Pietra Madre: la città di Gravina raccontata come una fiaba ricca di poesia
Un percorso narrato lungo alcuni vicoli del centro storico, fino al lato occidentale della gravina. Un suggestivo itinerario alla scoperta dei luoghi caratteristici di Gravina
martedì 5 marzo 2024
Esiste una città fatta di pietra con scorci di poesia. Chi la abita e la vive, può scoprire ancora angoli di essa in grado di stupire. Così come sorprende il chiarore assunto dal tufo, dalla calcarenite o dal mazzaro sotto lo splendente sole di inizio marzo. L'itinerario "Pietra Madre", organizzato da "Dò e Dè" e promosso da Pro Loco UNPLI di Gravina, grazie al supporto di "Viaggio a Gravina in Puglia" di Vincenzo Forzati, ha permesso di conoscere o rivedere luoghi caratteristici del centro storico, seguendo un filone narrativo legato al concetto di pietra.
Pietra vista come madre e figlia, ricordata come un legame, celebrata come essenza della vita. Un elemento che attornia i visitatori, cattura i loro sguardi, compare costantemente lungo le tappe di un percorso che alterna cenni storici e suggestioni, seguendo la narrazione della guida turistica Raffaella Iannetti e le voci del poeta Guido Celli e del cantastorie Donato Emar Laborante. Da Piazza Plebiscito il precorso prende forma raggiungendo per prima la chiesa di Sant'Agostino, per poi assaporare uno scorcio del rione Fondovito che costituisce parte dello storico cuore pulsante della città, assieme al rione Piaggio. Superato l'arco che riporta verso il centro e oltrepassata la bretella che sfocia verso piazza Benedetto XIII, lo sguardo è subito catturato dalla storica Cattedrale della città, le cui pietre sembrano brillare di una luce nuova sotto un cielo attraversato da leggere nubi.
Il concetto di pietra ritorna sempre. La pietra è l'elemento fondante con cui è stata costruita la città; con la pietra sono state realizzare chiese, case, opere e simboli; la pietra consente di veicolare l'acqua; la pietra su cui poggia tutto è sempre l'elemento cardine di una narrazione che cresce d'intensità. Passando dalla piazza che ospita Le Quattro Fontane all'arco di Sant'Anna, oltre il quale compare la storica Chiesa Mater Gratiae, i vicoli accolgono gli sguardi dei curiosi e il pubblico segue appassionato la narrazione proposta da Raffella Iannetti, oltre alle parole di Donato Emar Laborante e di Guido Celli, che sottolineano il forte legame con questa pietra. Sembra un viaggio introspettivo, un itinerario che associa passato e presente, che amplifica il contatto vivo con una realtà fatta di aspetti unici e fiabeschi.
Infine si arriva nella zona occidentale della gravina, il lato della gola che appare fermo nel tempo. Percorrendo il famoso ponte acquedotto, visto come "un cordone ombelicale di pietra" che unisce due entità con la medesima origine, si ha la sensazione di approdare in una dimensione parallela attraversata da un forte vento già pronto a trascinare ogni parola, ogni suono, ogni racconto oltre il costone roccioso e verso quella parte di mondo ancora ignara di queste testimonianze. Si parla di un legame che prosegue verso la Murgia, all'interno di un territorio ricco di storie ancora da scoprire, intanto all'orizzonte il profilo cittadino continua a mostrare la sua bellezza.
Pietra vista come madre e figlia, ricordata come un legame, celebrata come essenza della vita. Un elemento che attornia i visitatori, cattura i loro sguardi, compare costantemente lungo le tappe di un percorso che alterna cenni storici e suggestioni, seguendo la narrazione della guida turistica Raffaella Iannetti e le voci del poeta Guido Celli e del cantastorie Donato Emar Laborante. Da Piazza Plebiscito il precorso prende forma raggiungendo per prima la chiesa di Sant'Agostino, per poi assaporare uno scorcio del rione Fondovito che costituisce parte dello storico cuore pulsante della città, assieme al rione Piaggio. Superato l'arco che riporta verso il centro e oltrepassata la bretella che sfocia verso piazza Benedetto XIII, lo sguardo è subito catturato dalla storica Cattedrale della città, le cui pietre sembrano brillare di una luce nuova sotto un cielo attraversato da leggere nubi.
Il concetto di pietra ritorna sempre. La pietra è l'elemento fondante con cui è stata costruita la città; con la pietra sono state realizzare chiese, case, opere e simboli; la pietra consente di veicolare l'acqua; la pietra su cui poggia tutto è sempre l'elemento cardine di una narrazione che cresce d'intensità. Passando dalla piazza che ospita Le Quattro Fontane all'arco di Sant'Anna, oltre il quale compare la storica Chiesa Mater Gratiae, i vicoli accolgono gli sguardi dei curiosi e il pubblico segue appassionato la narrazione proposta da Raffella Iannetti, oltre alle parole di Donato Emar Laborante e di Guido Celli, che sottolineano il forte legame con questa pietra. Sembra un viaggio introspettivo, un itinerario che associa passato e presente, che amplifica il contatto vivo con una realtà fatta di aspetti unici e fiabeschi.
Infine si arriva nella zona occidentale della gravina, il lato della gola che appare fermo nel tempo. Percorrendo il famoso ponte acquedotto, visto come "un cordone ombelicale di pietra" che unisce due entità con la medesima origine, si ha la sensazione di approdare in una dimensione parallela attraversata da un forte vento già pronto a trascinare ogni parola, ogni suono, ogni racconto oltre il costone roccioso e verso quella parte di mondo ancora ignara di queste testimonianze. Si parla di un legame che prosegue verso la Murgia, all'interno di un territorio ricco di storie ancora da scoprire, intanto all'orizzonte il profilo cittadino continua a mostrare la sua bellezza.