Gravina, come l’acqua, scava la sua strada per la candidatura
Prima visita degli ispettori del Mibac.
giovedì 14 novembre 2013
13.10
Nemmeno la pioggia battente ha fermato il made in Gravina tour, organizzato per i funzionari del Ministero dei beni culturali.
Una visita troppo importante per essere rimandata, la prima impronta lasciata nella pietra di quel paesaggio rupestre che, con il Ponte acquedotto, potrebbe diventare il biglietto da visita, di una cittadina dal potenziale nascosto. "Abbiamo un patrimonio che è stato abbandonato per anni", afferma il sindaco, Alesio Valente, in apertura della conferenza stampa svoltasi nella Biblioteca Finya, "Vogliamo creare una vocazione culturale e turistica, pubblicizzare Gravina all'esterno, ma soprattutto, mettere una toppa agli abusi fatti in questi anni".
E' così come l'acqua, riesce a plasmare la pietra, scavandola pazientemente e costantemente per seguire il suo corso, allo stesso modo, quei luoghi antichi e misteriosi potrebbero arrotondare a 50 il numero dei siti italiani patrimonio dell'umanità. "Innanzitutto si tratta di un processo collettivo che vede coinvolte cittadinanza e amministrazione insieme" sottolinea Francesca Riccio, architetto del Mibac, "è necessario individuare le particolarità di questo territorio. Tali peculiarità sono individuate in base a delle griglie interpretative che seguono le linee guida operative stabilite dalla convenzione internazionale" prosegue, entrando nel dettaglio dell'iter procedurale.
"In seguito bisognerà inserire il sito da candidare, nella lista propositiva", nella quale ogni Stato membro dell' Unesco, è tenuto a segnalare i beni che intende iscrivere nell'arco di 5-10 anni. Tali proposte vengono valutate da una commissione del Ministero dei beni e delle attività culturali che redige una nuova lista definitiva. "E' necessario presentare un dossier ed un piano di gestione preciso" continua l'architetto, "Matera da essere un sito unico, si trasformerebbe in un sito seriale, cioè gestito in modo autonomo pur in un'ottica coordinata con le altre comunità. Ad esempio attraverso la promozione di iniziative comuni. Ovviamente se si andrà avanti, ci saranno delle ulteriori visite, richieste di integrazioni e ulteriori interventi sul territorio".
Ma il percorso avrà motivo di esistere solo quando verranno individuate "le specifiche caratteristiche del territorio gravinese rispetto a quello materano" così come spiegato da Gianni Bonazzi, dirigente del segretariato generale del servizio coordinamento e studi, che incalza: "si tratta di un'opportunità, una scelta strategica molto importante perchè in un momento così difficile dobbiamo puntare sul patrimonio culturale che è un valore di carattere economico, un produttore di valore".
Dello stesso avviso il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, che di ritorno da Roma dove è stato ascoltato dalla commissione esaminatrice per individuare la capitale italiana della cultura, racconta: "La cultura crea più prodotto lordo e più occupazione. Secondo una rilevazione fatta nel nostro territorio, nel biennio 2011-2012, sono stati creati 270 posti di lavoro nel comparto culturale, questa bellezza non è solo da contemplare ma è straordinariamente tangibile" così come è tangibile la sinergia che si instaura tra, colui che Adduce chiama visitatore e non turista, con questi luoghi intimi e silenziosi, "non vogliamo turisti, perchè noi non abbiamo da offrire parchi giochi o grandi centri commerciali, vogliamo visitatori che si facciano assorbire da questi luoghi, che li contemplino e li amino".
Poi, rivolgendosi al sindaco gravinese: "Ho ritrovato negli archivi comunali delle cronache risalenti a vent'anni fa, nelle quali si criticava la volontà di candidare i sassi materani a patrimonio Unesco, invitando l'allora classe dirigente a preoccuparsi di risolvere i problemi economici della città. Qualcuno probabilmente farà la stessa cosa con te, ma se all'epoca non si fosse andati avanti, adesso ci saremmo ritrovati con gli stessi problemi e non avremmo avuto nemmeno questo riconoscimento".
In conclusione Adduce, sorridendo, si scusa con l'assessore alla cultura, Laura Marchetti, per aver parlato di "comparto culturale". Richiesta alla quale l'assessore risponde altrettanto sorridente: "Dobbiamo partecipare al concetto di umanità, fatta di tante piccole differenze e innovazioni. La candidatura di Matera è stata una rivoluzione, perchè ha aperto le porte ad un mondo fatto di povertà" e chiosa, "dobbiamo capire come porre questa candidatura. Dobbiamo seguire la traccia storica che ci è stata lasciata dagli abitanti delle grotte, dai nostri antenati".
