Ponte acquedotto: ancora incerte le sorti
Salvaguardia: in lizza Fai e Regione Puglia. Quali finanziamenti arriveranno prima?
martedì 28 agosto 2012
16.40
Il ponte acquedotto, cuore pulsante della città, uno dei luoghi simbolo di Gravina, riuscirà ad essere salvato oppure cadrà a pezzi, insieme a parte della storia cittadina ad esso legata?
Sono in tanti a chiederselo. Sfogliando guide sulla città, cadono sotto gli occhi dei nostalgici dei tempi andati e degli affezionati alle proprie radici, immagini che rievocano scene di vita familiare in cui da piccoli, i nipoti andavano in campagna con i nonni sul traino, attraversavano il ponte e insieme agli altri contadini facevano il pieno di acqua alle fontane dove si dissetavano i cavalli quando non era ancora alba.
Oggi la realtà è completamente differente. Le bellissime scene di pace e serenità familiare nel contesto storico gravinese sono state sostituite dall'incuria, dai danni degli agenti atmosferici e dal degrado principalmente costituito da sporcizia e scritte di innamorati che hanno una forte vena poetica che dovrebbero buttar giù su carta o al massimo considerato il passo in avanti della tecnologia, via email o tramite social network.
L'amore di coppia vince anche su quello della propria città e potrebbe anche andare bene a patto di non danneggiare i luoghi del cuore cittadini come il ponte, il complesso rupestre delle Sette Camere, il castello, giusto per citarne alcuni. Spesso accade che i gravinesi allontanatisi per lavoro tornino in città e dopo aver visto la triste situazione, restano con l'amaro in bocca. Chi riuscirà a rimettere loro il dolce in bocca? Sarà il FAI (Fondo Ambiente Italiano), in collaborazione con Intesa Sanpaolo, con il censimento dei "Luoghi del Cuore", oppure l'amministrazione gravinese, che ancora attende risposta dalla Regione in merito a specifici finanziamenti per dare seguito all'azione preliminare dell'accordo programmatico siglato il 29 giugno del 2011 tra lo stesso Comune ed il Dipartimento di strutture, geotecnica e geologia applicata dell'Università della Basilicata?
Sono in tanti a chiederselo. Sfogliando guide sulla città, cadono sotto gli occhi dei nostalgici dei tempi andati e degli affezionati alle proprie radici, immagini che rievocano scene di vita familiare in cui da piccoli, i nipoti andavano in campagna con i nonni sul traino, attraversavano il ponte e insieme agli altri contadini facevano il pieno di acqua alle fontane dove si dissetavano i cavalli quando non era ancora alba.
Oggi la realtà è completamente differente. Le bellissime scene di pace e serenità familiare nel contesto storico gravinese sono state sostituite dall'incuria, dai danni degli agenti atmosferici e dal degrado principalmente costituito da sporcizia e scritte di innamorati che hanno una forte vena poetica che dovrebbero buttar giù su carta o al massimo considerato il passo in avanti della tecnologia, via email o tramite social network.
L'amore di coppia vince anche su quello della propria città e potrebbe anche andare bene a patto di non danneggiare i luoghi del cuore cittadini come il ponte, il complesso rupestre delle Sette Camere, il castello, giusto per citarne alcuni. Spesso accade che i gravinesi allontanatisi per lavoro tornino in città e dopo aver visto la triste situazione, restano con l'amaro in bocca. Chi riuscirà a rimettere loro il dolce in bocca? Sarà il FAI (Fondo Ambiente Italiano), in collaborazione con Intesa Sanpaolo, con il censimento dei "Luoghi del Cuore", oppure l'amministrazione gravinese, che ancora attende risposta dalla Regione in merito a specifici finanziamenti per dare seguito all'azione preliminare dell'accordo programmatico siglato il 29 giugno del 2011 tra lo stesso Comune ed il Dipartimento di strutture, geotecnica e geologia applicata dell'Università della Basilicata?