Perinei, la politica faccia fronte comune
Le critiche di Articolo 1
lunedì 6 agosto 2018
"Nonostante il sacrificio di tutto il personale medico e paramedico che, con spirito di sacrificio e dedizione, cerca di sopperire ad una carenza ormai cronica di personale (primari, medici e paramedici), si assiste impotenti all'ennesima crisi dell'Ospedale Perinei, come al capezzale di un paziente in coma irreversibile".
Pesanti critiche sono state rivolte dai rappresentanti di Articolo 1 MDP contro la scelta di chiudere il reparto di ortopedia presso l'Ospedale Perinei.
Un disservizio che è solo l'ultimo di una lunga serie o meglio "una delle tante criticità dell'Ospedale della Murgia, se pensiamo, in via esemplificativa e non esaustiva, al problema afferente il reparto di Cardiologia – Unità Coronarica, dove giace inutilizzata strumentazione di diagnosi e terapia, preziosa per un reparto così fondamentale, spreco di risorse a fronte di servizi non forniti alla collettività. A questo nuovo e triste evento, quale la chiusura momentanea del reparto di Ortopedia, assistiamo come di consuetudine a proclami da parte di alcuni politici (rappresentanti istituzionali), che singolarmente, esprimono posizioni di circostanza. Ma chiediamo a questi rappresentati del territorio (Sindaci, Consiglieri Regionali, ecc…), perché in tutto questo tempo, non hanno mai fatto fronte unico a difesa dei diritti dei cittadini, soprattutto su un tema così importante quale la salute, a prescindere dal loro colore politico? Quando sono in gioco interessi che riguardano la cittadinanza ed il territorio, i rappresentanti istituzionali dovrebbero dismettere gli abiti dell'appartenenza politica di ognuno, smettere la perenne campagna elettorale e difendere invece diritti ed interessi dei cittadini; ricordiamo che il Perinei è al servizio di un comprensorio di qualche centinaia di migliaia di abitanti".
La proposta è quella di avviare un serio e costruttivo dibattito sul destino del nosocomio "perché diventi, come sembrava nelle premesse, un centro di eccellenza per talune branche specialistiche, centro nevralgico per il territorio, evitando ai cittadini di affrontare quella transumanza faticosa e costosa per le tasche dei pazienti e della sanità pugliese, definita "turismo sanitario", provando, invece, ad invertirne la rotta".
Pesanti critiche sono state rivolte dai rappresentanti di Articolo 1 MDP contro la scelta di chiudere il reparto di ortopedia presso l'Ospedale Perinei.
Un disservizio che è solo l'ultimo di una lunga serie o meglio "una delle tante criticità dell'Ospedale della Murgia, se pensiamo, in via esemplificativa e non esaustiva, al problema afferente il reparto di Cardiologia – Unità Coronarica, dove giace inutilizzata strumentazione di diagnosi e terapia, preziosa per un reparto così fondamentale, spreco di risorse a fronte di servizi non forniti alla collettività. A questo nuovo e triste evento, quale la chiusura momentanea del reparto di Ortopedia, assistiamo come di consuetudine a proclami da parte di alcuni politici (rappresentanti istituzionali), che singolarmente, esprimono posizioni di circostanza. Ma chiediamo a questi rappresentati del territorio (Sindaci, Consiglieri Regionali, ecc…), perché in tutto questo tempo, non hanno mai fatto fronte unico a difesa dei diritti dei cittadini, soprattutto su un tema così importante quale la salute, a prescindere dal loro colore politico? Quando sono in gioco interessi che riguardano la cittadinanza ed il territorio, i rappresentanti istituzionali dovrebbero dismettere gli abiti dell'appartenenza politica di ognuno, smettere la perenne campagna elettorale e difendere invece diritti ed interessi dei cittadini; ricordiamo che il Perinei è al servizio di un comprensorio di qualche centinaia di migliaia di abitanti".
La proposta è quella di avviare un serio e costruttivo dibattito sul destino del nosocomio "perché diventi, come sembrava nelle premesse, un centro di eccellenza per talune branche specialistiche, centro nevralgico per il territorio, evitando ai cittadini di affrontare quella transumanza faticosa e costosa per le tasche dei pazienti e della sanità pugliese, definita "turismo sanitario", provando, invece, ad invertirne la rotta".