Prove di dialogo tra maggioranza e opposizione

I consiglieri aprono a Valente ma la base protesta. Botta e risposta tra Vendola e Debenedictis

martedì 11 novembre 2014 13.35
A cura di Antonella Testini
Che si sappia: "Gli otto consiglieri di opposizione sono uniti e decisi ad andare avanti seguendo un percorso già tracciato".

E questa la linea ufficiale annunciata nell'ultimo incontro tra gli otto consiglieri di opposizione e la base politica che ha sostenuto la coalizione guidata da Rino Vendola.
Tocca ad Angelo Petrara, il neo capogruppo di "per Gravina" esporre un excursus sulle ultime vicende politiche di questo mese, dalle dimissioni della giunta comunale, all'apertura del dialogo tra i due fronti del consiglio comunale, sino alle dimissioni del sindaco.
"In questi due anni di amministrazione – spiega Petrara – siamo stati un'opposizione responsabile. E' bene ricordare che non abbiamo mai fatto mancare il sostegno per dare il via libera alle opere importanti per questa città, tuttavia siamo stati intransigenti sul piano della legalità e non di rado abbiamo presentato delle denunce alla Procura".
Una posizione che spalanca le porte verso gli scenari futuri: "Viviamo in un paese dove noi non siamo l'opposizione politica a questo governo. In pratica non siamo il centro destra, che per altro abbiamo acclarato che in questo paese non esiste più. Noi siamo l'altra sinistra rispetto a questo governo cittadino, una coalizione che da sempre si è posta il problema della governabilità e che da sempre ha ragionato per ricreare un centro sinistra unito".
Dunque?
"Da qualche giorno parliamo con il PD nelle persone del segretario Vito De Robertis e Sante Giordano. In questi incontri abbiamo ribadito la nostra posizione: una nuova maggioranza politica, dunque nessun allargamento. Pari dignità a tutte le forze politiche. Nuovi volti nella giunta salvo casi politici da valutare insieme. Questo è quanto abbiamo proposto perché riteniamo che sia l'unico modo per isolare i soliti singoli che da anni tengono sotto ricatto la città".

Mentre Petrara parla ribadendo l'unione e la condivisone con tutto il gruppo consiliare di opposizione, dalla platea non sono pochi quelli che manifestano disappunto. Il coro, in verità, è unanime: "Non abbiamo nulla da spartire con questa maggioranza" dicono alcuni. Altri ribadiscono: "I nostri elettori non capirebbero e rischiamo di passare per volta gabbana". E ancora: " Se questa amministrazione ha fallito perché ora dobbiamo metterci noi la faccia e l'impegno per salvarli? Che vadano a casa sapendo che hanno sbagliato tutto". Altri puntano il dito contro "qualche nostro consigliere che si è lasciato avvicinare".
Parole, queste ultime, che fanno scattare in piedi Salvatore Debenendictis, il consigliere che appena un mese fa si diceva pronto a votare la sfiducia per il primo cittadino e che, in consiglio comunale, un minuto dopo le dimissioni di Valente gli ha giurato eterna fedeltà.
Debenediscis si difende: "Non sono un volta gabbana ma sono una persona che rispetta i propri impegni" e rivolgendosi ai colleghi in consiglio comunale ricorda: "Abbiamo firmato tutti un documento nel quale si chiedevano le dimissioni del sindaco e della giunta e la ricostruzione di un centro sinistra unito. Tutte condizioni che il sindaco ha accettato, quindi, ora assumiamoci le nostre responsabilità e andiamo avanti" conclude il consigliere che rivolgendosi all'avvocato Vendola seduto in prima fila chiede "di conoscere le ragioni per cui l'avvocato si è dimesso perché io ad oggi non so ancora nulla".
A rispondere a Debenedictis ci pensa Lello Moretti l'esponente di Sel attualmente consigliere della Fondazione Santomasi il quale se da una parte ribadisce il "tentativo di pacificazione" tra le due anime della sinistra, dall'altra attacca: "Dinanzi a otto consiglieri che si sono detti disponibili a salvare la città ci è stato risposto che ci davano un paio di assessorati. È evidente che l'attuale maggioranza oltre ad essere incapace di governare non ha nemmeno capito l'importanza del nostro ragionamento perché non hanno capito la gravità della situazione. Allora, mi chiedo, perché dobbiamo prendere noi questo impegno?".

Il clima si scalda e nonostante gli inviti alla calma in tanti continuano a brontolare. Qualcuno alza la voce "il problema è che qui non c'è condivisone".
A chiudere la discussione è l'avvocato Rino Vendola che in apertura infligge una pugnalata, anticipando forse il clima pre elettorale, al consigliere Debenedisctis: "Qualcuno dice che vuole sapere perché mi sono dimesso. Siccome riconosco una certa intelligenza alle persone che erano in lista con me, ritengo che se qualcuno mi pone questa domanda vuol dire che è un cretino".
Subito dopo l'avvocato torna a parlare dei temi a lui sempre cari: "La voglia di riscattare questa comunità. La necessità di agire per seguire un sogno".
In platea un'attenta Laura Marchetti segue la discussione. Ed è all'ex assessore che Vendola si rivolge: "Ho chiesto al sindaco perché ha deciso di sacrificare la persona più colta di questa giunta senza un motivo reale. Non ho avuto risposte. Perché non c'è una risposta".
L'avvocato conferma il tentativo di dialogo con la maggioranza "perché essere su posizioni distanti non significa restare lontani" ma subito dopo ribadisce il suo no ad un allargamento della coalizione di governo inviando un messaggio ben preciso a tutti i presenti: "Chi consentirà la continuità di questa amministrazione lo farà per un interesse personale".
Da ultimo un'arringa squisitamente politica: "Con chi dovremmo confrontarci? Con chi non ha un obiettivo, con chi non ha un'idea di città con dei partiti come Fli, Api, Upi, partiti che in pratica non esistono? Ecco il motivo delle mie dimissioni, un atto di libertà rispetto alle furberie e alle furbizie di qualcuno".

Tocca a Patrara, nonostante il nervosismo dilagante in aula ribadire che "C'è unità tra i consiglieri. Nessuno devia dalla posizione ufficiale, nessuno è in vendita ma condividiamo la necessità di ricostruire il centro sinistra sulla base di nuove idee, nuove energie e un nuovo entusiasmo".