Presentato il Registro Tumori Regionale per monitorare lo stato di salute dei pugliesi
A Gravina tutto fermo per la Consulta Salute e Territorio
venerdì 10 aprile 2015
E' stato presentato ufficialmente il Registro Tumori regionale. Ad annunciarne l'istituzione, l'assessore alle politiche per la salute, Donato Pentasuglia, e il presidente Nichi Vendola insieme al direttore dell'Arpa Giorgio Assennato, alla dirigente dell'Ares Lucia Bisceglia e al dottor Guarini dell'Istituto Oncologico.
"Siamo la prima regione a raccogliere tutte le cartelle cliniche e gli esami istologici e non solo le schede di dimissione, prendendole da tutte le regioni - ha spiegato l'assessore Pentasuglia - Perché occorre programmare con a disposizione i dati ufficiali e le evidenze scientifiche. Il lavoro di Arpa e Oncologico è motivo di orgoglio e di vanto per la Regione.
Un investimento di 13 milioni di euro da parte del Governo regionale con l'obiettivo di conoscere le malattie che si sviluppano sul territorio regionale per avere dati reali sulla qualità di vita dei pugliesi e del modello di sviluppo del territorio.
Il Registro Tumori Puglia è stato istituito con DGR 1500/2008, unico in Italia a nascere prevedendo una copertura regionale, con un centro di coordinamento presso l'Irccs Oncologico di Bari e sei sezioni periferiche nelle Asl pugliesi che utilizzano procedure standardizzate ed omogenee in linea con i documenti di riferimento degli enti di accreditamento nazionali e internazionali.
"Noi oggi abbiamo il vanto in Puglia di aver messo in campo il primo registro dei tumori di carattere regionale – ha sottolineato ancora Vendola - Questo significa che le diverse Asl raccolgono dati che vengono elaborati nell'istituto oncologico Giovanni Paolo II ed è la costruzione di un vero e proprio network della ricerca. Questo è assolutamente fondamentale, per poter vedere quanto l'inquinamento industriale, l'inquinamento del territorio rurale, i problemi legati allo smog, incidano nello sviluppo delle patologie tumorali. Si tratta di rendere l'organizzazione sanitaria sempre più capace di guardare in profondità il territorio".
Definite, dunque, modalità e tempi si spera di ottenere quanto prima dati reali non solo sull'incidenza ma soprattutto sulle cause che provocano l'insorgere di malattie tumorali nei diversi territori. Un modello che dovrebbe dare quanto prima risposte anche sullo stato di salute del territorio gravinese minacciato da anni da diversi questioni ambientali e con una percentuale di malati oncologici in continuo e costante aumento, nonostante gli ultimi i dati siano nella media regionale.
Per monitorare l'insorgere delle patologie e allo scopo di avviare una campagna di prevenzione, lo scorso ottobre la giunta comunale ha deliberato l'istituzione della "Consulta Salute e Territorio".
"Non un semplice osservatorio" aveva spiegato l'allora assessore all'ambiente Christian Divella, "bensì uno strumento che avrà tra le sue prerogative anche quelle di avviare un'attività di monitoraggio, mediante attività ispettive e di educare alla vita sana" avendo tra i suoi membri medici di base, oncologi, associazioni, volontari, istituti di vigilanza esperti in ambito ambientale, docenti e organi politici.
Poche settimane fa, però, lo stesso Christian Divella dopo l'ultimo decesso per malattia tumorale registrato in paese è tornato a chiedere "che fine ha fatto la consulta?". Richiesta rivolta in consiglio comunale da Lorenzo Carbone all'assessore all'ambiente Vito Loglisci sollecitato a dare seguito ai buoni propositi di qualche mese fa.
Tuttavia sembrerebbe che dopo l'approvazione, la consulta sia rimasta lettera morta. A darne conferma è il presidente dell'associazione medica gravinese Ciccio Agostinacchio che assicura di non essere mai stato coinvolto nel progetto. "Mesi fa ho incontrato l'ex assessore Divella che mi aveva annunciato l'avvio degli incontri ma da allora non siamo mai stati coinvolti per nessun tavolo di confronto".
"Anni addietro avevamo iniziato una prima fase di monitoraggio con l'allora sindaco Vendola ma poi il progetto si è arenato perché non avevamo gli strumenti per archiviare questi dati".
Ribadita l'utilità dell'iniziativa e la collaborazione dei medici di base, il dottor Agostinacchio sottolinea che il monitoraggio delle malattie tumorali è indispensabile per salvaguardare la salute dei cittadini ma le procedure sono molto complesse.
