PD: non siamo per niente fieri della 717a Fiera!
“Non vi era traccia dei nostri prodotti tipici”. "I padiglioni Commercio ed Artigianato sono stati sicuramente peggio del gran Bazar di Istanbul"
sabato 30 aprile 2011
10.45
Sembrava archiviato il caso fiera San Giorgio ed. 2011, ma per il PD l"affaire" è ancora aperto. In un comunicato in cui si precisa in primis, la regionalità della fiera quale frutto e merito delle passate amministrazioni di centrosinistra, il partito democratico gravinese che ha visitato "la campionaria murgiana in maniera molto attenta", con queste parole anticipa e prepara il lettore ad una serie di giudizi che nulla di buono fanno intravedere.
Questo il resoconto del PD: "La visita ha avuto inizio attraversando una galleria sistemata in maniera simil-professionale: con espositori dimezzati rispetto allo scorso anno, ma con maggiore degrado e sporcizia sui vetri.
Il primo padiglione, quello della tecnologia, ci ha posto di fronte associazioni di danza, negozi di occhiali, il club dell'AC MILAN, ma anche aziende d'alimentari ed enogastronomia.
A completare c'era il magnifico stand Istituzionale della Città di Gravina.
Pur apprezzando il fatto di mettere insieme Enogastronomia, Territorio, Cultura e Paesaggio attraverso un unico paniere di eccellenze del brand Gravina, crediamo che l'organizzazione abbia esagerato nel confondere attività tra loro troppo diverse.
Il secondo padiglione è stato dedicato esclusivamente alla porchetta (prodotto tipico di Ariccia), ai cannoli e le cassate tipiche siciliane, alle ghiotterie calabresi e ai salumi e formaggi della Valle D'Itria.
Paradossalmente pur avendo come obiettivo l'essere fiera "Vetrina della Murgia" nel padiglione non vi era traccia dei nostri prodotti tipici: il sasanello, la pizzintella, la salsiccia tagliata a punta di coltello, i funghi cardoncelli, le erbe campestri del calariello, la ventresca, il pallone di Gravina, la manteca, il fallone, il tarallo all'uovo piccilatidd.
I padiglioni Commercio ed Artigianato sono stati sicuramente peggio del gran Bazar di Istanbul: due mercatoni senza nessun criterio. Una costante: le macchine del caffé e i depuratori d'acqua in ogni padiglione: commercio, enogastronomia, artigianato e tecnologia".
Non sono mancate a dire del Pd le note positive e in questo senso, l'organizzazione di tre importanti convegni: il primo promosso dal Consorzio Prima Qualità sul cultivar Bambina, il secondo da AssoFrutta sulla sicurezza alimentare e infine il terzo dal neonato Iat (Informazione ed Accoglienza Turistica) sulle strategie di marketing territoriale per il rilancio del Brand Gravina.
Speriamo che alla teoria finalmente segua anche la pratica.
"Insomma, poco sinora è stato fatto per un importante avvenimento che potrebbe cambiare l'economia della nostra città e del nostro intero territorio. I ritardi nel completamento strutturale della fiera, nella costituzione del suo ente di gestione pesano come macigni su una fragile economia murgiana che ha bisogno di un'importante vetrina per il suo rilancio.
Oramai una struttura fieristica come la nostra, tra le più grandi ed attrezzate di tutta la regione non può essere utilizzata solo quattro giorni all'anno. Né tantomeno la sua gestione affidata come elargizione di incarichi frutto di equilibri politici.
Il nostro auspicio è che finalmente si apra una discussione seria su come rilanciare la nostra fiera a beneficio dell'economia del nostro territorio", questa la amara conclusione del partito di centrosinistra.
Questo il resoconto del PD: "La visita ha avuto inizio attraversando una galleria sistemata in maniera simil-professionale: con espositori dimezzati rispetto allo scorso anno, ma con maggiore degrado e sporcizia sui vetri.
Il primo padiglione, quello della tecnologia, ci ha posto di fronte associazioni di danza, negozi di occhiali, il club dell'AC MILAN, ma anche aziende d'alimentari ed enogastronomia.
A completare c'era il magnifico stand Istituzionale della Città di Gravina.
Pur apprezzando il fatto di mettere insieme Enogastronomia, Territorio, Cultura e Paesaggio attraverso un unico paniere di eccellenze del brand Gravina, crediamo che l'organizzazione abbia esagerato nel confondere attività tra loro troppo diverse.
Il secondo padiglione è stato dedicato esclusivamente alla porchetta (prodotto tipico di Ariccia), ai cannoli e le cassate tipiche siciliane, alle ghiotterie calabresi e ai salumi e formaggi della Valle D'Itria.
Paradossalmente pur avendo come obiettivo l'essere fiera "Vetrina della Murgia" nel padiglione non vi era traccia dei nostri prodotti tipici: il sasanello, la pizzintella, la salsiccia tagliata a punta di coltello, i funghi cardoncelli, le erbe campestri del calariello, la ventresca, il pallone di Gravina, la manteca, il fallone, il tarallo all'uovo piccilatidd.
I padiglioni Commercio ed Artigianato sono stati sicuramente peggio del gran Bazar di Istanbul: due mercatoni senza nessun criterio. Una costante: le macchine del caffé e i depuratori d'acqua in ogni padiglione: commercio, enogastronomia, artigianato e tecnologia".
Non sono mancate a dire del Pd le note positive e in questo senso, l'organizzazione di tre importanti convegni: il primo promosso dal Consorzio Prima Qualità sul cultivar Bambina, il secondo da AssoFrutta sulla sicurezza alimentare e infine il terzo dal neonato Iat (Informazione ed Accoglienza Turistica) sulle strategie di marketing territoriale per il rilancio del Brand Gravina.
Speriamo che alla teoria finalmente segua anche la pratica.
"Insomma, poco sinora è stato fatto per un importante avvenimento che potrebbe cambiare l'economia della nostra città e del nostro intero territorio. I ritardi nel completamento strutturale della fiera, nella costituzione del suo ente di gestione pesano come macigni su una fragile economia murgiana che ha bisogno di un'importante vetrina per il suo rilancio.
Oramai una struttura fieristica come la nostra, tra le più grandi ed attrezzate di tutta la regione non può essere utilizzata solo quattro giorni all'anno. Né tantomeno la sua gestione affidata come elargizione di incarichi frutto di equilibri politici.
Il nostro auspicio è che finalmente si apra una discussione seria su come rilanciare la nostra fiera a beneficio dell'economia del nostro territorio", questa la amara conclusione del partito di centrosinistra.