Processo al bullismo
Alla "Ingannamorte" un gioco di ruolo per promuovere la cultura della legalità. Il commissario Battipede: "I giovani dicano no all'omertà".
giovedì 30 maggio 2013
11.15
Un caso di bullismo a scuola finisce in un processo che vede per protagonisti dei ragazzi.
Non è, una volta tanto, l'ennesimo caso di cronaca nera avvenuto a Gravina, ma una lezione di legalità sotto forma di simulazione di un procedimento giudiziario, quella organizzata dagli studenti della scuola media "Nunzio Ingannamorte" e andata in scena mercoledì sera, alla presenza del sindaco Alesio Valente e del dirigente del locale Commissariato di Polizia, Pietro Battipede.
Quella rappresentata dai ragazzi del preside Berardo Gugliemi, coadiuvati dalla docente Maria Colavito, è stata molto più di una recita, trasformandosi in un vero e proprio gioco di ruolo multidisciplinare, fedele ricostruzione delle varie fasi di un processo penale volto non solo a imparare i rudimenti del diritto e della procedura, ma soprattutto a interiorizzare il valore della legalità e del rispetto delle norme della convivenza civile: tra l'escussione dei testimoni, il controesame della difesa e l'arringa dell'accusa, il messaggio di fondo lanciato è stato quello del rispetto dei più deboli e della prevenzione delle situazioni di degrado e violenza. "Sono emozionato – ha dichiarato alla fine il vicequestore Battipede – nel vedere messo in scena il mio racconto 'Mark il piccolo detective', che ho scritto proprio per i ragazzi. La Polizia non vuole solo militarizzare il territorio ma anche socializzare con la cittadinanza, presentandosi come amica. I giovani dicano no all'omertà, perché senza la collaborazione della cittadinanza la giustizia non potrebbe funzionare".
Non è, una volta tanto, l'ennesimo caso di cronaca nera avvenuto a Gravina, ma una lezione di legalità sotto forma di simulazione di un procedimento giudiziario, quella organizzata dagli studenti della scuola media "Nunzio Ingannamorte" e andata in scena mercoledì sera, alla presenza del sindaco Alesio Valente e del dirigente del locale Commissariato di Polizia, Pietro Battipede.
Quella rappresentata dai ragazzi del preside Berardo Gugliemi, coadiuvati dalla docente Maria Colavito, è stata molto più di una recita, trasformandosi in un vero e proprio gioco di ruolo multidisciplinare, fedele ricostruzione delle varie fasi di un processo penale volto non solo a imparare i rudimenti del diritto e della procedura, ma soprattutto a interiorizzare il valore della legalità e del rispetto delle norme della convivenza civile: tra l'escussione dei testimoni, il controesame della difesa e l'arringa dell'accusa, il messaggio di fondo lanciato è stato quello del rispetto dei più deboli e della prevenzione delle situazioni di degrado e violenza. "Sono emozionato – ha dichiarato alla fine il vicequestore Battipede – nel vedere messo in scena il mio racconto 'Mark il piccolo detective', che ho scritto proprio per i ragazzi. La Polizia non vuole solo militarizzare il territorio ma anche socializzare con la cittadinanza, presentandosi come amica. I giovani dicano no all'omertà, perché senza la collaborazione della cittadinanza la giustizia non potrebbe funzionare".