Una visita troppo importante per essere rimandata, la prima impronta lasciata nella pietra di quel paesaggio rupestre che, con il Ponte acquedotto, potrebbe diventare il biglietto da visita, di una cittadina dal potenziale nascosto. "Abbiamo un patrimonio che è stato abbandonato per anni", afferma il sindaco, Alesio Valente, in apertura della conferenza stampa svoltasi nella Biblioteca Finya, "Vogliamo creare una vocazione culturale e turistica, pubblicizzare Gravina all'esterno, ma soprattutto, mettere una toppa agli abusi fatti in questi anni".
E' così come l'acqua, riesce a plasmare la pietra, scavandola pazientemente e costantemente per seguire il suo corso, allo stesso modo, quei luoghi antichi e misteriosi potrebbero arrotondare a 50 il numero dei siti italiani patrimonio dell'umanità. "Innanzitutto si tratta di un processo collettivo che vede coinvolte cittadinanza e amministrazione insieme" sottolinea Francesca Riccio, architetto del Mibac, "è necessario individuare le particolarità di questo territorio. Tali peculiarità sono individuate in base a delle griglie interpretative che seguono le linee guida operative stabilite dalla convenzione internazionale" prosegue, entrando nel dettaglio dell'iter procedurale.
"In seguito bisognerà inserire il sito da candidare, nella lista propositiva", nella quale ogni Stato membro dell' Unesco, è tenuto a segnalare i beni che intende iscrivere nell'arco di 5-10 anni. Tali proposte vengono valutate da una commissione del Ministero dei beni e delle attività culturali che redige una nuova lista definitiva. "E' necessario presentare un dossier ed un piano di gestione preciso" continua l'architetto, "Matera da essere un sito unico, si trasformerebbe in un sito seriale, cioè gestito in modo autonomo pur in un'ottica coordinata con le altre comunità. Ad esempio attraverso la promozione di iniziative comuni. Ovviamente se si andrà avanti, ci saranno delle ulteriori visite, richieste di integrazioni e ulteriori interventi sul territorio".
Ma il percorso avrà motivo di esistere solo quando verranno individuate "le specifiche caratteristiche del territorio gravinese rispetto a quello materano" così come spiegato da Gianni Bonazzi, dirigente del segretariato generale del servizio coordinamento e studi, che incalza: "si tratta di un'opportunità, una scelta strategica molto importante perchè in un momento così difficile dobbiamo puntare sul patrimonio culturale che è un valore di carattere economico, un produttore di valore".
Dello stesso avviso il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, che di ritorno da Roma dove è stato ascoltato dalla commissione esaminatrice per individuare la capitale italiana della cultura, racconta: "La cultura crea più prodotto lordo e più occupazione. Secondo una rilevazione fatta nel nostro territorio, nel biennio 2011-2012, sono stati creati 270 posti di lavoro nel comparto culturale, questa bellezza non è solo da contemplare ma è straordinariamente tangibile" così come è tangibile la sinergia che si instaura tra, colui che Adduce chiama visitatore e non turista, con questi luoghi intimi e silenziosi, "non vogliamo turisti, perchè noi non abbiamo da offrire parchi giochi o grandi centri commerciali, vogliamo visitatori che si facciano assorbire da questi luoghi, che li contemplino e li amino".
Poi, rivolgendosi al sindaco gravinese: "Ho ritrovato negli archivi comunali delle cronache risalenti a vent'anni fa, nelle quali si criticava la volontà di candidare i sassi materani a patrimonio Unesco, invitando l'allora classe dirigente a preoccuparsi di risolvere i problemi economici della città. Qualcuno probabilmente farà la stessa cosa con te, ma se all'epoca non si fosse andati avanti, adesso ci saremmo ritrovati con gli stessi problemi e non avremmo avuto nemmeno questo riconoscimento".
In conclusione Adduce, sorridendo, si scusa con l'assessore alla cultura, Laura Marchetti, per aver parlato di "comparto culturale". Richiesta alla quale l'assessore risponde altrettanto sorridente: "Dobbiamo partecipare al concetto di umanità, fatta di tante piccole differenze e innovazioni. La candidatura di Matera è stata una rivoluzione, perchè ha aperto le porte ad un mondo fatto di povertà" e chiosa, "dobbiamo capire come porre questa candidatura. Dobbiamo seguire la traccia storica che ci è stata lasciata dagli abitanti delle grotte, dai nostri antenati".