Strumenti che a quanto pare la Regione Puglia ha deciso di finanziare e chissà che l'avvio del Registro Regionale non dia linfa vitale alla Consulta cittadina.
"Siamo la prima regione a raccogliere tutte le cartelle cliniche e gli esami istologici e non solo le schede di dimissione, prendendole da tutte le regioni - ha spiegato l'assessore Pentasuglia - Perché occorre programmare con a disposizione i dati ufficiali e le evidenze scientifiche. Il lavoro di Arpa e Oncologico è motivo di orgoglio e di vanto per la Regione.
Un investimento di 13 milioni di euro da parte del Governo regionale con l'obiettivo di conoscere le malattie che si sviluppano sul territorio regionale per avere dati reali sulla qualità di vita dei pugliesi e del modello di sviluppo del territorio.
Il Registro Tumori Puglia è stato istituito con DGR 1500/2008, unico in Italia a nascere prevedendo una copertura regionale, con un centro di coordinamento presso l'Irccs Oncologico di Bari e sei sezioni periferiche nelle Asl pugliesi che utilizzano procedure standardizzate ed omogenee in linea con i documenti di riferimento degli enti di accreditamento nazionali e internazionali.
"Noi oggi abbiamo il vanto in Puglia di aver messo in campo il primo registro dei tumori di carattere regionale – ha sottolineato ancora Vendola - Questo significa che le diverse Asl raccolgono dati che vengono elaborati nell'istituto oncologico Giovanni Paolo II ed è la costruzione di un vero e proprio network della ricerca. Questo è assolutamente fondamentale, per poter vedere quanto l'inquinamento industriale, l'inquinamento del territorio rurale, i problemi legati allo smog, incidano nello sviluppo delle patologie tumorali. Si tratta di rendere l'organizzazione sanitaria sempre più capace di guardare in profondità il territorio".
Definite, dunque, modalità e tempi si spera di ottenere quanto prima dati reali non solo sull'incidenza ma soprattutto sulle cause che provocano l'insorgere di malattie tumorali nei diversi territori. Un modello che dovrebbe dare quanto prima risposte anche sullo stato di salute del territorio gravinese minacciato da anni da diversi questioni ambientali e con una percentuale di malati oncologici in continuo e costante aumento, nonostante gli ultimi i dati siano nella media regionale.
Per monitorare l'insorgere delle patologie e allo scopo di avviare una campagna di prevenzione, lo scorso ottobre la giunta comunale ha deliberato l'istituzione della "Consulta Salute e Territorio".
"Non un semplice osservatorio" aveva spiegato l'allora assessore all'ambiente Christian Divella, "bensì uno strumento che avrà tra le sue prerogative anche quelle di avviare un'attività di monitoraggio, mediante attività ispettive e di educare alla vita sana" avendo tra i suoi membri medici di base, oncologi, associazioni, volontari, istituti di vigilanza esperti in ambito ambientale, docenti e organi politici.
Poche settimane fa, però, lo stesso Christian Divella dopo l'ultimo decesso per malattia tumorale registrato in paese è tornato a chiedere "che fine ha fatto la consulta?". Richiesta rivolta in consiglio comunale da Lorenzo Carbone all'assessore all'ambiente Vito Loglisci sollecitato a dare seguito ai buoni propositi di qualche mese fa.
Tuttavia sembrerebbe che dopo l'approvazione, la consulta sia rimasta lettera morta. A darne conferma è il presidente dell'associazione medica gravinese Ciccio Agostinacchio che assicura di non essere mai stato coinvolto nel progetto. "Mesi fa ho incontrato l'ex assessore Divella che mi aveva annunciato l'avvio degli incontri ma da allora non siamo mai stati coinvolti per nessun tavolo di confronto".
"Anni addietro avevamo iniziato una prima fase di monitoraggio con l'allora sindaco Vendola ma poi il progetto si è arenato perché non avevamo gli strumenti per archiviare questi dati".
Ribadita l'utilità dell'iniziativa e la collaborazione dei medici di base, il dottor Agostinacchio sottolinea che il monitoraggio delle malattie tumorali è indispensabile per salvaguardare la salute dei cittadini ma le procedure sono molto complesse.
Strumenti che a quanto pare la Regione Puglia ha deciso di finanziare e chissà che l'avvio del Registro Regionale non dia linfa vitale alla Consulta cittadina.