Progetti di impianti eolici ad Altamura e Gravina in zona protetta

Enzo Cripezzi, delegato regionale LIPU Puglia: «I conti non tornano». La LIPU mette in guardia sulla costruzione sregolata di impianti eolici

sabato 19 giugno 2010
Non è affatto confortante il quadro sullo sviluppo dell'energia eolica nel nostro paese secondo la LIPU-BirdLife Italia. Uno sforzo immane, quello dello sviluppo di impianti eolici, in termini di costi (a regime 3,7 miliardi di euro all'anno) e, purtroppo, di perdita di biodiversità e paesaggio, in cambio di un contributo pari solo all'1,5% del fabbisogno energetico complessivo nazionale. L'eccessiva contribuzione pubblica sull'eolico in Italia - pari a circa il doppio delle media europea e valida per 15 anni rinnovabili con la ristrutturazione della turbina - «è alla base di una distorsione del mercato, di spinte ingovernabili, di condizionamenti nell'adozione delle regole e nella comunicazione e di sempre più numerosi episodi di malgoverno o di vero e proprio malaffare, che ha visto infiltrazioni anche da parte della malavita organizzata», afferma Danilo Selvaggi, responsabile rapporti istituzionali LIPU-BirdLife Italia.

Impianti da anni fuori controllo, danni su vasta scala su paesaggio e biodiversità, deregulation urbanistica, contributi pubblici eccessivi, assenza di linee guida nazionali adeguate, questa la situazione in Italia, a cui non fa certo eccezione la nostra regione. Lo stesso quadro, infatti, è descritto dal delegato regionale della LIPU Puglia, Enzo Cripezzi, che fa notare come, secondo un report regionale realizzato dall'associazione sugli impianti eolici «i conti non tornano rispetto a quanto dichiarato da Legambiente, ANEV e Confindustria». Ci sarebbero molti più impianti di quelli dichiarati, costruiti in siti di discutibile idoneità ambientale, e che non contribuirebbero in modo rilevante al fabbisogno energetico nazionale soprattutto se si considerano i danni ed i costi collaterali. La situazione è critica anche perché, pur nell'ipotesi che «gli impianti dovessero essere gestiti da società illuminate, queste sarebbero scalzate da società più filibustiere con la strategia delle diffide e dei ricorsi al TAR». Inoltre c'è la questione del conflitto d'interesse interno all'ANEV - Associazione Nazionale Energia del Vento, che è un'associazione di produttori ed operatori di energia elettrica da fonte eolica ed allo stesso tempo è stata riconosciuta associazione ambientalista.

«Anche Altamura e Gravina sono gravate da una miriade di progetti abbastanza devastanti», afferma sempre Enzo Cripezzi. Come risulta dal report della LIPU aggiornato a novembre 2009, v'è una serie di progetti per i quali è in corso la Valutazione dell'Impatto Ambientale. Uno tra Gravina e Poggiorsini risulta avere lo screening positivo, cioè lo screening dimostra la compatibilità dell'impianto col territorio in una zona indicata come SIC ZPS IBA, cioè un Sito di Importanza Comunitaria, una Zona a Protezione Speciale, un'area importante per gli uccelli (Important Birds Area). Tutto il territorio della Murgia è indicato come SIC ZPS IBA per la presenza del falco grillaio.

Si era ormai abituati a sentir parlare di speculazioni e danni ambientali a proposito dei rifiuti e delle fonti di energia non rinnovabili, adesso bisogna stare in guardia anche quando si sente parlare di energia pulita. La lotta tra gli interessi in causa si svolge a colpi di cifre difficilmente verificabili in concreto dai cittadini, che si trovano coinvolti in un "dare i numeri" generale in cui pochi riescono ad orientarsi, e le conseguenze sulla salute e sull'ambiente si vedono solo a lungo termine. Gli ambientalisti si trovano in una posizione facilmente interpretabile come contraddittoria, da una parte rifiutano il ritorno al nucleare, dall'altra mettono in guardia sui pericoli di una costruzione spregiudicata di impianti eolici e fotovoltaici. In un contesto così disorientante sono necessarie linee guida nazionali che tengano presenti le problematiche complesse del nostro paese e determinino le soluzioni adatte caso per caso, perché quel che è certo è che in qualche modo bisogna far fronte al problema dell'approvvigionamento di energia.