Pozzi chiusi e agricoltori a secco
Il consigliere Stea contro l'Arif
sabato 17 giugno 2017
"Irrigazione possibile solo in determinate, poche ore. E' l'ultimo serio danno che i vertici dell'Arif - che si stanno dimostrando ampiamente inadeguati al ruolo che ricoprono - creano al mondo agricolo pugliese. Per di più sono stati del tutto ignorati gli appelli giunti non solo dalla politica ma anche e soprattutto dal imprenditori del settore".
È quanto denuncia in una nota il consigliere regionale del gruppo di Alternativa popolare, Gianni Stea che rivolgendosi al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e all'assessore alle Politiche agricole, Leonardo Di Gioia chiede un immediato cambio di marcia al vertice dell'Arif.
"Nulla di personale nei confronti del commissario Ragno, ma tra i nostri ruoli istituzionali rientra anche quello di vigilanza sui manager dei servizi di pubblica utilità in rapporto ai risultati ottenuti – spiega Stea – e Ragno dimostra di non riuscire ad ottimizzare l'attività di un ente tanto importante per lo sviluppo dell'economia agricola pugliese, qual è l'Arif, sia dal punto di vista della gestione del personale, sia da quello ancora più importante per la collettività dell'erogazione di fondamentali adempimenti. Nel frattempo, e ancora più adesso con l'esplosione del caldo, i campi sono in fortissima sofferenza e basta confrontarsi con le associazioni di categoria o con gli stessi imprenditori per avere un quadro desolante della ridotta – a causa di orari limitati e dimezzati - capacità irrigua in Puglia a fronte di un netto aumento delle tariffe dell'acqua. L'ultima protesta è quella che arriva dai florovivaisti di Terlizzi, ma nella stessa tragica situazione si trovano un po' tutte le colture. Per questo ritengo urgente e non procrastinabile un concreto cambio di marcia nell'attività dell'Arif con la speranza che il dottor Ragno e con lui tutti i vertici dell'Ente antepongano alle pur legittime aspirazioni personali il vero interesse della collettività" .
Di conseguenza Gianni Stea torna a chiedere un piano straordinario di prelievo dell'acqua. "In Puglia vi sono 131 impianti e 223 pozzi. Gli utenti serviti sono 8605. Il settore dell'agroalimentare, a prescindere dalle dimensioni dell'aziende, dovrebbe essere la naturale locomotiva dell'economia di molte regioni italiani e in particolare del nostro Mezzogiorno, dove poteva contare su un radicamento fortissimo sul territorio. E' giunto il momento del riscatto a difesa delle aziende e dei livelli occupazionali e le istituzioni hanno il preciso dovere di mettere gli agricoltori pugliesi nelle condizioni di potere svolgere al meglio le proprie attività. In caso di fallimento le stesse Istituzioni hanno il preciso dovere di tirare le conclusioni anche con l'ammissione del fallimento".