso dalle forze firmatarie, è soltanto l'inizio di un'attività su questa vicenda: a partire dall'ultimo Consiglio monotematico convocato per discutere sul tema, si invitano tutti i partiti, gruppi e movimenti politici della città alla creazione di un movimento popolare al fine di partecipare attivamente al lungo percorso che la SOGIN ha predisposto per la scelta definitiva del sito nazionale.