Perché sono ferme le procedure per il Museo dell’Acqua e della pietra?
Articolo 1 interroga l’amministrazione
martedì 5 dicembre 2017
Che fine ha fatto il progetto per la realizzazione del museo dell'acqua e della pietra? A che punto sono i finanziamenti?
Questi alcuni dei quesiti posti Art. 1 MDP di Gravina in Puglia e rivolti al sindaco e all'amministrazione per conoscere lo stato dell'arte e sperare che il Museo dell'Acqua e della Pietra "possa rientrare tra le priorità politiche di questo nuovo mandato".
Eppure il progetto giace sule scrivanie comunali dal 2005 quando l'allora amministrazione si rese disponibile all'individuazione del sito del Museo guadagnando anche un finanziamento dell'allora Provincia di Bari.
Nel 2012 invece, appena insediata l'amministrazione Valente, si diede il via alla progettazione del Museo a cui è seguita una campagna di comunicazione di risonanza regionale, nazionale e internazionale per rilanciare il valore globale della gravina e del marchio "Ecomuseo dell'Acqua e della Pietra" anche in vista di un riconoscimento come "Bene Universale dell'Umanità" in relazione al tentativo di inserimento della città di Gravina in Puglia nella lista del patrimonio mondiale UNESCO.
Nel 2014 l'opera è stata presentata nella sala Consiliare del Comune, dall'allora Assessore alla Cultura Laura Marchetti, con il progetto esecutivo relativo al "ripristino dei camminamenti naturalistici nella gravina" collegati al Museo dell'Acqua e della Pietra, che prevede l'impiego di 350.000,00 euro quale prima tranche del finanziamento ammontante complessivamente a 850.000 euro.
Lavori all'epoca messi a bando e poi realizzati.
E dopo?
Il nulla.
"Per rendere coerente e compiuto quanto sin qui realizzato – sollecitano da Articolo 1 - sarebbe necessario dare seguito alla seconda parte del progetto, attivando la seconda tranche del finanziamento di importo pari a 500.000,00 euro " riconoscendo il valore culturale e strategico del Museo dell'acqua e della pietra a pochi mesi dall'avvio del grande appuntamento con Matera 2019, considerando che la realizzazione di questo museo potrebbe costituire un'ulteriore possibilità dell'offerta turistico/culturale all'interno del circuito virtuoso di Matera Capitale e potrebbe rilanciare e rimettere in moto il valore specifico della zona archeologica di Botromagno che ha bisogno di un recupero e di un rilancio attraverso la valorizzazione, perché possa essere riconosciuto a livello regionale quale "polo" archeologico e al livello mondiale come Patrimonio Culturale Unesco".
Di fatto sarebbe necessario riperimetrare l'area nella gravina che individui esattamente le espressioni antropologiche, storiche, ambientali e paesaggistiche dell'area museo e che consenta il recupero del finanziamento delimitando l'Ecomuseo tra la zona archeologica del "Padre Eterno" e il rione Piaggio.
"Un sistema complesso in cui s'intrecciano insediamenti antichissimi, habitat rupestri, espressioni artistiche e artigianali, percorsi d'acqua sotterranei e canalizzazioni, orti, muretti a secco e terrazzamenti, nonché zone di pregio naturalistico ricche di biodiversità e reti ecologiche".
Per questa lunga serie di motivazioni, dunque, Articolo 1 chiede "di voler informare la cittadinanza sulle azioni che l'attuale Amministrazione Comunale intende attivare o su quelle già attivate per il recupero del finanziamento e la realizzazione definitiva del progetto".
La speranza è che il Museo dell'Acqua e della pietra no resti un'altra incompiuta.
Questi alcuni dei quesiti posti Art. 1 MDP di Gravina in Puglia e rivolti al sindaco e all'amministrazione per conoscere lo stato dell'arte e sperare che il Museo dell'Acqua e della Pietra "possa rientrare tra le priorità politiche di questo nuovo mandato".
Eppure il progetto giace sule scrivanie comunali dal 2005 quando l'allora amministrazione si rese disponibile all'individuazione del sito del Museo guadagnando anche un finanziamento dell'allora Provincia di Bari.
Nel 2012 invece, appena insediata l'amministrazione Valente, si diede il via alla progettazione del Museo a cui è seguita una campagna di comunicazione di risonanza regionale, nazionale e internazionale per rilanciare il valore globale della gravina e del marchio "Ecomuseo dell'Acqua e della Pietra" anche in vista di un riconoscimento come "Bene Universale dell'Umanità" in relazione al tentativo di inserimento della città di Gravina in Puglia nella lista del patrimonio mondiale UNESCO.
Nel 2014 l'opera è stata presentata nella sala Consiliare del Comune, dall'allora Assessore alla Cultura Laura Marchetti, con il progetto esecutivo relativo al "ripristino dei camminamenti naturalistici nella gravina" collegati al Museo dell'Acqua e della Pietra, che prevede l'impiego di 350.000,00 euro quale prima tranche del finanziamento ammontante complessivamente a 850.000 euro.
Lavori all'epoca messi a bando e poi realizzati.
E dopo?
Il nulla.
"Per rendere coerente e compiuto quanto sin qui realizzato – sollecitano da Articolo 1 - sarebbe necessario dare seguito alla seconda parte del progetto, attivando la seconda tranche del finanziamento di importo pari a 500.000,00 euro " riconoscendo il valore culturale e strategico del Museo dell'acqua e della pietra a pochi mesi dall'avvio del grande appuntamento con Matera 2019, considerando che la realizzazione di questo museo potrebbe costituire un'ulteriore possibilità dell'offerta turistico/culturale all'interno del circuito virtuoso di Matera Capitale e potrebbe rilanciare e rimettere in moto il valore specifico della zona archeologica di Botromagno che ha bisogno di un recupero e di un rilancio attraverso la valorizzazione, perché possa essere riconosciuto a livello regionale quale "polo" archeologico e al livello mondiale come Patrimonio Culturale Unesco".
Di fatto sarebbe necessario riperimetrare l'area nella gravina che individui esattamente le espressioni antropologiche, storiche, ambientali e paesaggistiche dell'area museo e che consenta il recupero del finanziamento delimitando l'Ecomuseo tra la zona archeologica del "Padre Eterno" e il rione Piaggio.
"Un sistema complesso in cui s'intrecciano insediamenti antichissimi, habitat rupestri, espressioni artistiche e artigianali, percorsi d'acqua sotterranei e canalizzazioni, orti, muretti a secco e terrazzamenti, nonché zone di pregio naturalistico ricche di biodiversità e reti ecologiche".
Per questa lunga serie di motivazioni, dunque, Articolo 1 chiede "di voler informare la cittadinanza sulle azioni che l'attuale Amministrazione Comunale intende attivare o su quelle già attivate per il recupero del finanziamento e la realizzazione definitiva del progetto".
La speranza è che il Museo dell'Acqua e della pietra no resti un'altra incompiuta.